Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha avviato una revisione antidumping riguardante la pasta italiana, sostenendo che viene venduta a prezzi inferiori a quelli di mercato. Ciò potrebbe portare a un dazio del 92% oltre a quello esistente del 15% imposto dall’amministrazione Trump sulla generalità dei prodotti provenienti dall’Ue. La notizia della potenziale tariffa del 107% ha scatenato grosse reazioni in tutta l’Italia, dove 13 produttori sarebbero soggetti all’enorme prelievo. Le previsioni dicono che le vendite del loro secondo più grande mercato di esportazione diminuirebbero se i prezzi ai consumatori americani raddoppiassero. E anche se la misura difficilmente provocherebbe una carenza di pasta, ha comunque lasciato perplessi gli importatori. Funzionari italiani e leader del settore sostengono che le tariffe non sarebbero giustificate dai fatti e potrebbero devastare i piccoli produttori. Gli Stati Uniti rappresentano circa il 15% dei 4 miliardi di euro (4,65 miliardi di dollari) di esportazioni di pasta dall’Italia, rendendoli il più grande mercato italiano dopo la Germania, come mostrano i dati dell’associazione degli agricoltori Coldiretti.Questo articolo Usa, i dazi sulla pasta spaventano importatori americani ed esportatori italiani proviene da LaPresse