Lei è una vittima di revenge porn, diffamazione, stalking e diffamazione. Insieme all’ex fidanzato. Il quale nel 2020 è stato avvicinato da una donna su Instagram. Che poi ha contattato lei: «Un profilo di donna, che mi inviava immagini del mio fidanzato nudo, di sue chat erotiche. “Guarda cosa fa nelle ore notturne mentre tu riposi”, c’era scritto». A mandare il messaggio una donna residente in Lombardia. Che nei giorni scorsi ha ricevuto una condanna dal tribunale di Prato. Adescava gli uomini online attraverso falsi profili social confezionati dal figlio, anche lui condannato a un anno e un mese come suo complice anche nello stalking. Poi quando le chat e lo scambio di immagini diventavano espliciti inviava tutto a compagne e famiglie.La vittimaLa vittima parla oggi con il Corriere della Sera. Quando le sono arrivate le prime immagini ha pensato «a uno scherzo, ma guardando e leggendo la chat ho visto che quella dietro era casa nostra. Ho chiesto informazioni a quel profilo, che mi ha risposto di aver tanto altro materiale da darmi». A quel punto ha chiamato il fidanzato «e ho chiesto spiegazioni girandogli le chat. Cercava di arrampicarsi su specchi insaponati, ma ha dovuto ammettere subito. Gli ho detto che era finita, me ne sono andata». Però poi è tornata indietro: «No, ci abbiamo riprovato. L’amore era grande, i progetti erano grandi, un tradimento fisico non c’era stato. Abbiamo fatto un viaggio, io sono tornata a casa e ho deciso di passare il lockdown insieme a lui».La reazioneA quel punto l’altra donna si è infuriata: «Lei ha continuato a scrivermi e mandarmi materiale, era diventata così insistente che ho detto basta. L’ho bloccata. Lei mi ha risposto con questo messaggio: “Solamente le montagne non s’incontrano nella vita, ricordatelo sempre”. Era un avviso, ma non potevo saperlo. Ha cominciato a pedinare me e lui, venendo in Toscana dalla Lombardia». E ancora: «Io non sapevo chi fosse, ma ha cominciato a mandare quel materiale e le nostre foto scattate per strada a amici, parenti, colleghi di lavoro. Con plichi fisici e sui social. Io cercavo di tutelare il mio compagno, agli amici dicevo che era una truffa, che lui non c’entrava nulla».La paranoiaLa persecuzione è durata un anno: «Io ero diventata paranoica. Abbiamo denunciato i fatti alla polizia postale il giorno di San Valentino, ci siamo fatti questo regalo. Ho iniziato a vivere un periodo di terrore, chiunque aveva un telefono in mano mi faceva scattare, avevo paura, le persone amiche erano costrette ad accompagnarmi dal lavoro a casa». Poi un giorno l’ha incontrata: «Un giorno ero al bar. Vedevo questa donna con occhiali neri e mascherina che scattava foto. Era con un ragazzo giovane, che ho scoperto poi essere il figlio: feci a mia volta una foto senza farmi vedere e la mandai all’ispettore. Quella stessa sera mi sono ritrovata questa donna che mi inseguiva con il telefono puntato in stazione, ho avuto il coraggio di filmare lei che mi puntava l’obiettivo addosso».La femministaLei dice di essere una femminista: «Colpisce tutti, fa male a tutti, alla mia famiglia e a quella del mio ex, non c’è nulla di femminista in quello che ha fatto». E alla fine «ha ottenuto quello che voleva. L’ho lasciato da innamorata, perché non riuscivamo più ad andare avanti. Ma dopo un po’ lui stava già con un’altra, è andata bene così…». Dice che non bisogna «mai mandare cose private in chat, mai». Mentre le compagne devono avere «self control. Se c’è l’amore, cercare di capire e aiutare il proprio compagno. Capisco l’umiliazione e il crollo della stima, oltre alla delusione, ma io ho avuto la forza di lottare. E soprattutto denunciare senza pensarci su».L'articolo «Ha adescato il mio ex in chat per distruggere la nostra relazione» proviene da Open.