Gli offrirono tre miliardi per farlo tacere: il caso Forattini a Repubblica

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In un’Italia che discute sempre più spesso di privatizzazioni, rincari energetici e libertà d’espressione, vale la pena tornare a una vicenda che, a distanza di anni, continua a illuminare un nodo irrisolto della nostra democrazia: la storia di Giorgio Forattini, uno dei più celebri e irriverenti vignettisti italiani.Forattini, scomparso pochi giorni fa, è stato per decenni la matita satirica più famosa di Repubblica e di altre testate nazionali. Le sue vignette, note per l’ironia tagliente e trasversale, non risparmiavano nessuno: destra, sinistra, poteri forti, istituzioni. Una libertà che, alla fine degli anni ’90, gli costò cara.La vignetta su D’Alema e la querela da tre miliardiTutto nacque da una vignetta legata al caso Mitrokhin, in cui Massimo D’Alema – allora figura centrale del centrosinistra – veniva ritratto con la solita ironia forattiniana. Nulla di particolarmente offensivo, nulla che non rientrasse pienamente nei canoni della satira.Eppure, D’Alema reagì con una querela dal valore enorme: tre miliardi di lire.In un’intervista rilasciata circa 15 anni fa a Telerama, Forattini raccontò con lucidità il retroscena: non solo venne querelato lui, ma non venne querelato Repubblica, il giornale che aveva pubblicato la vignetta. Un dettaglio che a Forattini apparve immediatamente sospetto: “Ho capito che erano d’accordo e che volevano farmi fuori”, disse il vignettista. La sua risposta fu drastica: lasciò il giornale senza chiedere nulla, senza buonuscite, senza battaglie interne. Si licenziò con una semplice telefonata. E, come per miracolo, la querela sparì nel nulla.Un caso isolato o un meccanismo consolidato?La vicenda di Forattini non è un episodio isolato, ma il simbolo di un meccanismo più ampio con cui politica e parte della magistratura, secondo il vignettista, influenzano l’informazione. La sua storia mostra come la satira sia una misura della libertà di espressione: quando viene tollerata solo se conveniente e repressa tramite querele o intimidazioni, la democrazia si indebolisce.Il caso Forattini ci ricorda che la libertà di satira non è garantita, che le pressioni politiche restano forti e che il pluralismo va difeso ogni giorno. La sua scelta di lasciare il giornale, con la querela poi ritirata, mostra che la libertà ha un prezzo – spesso pagato da chi ha il coraggio di esercitarla.The post Gli offrirono tre miliardi per farlo tacere: il caso Forattini a Repubblica appeared first on Radio Radio.