Burger King vende in Cina per raddoppiare i ristoranti

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AGI - Burger King venderà l'83% delle sue attività in Cina a un partner locale attraverso una joint venture, in cambio di un investimento che potrebbe raddoppiare il numero di ristoranti nel Paese entro cinque anni.Negli ultimi anni, i marchi internazionali hanno dovuto adattare le loro strategie nella seconda economia mondiale, dove i consumi si sono indeboliti a causa della pandemia e dove i pagamenti online e la consegna di cibo a domicilio sono molto più sviluppati che nel resto del mondo.Burger King, di proprietà dal 2014 della società canadese Restaurant Brands International (Rbi), è presente in Cina dal 2005. Tuttavia in questo mercato il gruppo rimane indietro rispetto ai concorrenti globali McDonald's e Kfc. La nuova joint venture, "Burger King China", beneficerà di un investimento di 350 milioni di dollari (303 milioni di euro) da parte della società di private equity con sede a Pechino Cpe, secondo una dichiarazione rilasciata lunedì da Rbi. Questi fondi saranno utilizzati per "sostenere l'espansione dei ristoranti, il marketing, l'innovazione dei menu e le attività operative", ha specificato.  Con la nuova strategia Burger King China, che attualmente conta 1.250 ristoranti nel Paese, spera di raddoppiare tale numero "entro i prossimi cinque anni" e poi superare i 4.000 punti vendita entro il 2035. A titolo di confronto, secondo le informazioni aziendali, McDonald's aveva più di 6.800 ristoranti nella Cina continentale lo scorso anno. La catena di ristoranti di pollo fritto Kfc contava più di 12.600 punti vendita a fine settembre, secondo Yum China. Una volta finalizzata la transazione, Cpe deterrà circa l'83% di Burger King China e Restaurant Brands International (Rbi) deterrà il restante 17%."La Cina continua a offrire le prospettive a lungo termine più promettenti per Burger King a livello internazionale", ha affermato Joshua Kobza, ceo di Rbi, nel comunicato stampa. "I nostri recenti investimenti e questa joint venture riflettono la nostra fiducia nel mercato cinese", ha aggiunto.Un altro marchio americano, Starbucks, ha annunciato la scorsa settimana la vendita del 60% della sua filiale cinese alla società di investimento Boyu Capital con sede a Hong Kong per 4 miliardi di dollari, attraverso la creazione di una joint venture, di cui manterrà una partecipazione del 40%. Questa partnership ha segnato una svolta strategica per la catena di caffè, presente da oltre 26 anni nel Paese, dove ha recentemente perso quote di mercato a favore di una nuova generazione di concorrenti locali.    Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone