AGI - Nel Rapporto Italiani nel Mondo 2025 cade il mito della "fuga dei cervelli", definita un dispositivo narrativo che da trent'anni incornicia la mobilità giovanile in una retorica emotiva di perdita, tradimento e trauma nazionale. Gli autori del dossier parlano di "cornice totalizzante" che riduce la mobilità a un esodo drammatico, trasformando i giovani in "cervelli" e non in persone con desideri, legami e biografie complesse."Le parole non descrivono solo la realtà, la creano", si legge nel rapporto, che invita a sostituire alla nozione di fuga una lettura più ampia di circolazione di competenze e di biografie transnazionali. Il Rapporto avverte che la narrazione dominante sulla mobilità giovanile rischia di diventare una gabbia psicologica per chi parte e per chi resta. Nei percorsi di vita dei giovani l'emigrazione viene spesso incasellata in un destino obbligato ("non profeta in patria") che produce vissuti di colpa, fallimento o disappartenenza. Allo stesso tempo, l'Italia si percepisce come un Paese da cui si deve fuggire, rafforzando un'identità collettiva fondata sulla perdita. Gli estensori del rapporto chiedono un radicale cambio culturale: "Non basta trattenere o rimpiangere i giovani, occorre coinvolgerli nella costruzione delle visioni collettive".In effetti non sono solo giovani italiani: a lasciare il Paese ma partono sempre più anche i cosiddetti "nuovi italiani", mentre parte dei migranti stranieri considera l'Italia una tappa provvisoria in vista di mete più attrattive. Il Rapporto parla di "questione urgente": rendere l'Italia un luogo in cui valga la pena restare. La sfida, si legge, non è fermare la mobilità, ma creare un contesto accogliente, capace di generare nuove energie demografiche, sociali ed economiche. Il dato che preoccupa: la circolarità migratoria europea esclude quasi sempre l'Italia dal ritorno.A smentire "la fuga dei cervelli" è anche il fatto che solo il 31,8% degli espatriati italiani del 2024 è laureato. La maggioranza (67,2%) ha un titolo di studio medio-basso, sfatando l'idea che a partire siano soltanto profili altamente qualificati. Il Rapporto avverte: continuare a parlare solo di "cervelli" nasconde la ricchezza dei percorsi e svaluta i talenti non accademici. Il fenomeno ricorda la Grande Emigrazione, quando gli italiani erano bollati come "ignoranti" pur contribuendo a trasformare economia e società in tutto il mondo."Il titolo di studio non misura il valore di una persona nel mondo", si legge nel testo. La fascia 25-34 anni si conferma il cuore della nuova mobilità italiana: nel 2024 rappresenta il 37,5% degli espatri e coincide con la fase in cui si completano gli studi e si avviano le prime carriere. Secondo il Rapporto, la mobilità è diventata "tessera ordinaria dei percorsi generazionali europei" più che un gesto di rottura. L'estero è visto come acceleratore di competenze e reti professionali che in Italia faticano a trovare spazio. La mobilità, sottolinea il dossier, va interpretata non come eccezione, ma come parte di un ecosistema globale di formazione e lavoro.Nel 2024 il 73,7% dei nuovi emigrati italiani si è diretto verso altri Paesi europei. Ma, avverte il Rapporto, la circolarità che caratterizza la mobilità intraeuropea non riguarda l'Italia: si parte, ma raramente si torna. Questo squilibrio alimenta il depauperamento demografico e sociale dei territori, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree interne già colpite da carenze strutturali. Per gli esperti, la risposta non può essere emergenziale: serve "rigenerare i territori", valorizzare le sperimentazioni già in corso e ridurre disuguaglianze che scoraggiano il radicamento.Il Rapporto ricostruisce la mobilità italiana dal 2006 a oggi attraverso dati e 22 saggi provenienti dai cinque continenti. Il quadro che emerge è un mosaico complesso di percorsi, competenze, fragilità e successi: non solo figure altamente qualificate ma anche diplomati e lavoratori con titoli medio-bassi, spesso protagonisti di integrazioni solide nei Paesi d'arrivo. Analizzati 26 Paesi, dall'Argentina alla Tunisia, con approccio misto qualitativo-quantitativo che restituisce la varietà reale dei percorsi migratori, al di là degli stereotipi. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone