Gli italiani continuano ad emigrare all’estero, e lo fanno sempre di più, alla ricerca di un lavoro stabile, che sia inserito in un contesto meritocratico e con prospettive di crescita e servizi adeguati. Il 2024 segna un aumento del 38% di partenze rispetto all’anno precedente, segno che rende “evidente la piena ripresa della mobilità italiana”. È quanto emerge il Rapporto Italiani nel Mondo 2025 della Fondazione Migrantes, presentato oggi a Roma: da gennaio a dicembre 2024 si sono iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (Aire) per la sola motivazione “espatrio” 123.376 cittadini italiani e rispetto al 2023 i dati segnano in valore assoluto “34mila partenze in più”. Dati che certificano il superamento della pandemia e della Brexit, con la piena ripresa della mobilità. L’aumento registrato riguarda prevalentemente i giovani e i giovani adulti. In particolare, nella classe di età 18-34 anni si rileva un +47,9% rispetto all’anno precedente a cui unire il +38,5% della classe immediatamente successiva (35-49 anni). La componente dei giovani e dei giovani adulti, quindi, nell’insieme raggiunge il 72,2% del totale delle iscrizioni per espatrio avvenute lungo il corso del 2024 (era il 68,8% l’anno precedente) ed è sempre più interprete indiscussa dell’attuale esperienza migratoria dall’Italia. Le partenze giovanili crescono soprattutto per motivi di lavoro e opportunità professionali, ma anche per aiutare familiari già all’estero (es. nonni-babysitter). In ogni caso, l’attuale mobilità italiana, pur rivolgendo lo sguardo al mondo intero e pur avendo destinazioni privilegiate che si orientano verso nuovi contesti professionali emergenti (si veda l’Oriente, con Singapore, gli Emirati Arabi, ma anche la Scandinavia) preferisce sempre di più l’Europa. Il 73,7% di chi si è iscritto all’Aire per espatrio da gennaio a dicembre 2024 è andato in Europa (quasi 91 mila italiani). Sono 23.300 circa coloro che, invece, sono espatriati in America (18,9% del totale) di cui 15 mila nell’America latina. Per molti, l’espatrio è una reazione alla frustrazione e all’esclusione sociale, e sta diventando sempre più definitivo.Sono più gli italiani all’estero che gli stranieri in Italia – Negli ultimi vent’anni, la mobilità internazionale italiana è diventata strutturale, non più episodica: dal 2006 le iscrizioni all’AIRE sono più che raddoppiate (+106%). Il fenomeno coinvolge categorie sempre più varie per età, formazione e professione, con una crescente presenza femminile (48,3% del totale). Nel 2025 gli italiani residenti all’estero sono oltre 6,4 milioni, un dato in “costante crescita”, tanto che oggi il numero degli italiani oltre confine supera di un milione quello degli stranieri in Italia. Oggi un italiano su dieci vive fuori dai confini nazionali, soprattutto in Europa (54%) e America (41%). Anche la mobilità interna vede un forte spostamento dal Sud al Centro-Nord, con perdita di giovani qualificati. Le regioni più colpite sono Campania e Sicilia; quelle più attrattive Lombardia ed Emilia-Romagna. Le mete preferite all’estero restano Germania, Regno Unito, Spagna, Svizzera e Francia. Il 45% dei residenti all’estero proviene dal Sud Italia, in particolare Sicilia (844 mila), poi ci sono Lombardia (690 mila) e Veneto (614 mila). Viene registrato in Europa il 53,8% degli italiani all’estero (oltre 3,4 milioni), mentre in America il 41,1% (soprattutto Sud America, con Argentina 990 mila e Germania 849 mila come comunità più grandi). Nel 2024 le mete più scelte sono state Germania (16.988), Regno Unito (15.471), Spagna (12.448), Svizzera (12.448), Francia (9.444). Guardando alle principali province di partenza ci sono Milano, Napoli, Torino, Roma, Treviso, Palermo e Brescia. Quasi 2,9 milioni (45,1%) di iscrizioni danno come luogo di origine il Meridione di Italia (978 mila circa nelle Isole, 15,2%). Oltre 2,5 milioni (39,2%) riguardano, invece, il Nord Italia e un milione il Centro (15,7%). La Sicilia si conferma la regione con la comunità di residenti all’estero più numerosa (844 mila), seguita da Lombardia (690 mila) e Veneto (614 mila).Mobilità interna in Italia (2014-2024) – Dal Mezzogiorno al Centro-Nord si sono spostati circa 1,1 milioni di cittadini, mentre solo 587 mila hanno fatto il percorso inverso. Il saldo negativo per il Sud è di -511 mila persone, in gran parte giovani (20-34 anni) e laureati. Il Mezzogiorno ha perso 373 mila giovani, di cui 180 mila laureati. Le perdite maggiori sono in Campania (-65 mila) e Sicilia (-56 mila); le regioni che guadagnano più laureati sono Lombardia (+111 mila) ed Emilia-Romagna (+54 mila).Dal 2014 al 2024, in media, su 5 giovani di 20-34 anni emigrati dal Mezzogiorno al Centro-Nord, circa due erano in possesso della laurea al momento del trasferimento (43,0%), altri due del diploma di scuola secondaria superiore (42,5%) e meno di uno su 5 (14,5%) possedeva la licenza media. Le partenze di questi ultimi dal 2014 al 2024 sono diminuite del 65%, mentre i trasferimenti verso il Centro-Nord dei laureati sono aumentati di oltre il 50%. Al saldo migratorio negativo dei giovani italiani di 20-34 anni del decennio ha quindi contribuito fortemente il saldo migratorio negativo dei più qualificati: -180 mila per i laureati e -154 mila per i giovani in possesso di diploma (contro un saldo migratorio negativo, ma decisamente più contenuto, dei giovani in possesso di licenza media, -40 mila). La perdita di giovani laureati nel periodo 2014-2024 riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno. La Campania, con un saldo migratorio interregionale per i giovani laureati pari a -65 mila, ha registrato la perdita netta più elevata, seguita dalla Sicilia (-56 mila). All’opposto, tutte le regioni del Centro-Nord hanno sperimentato, nello stesso periodo, un guadagno netto di giovani qualificati. Per Lombardia ed Emilia-Romagna, il guadagno è stato pari a, rispettivamente, 111 mila e 54 mila giovani laureati. Nel periodo 2014-2024 i cittadini italiani che si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord sono stati, nel complesso, circa un milione e 98 mila, mentre gli individui che hanno compiuto lo spostamento opposto, dal Centro-Nord al Mezzogiorno, sono stati, complessivamente 587 mila. La maggior parte dei trasferimenti dal Mezzogiorno al Centro-Nord coinvolge i cittadini più giovani. Nel periodo 2014-2024, in quasi la metà dei casi (48,5%), lo spostamento ha riguardato, infatti, giovani di età compresa tra i 20 e i 34 anni.Rilevante anche la quota di persone tra i 35 e i 49 anni, pari al 21,8%, mentre la percentuale di cittadini al di sotto dei 20 anni che, verosimilmente, nella maggior parte dei casi, si sposta con la famiglia, è pari al 13,4%. Gli spostamenti dal Mezzogiorno al Centro-Nord, coinvolgendo in larga parte la popolazione più giovane, sembrerebbero quindi maggiormente connessi a necessità di tipo formativo o lavorativo, mentre molti dei trasferimenti lungo la traiettoria opposta, riguardando quote più elevate di popolazione oltre i 35 anni, potrebbero verosimilmente configurarsi come migrazioni di ritorno dopo un periodo, variabile, trascorso nel Centro-Nord. Nel complesso, nel periodo 2014-2024, sono partiti dal Mezzogiorno, diretti verso il Centro-Nord, circa 536 mila giovani italiani, mentre solo 163 mila giovani tra i 20 e i 34 anni si sono spostati lungo la traiettoria opposta. Nel periodo considerato, quindi, il Mezzogiorno ha registrato una perdita netta di circa 373 mila giovani italiani.Da gennaio a dicembre 2024 si sono iscritti all’Aire per la sola motivazione “espatrio” 123.376 cittadini italiani, il 53,8% maschi, il 70,2% celibi/nubili e il 23,9% coniugati, a cui unire lo 0,3% di unioni civili. Alle 89mila partenze di giovani e giovani adulti si devono aggiungere più di 15mila minori (il 12,3% del totale) e 13.433 adulti maturi (il 10,9%). Su questi ultimi è interessante evidenziare che la variazione rispetto all’anno precedente è di oltre 3.500 persone (+35,9%). Molti sono sfuggiti dalla disoccupazione italiana, ma moltissimi fanno parte dell’universo dei nonni babysitter, quegli italiani, cioè, che si sono trasferiti per essere aiuto e sostegno di figli e nipoti residenti all’estero, soprattutto quando i bambini sono appena nati e non in età scolare, reinventandosi anche nel lavoro. La mobilità previdenziale, infine, si attesta sui 5.700 protagonisti (4,6% del totale), 800 circa in più rispetto all’anno precedente. L’attuale mobilità italiana resta un affaire del Settentrione, anche se nelle prime sette regioni troviamo rappresentate tutte le ripartizioni del Paese a riprova che, ancora, la questione riguarda complessivamente il territorio italiano e non solo una delle sue parti. Milano, Napoli, Torino, Roma, Treviso, Palermo e Brescia sono le prime province interessate. Le partenze sono avvenute da tutte le province e verso 191 destinazioni differenti.L'articolo Nel 2024 gli italiani espatriati crescono del 38% rispetto all’anno prima. Laureati in fuga dal Mezzogiorno proviene da Il Fatto Quotidiano.