Mattarella a Vienna: "Onu garante della pace solo se gli Stati glielo consentono"

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AGI - "L'Onu può adempiere al suo mandato di garante della pace internazionale solo se gli Stati che ne fanno parte le consentono di farlo. E, tuttavia, le Nazioni Unite restano, pur con tali limiti, uno straordinario, insostituibile strumento di pace e di stabilità, che sarebbe irresponsabile indebolire". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla sede delle Nazioni Unite a Vienna.Inaccettabile la nuova corsa alle armi nucleari"Il quadro geo-politico che abbiamo di fronte, dalla perdurante guerra di aggressione russa all'Ucraina, alla crisi in Medio Oriente, all'instabilità in diverse aree del continente africano, spesso associata a drammatiche crisi umanitarie, - ha aggiunto - richiede con tutta evidenza un sostegno attivo alle Nazioni Unite, non certamente il suo smantellamento. Penso, ad esempio, all'esigenza di rafforzare - e non demolire - l'architettura relativa al disarmo e alla non proliferazione delle armi nucleari, in una fase storica in cui, invece, assistiamo a inaccettabili allusioni all'impiego di armi di distruzione di massa"."Non esistono alternative al multilateralismo, a meno che non si ritenga di imboccare la strada dei conflitti permanenti, con un ritorno ad una visione primitiva dei rapporti fra popoli, i cui esiti sono storicamente e drammaticamente ben noti"Impegno contro la criminalità organizzata"Oggi, qui, a Vienna, rinnoviamo solennemente il nostro impegno contro la criminalità organizzata. Si tratta di una comune responsabilità morale che appartiene e deve unire la comunità internazionale nel suo insieme", ha sottolineato Matterella."La Convenzione di Palermo, con i suoi Protocolli Addizionali, nasce proprio dalla consapevolezza che il fenomeno della criminalità transnazionale, come tutte le altre sfide globali, puo' essere affrontato soltanto con un largo concorso di forze", ha spiegato, "Da qui deriva la sua perdurante attualità, a 25 anni dalla firma. Attualità che ci interpella severamente, a fronte dei risultati che ha saputo concretamente promuovere con riferimento a quella tensione morale, a quel sentimento del dovere, a quella determinazione che Giovanni Falcone riconduceva alla stessa dignità della persona"."Il crimine organizzato può essere vinto a patto che le istituzioni e le varie articolazioni della società si riconoscano nei doveri condivisi di civica responsabilità. È vero nei contesti nazionali ed è vero a livello sovranazionale" ha aggiunto il Presidente"Del resto, come si potrebbe pensare o pretendere, di combattere con successo - nell'angusta dimensione nazionale - organizzazioni e attività criminali transnazionali? Giovanni Falcone aveva intuito l'importanza della cooperazione internazionale come strumento per contrastare la criminalità organizzata: dai traffici illeciti alla movimentazione dei proventi di reato per il loro riutilizzo e riciclaggio", ha proseguito."Forte di questa convinzione, Falcone aveva guidato - proprio in questo edificio - la delegazione italiana alla prima sessione della Commissione ONU per la Prevenzione del Crimine e la Giustizia Penale, nel 1992, poche settimane prima del suo assassinio. La sua visione venne condivisa e sviluppata sino all'avvio dei lavori per la redazione della Convenzione di Palermo"."Oggi l'Onu continua a essere la cornice di riferimento fondamentale per affrontare sfide che travalicano i confini nazionali: la promozione di una agenda condivisa per la preservazione del nostro pianeta, le sfide poste dall'intelligenza artificiale, la tutela della salute globale, solo per citarne alcune: il crimine organizzato rientra in questa categoria di sfide che richiedono una risposta internazionale costante e coordinata", ha sottolineato Mattarella.