La storia del bosco abbattuto a Reggio Emilia da un’immobiliare. Il Comune: “Niente multa, gli alberi non ci sono più”

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A Reggio Emilia un bosco è stato abbattuto e forse in modo irregolare. Ma, anche fosse, non è stato possibile applicare sanzioni perché al momento del sopralluogo “gli alberi non c’erano più”. È la spiegazione testuale fornita dal Comune emiliano per bocca dell’assessora all’Ambiente Carlotta Bonvicini durante un consiglio comunale ad inizio novembre. Una risposta che ha suscitato la rabbia dei cittadini riuniti nel Comitato “Bosco urbano Baragalla”, nato nel 2021 per provare a salvarlo, ma anche di una parte delle forze d’opposizione. “Una motivazione che lascia senza parole”, hanno commentato Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli, consiglieri della lista Coalizione civica. “Non è una semplice svista amministrativa – sottolineano -: è una questione di giustizia ambientale e trasparenza istituzionale. Chiediamo che vengano resi pubblici verbali, sopralluoghi e sanzioni e che si stabilisca un principio chiaro: chi abbatte alberi senza autorizzazione deve risponderne davanti alla comunità”. Il comitato evidenzia che il suo lavoro di monitoraggio, segnalazione e foto mappatura “sono carta straccia“. “Nessuna sanzione per chi ha disboscato piante tutelate dal regolamento del verde” si legge in un post dell’associazione.Il bosco si trova nel quartiere Baragalla (nell’area Sud-Ovest di Reggio), una zona prevalentemente residenziale e in parte artigianale e commerciale. Qui, in un’area di proprietà privata, negli ultimi 40 anni un terreno agricolo ha lasciato spazio a una flora spontanea tipica della pianura che dal 2014 è stata indicata dal sistema forestale della Regione Emilia-Romagna come “Bosco non governato o irregolare di olmo campestre”. Gli originari 40mila metri quadri hanno subìto un progressivo ridimensionamento, dopo l’attuazione di due differenti Piani urbanistici e di una variante. È rimasta una zona boscosa di 24mila mq con pioppi bianchi, gelsi, esemplari di prunus, aceri, farnie, ma anche robinie e ailanti, tanti olmi, per lo più allo stato arbustivo e poi rovi e in un’area umida anche canne di palude. Un bosco abitato da una ricca varietà di specie animali.Un frammento di paesaggio messo a repentaglio nel 2004 quando è stato approvato un nuovo piano urbanistico ed è stato dato il via libera a un permesso di costruire che ha portato nel 2019 ai progetti di due immobiliari per la realizzazione “di una medio-piccola struttura di vendita di tipo extra alimentare”, “di edifici residenziali per affitto convenzionato”, oltre che di una rotonda stradale. Da qui inizia la mobilitazione di cittadini ed esponenti delle opposizioni che ha portato a mozioni (respinte dalla maggioranza guidata dal Pd). Gli abbattimenti, realizzati dalla Immobiliare Nebbiara, per conto di Coop Alleanza 3.0, iniziano a novembre 2021 e in quei mesi il comitato pubblica sui social video e foto che documentano la presenza del bosco, anzi meglio di numerose piante con caratteristiche dimensionali tali da poter essere definite alberi. Per buttarli giù servirebbe un permesso comunale. Sei mesi dopo l’assessora Bonvicini, intervenendo in consiglio, spiega: “Non essendo ancora giunti alla fase attuativa e non essendo ancora stato depositato un permesso di costruire, il verde esistente è da considerarsi assoggettato al regolamento comunale del verde”. In ogni caso “non è mai giunta alcuna formale richiesta di abbattimento”. Precisa però che “da una prima analisi risulta che la maggioranza delle alberature per le caratteristiche rilevate non necessitasse di una richiesta formale di abbattimento”.Dopo tre anni l’epilogo: racconta Coalizione Civica, una lista di minoranza, che l’assessora all’Ambiente ha ammesso che “sono state rilevate irregolarità” nell’abbattimento del Bosco ma non è stato possibile applicare sanzioni perché “gli alberi non c’erano più”. “Sogno una città in cui chi sbaglia paga – attacca il consigliere De Lucia – anche se si tratta di grandi aziende molto vicine all’attuale e alle passate amministrazioni. Pensate il paradosso: un qualsiasi cittadino reggiano deve compilare un modulo per tagliare nel proprio giardino un albero con un diametro superiore ai 25 centimetri, mentre ci sono aziende che distruggono un intero bosco e nemmeno vengono multate”. Bisognerebbe che le piante riuscissero a parlare. Potrebbero dire quel che in molti non sanno “vedere”.L'articolo La storia del bosco abbattuto a Reggio Emilia da un’immobiliare. Il Comune: “Niente multa, gli alberi non ci sono più” proviene da Il Fatto Quotidiano.