Il fenomeno delle presunte apparizioni avvenute a Dozulé, in Francia, “è da ritenersi, in maniera definitiva, come non soprannaturale” e quindi “non ha un’autentica origine divina”. La decisione, riportano i media vaticani, è arrivata con una lettera a firma del cardinale, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Victor Manuel Fernández. Il porporato nella missiva autorizza il vescovo di Bayeux-Lisieux Jacques Habert ad emettere il relativo decreto. La decisione è stata approvata dal Papa lo scorso 3 novembre. A Dozulé negli anni ’70 Gesù sarebbe apparso per 49 volte alla madre di famiglia Madeleine Aumont, chiedendo la realizzazione della ‘Croce Gloriosa di Dozulé‘, mai costruita. “Quello che Cristo ha compiuto è irriproducibile”“Il Dicastero – si legge nella lettera del cardinale Fernández rivolta al vescovo Jacques Habert – la autorizza a dichiarare in maniera definitiva che il fenomeno delle presunte apparizioni di Dozulé è riconosciuto come non soprannaturale, cioè che non ha un’autentica origine divina”. Tra gli elementi problematici evidenziati nei messaggi c’è l’aver paragonato “la croce richiesta a Dozulé a quella di Gerusalemme”, il che “rischia di confondere il segno con il mistero, e di dare l’impressione che si possa ‘riprodurre’ o ‘rinnovare’ in senso fisico ciò che Cristo ha già compiuto una volta per sempre”. Si sottolinea inoltre che “alcune formulazioni contenute nei presunti messaggi di Dozulé insistono nella costruzione della ‘Croce Gloriosa’, quale segno nuovo, necessario alla salvezza del mondo, o mezzo privilegiato per ottenere il perdono e la pace universale. Si parla a volte di ‘moltiplicare il segno’, come se tale diffusione costituisse una missione imposta da Cristo stesso”.Il Dicastero per la Dottrina della Fede osserva che “la Croce non ha bisogno di 738 metri d’acciaio o cemento per farsi riconoscere: essa si eleva ogni volta che un cuore, sotto l’azione della grazia, si apre al perdono, che un’anima si converte, che la speranza risorge là dove sembrava impossibile, e anche quando, baciando una piccola croce, un credente si affida a Cristo”. E ribadisce che “nessuna rivelazione privata deve essere considerata un obbligo universale o un segno che si imponga alla coscienza dei fedeli, anche qualora insieme a tali fenomeni si producano frutti spirituali. La Chiesa incoraggia le espressioni di fede che conducono alla conversione e alla carità, ma mette in guardia da ogni forma di ‘sacralizzazione del segno’ che porti a considerare un oggetto materiale come garanzia assoluta della salvezza”.Questo articolo Vaticano, Dicastero Fede: “Le presunte apparizioni a Dozulé non sono soprannaturali” proviene da LaPresse