Ex Ilva, dal 15 novembre scatta la cassa integrazione per 5.700 lavoratori. A gennaio si arriverà a 6mila unità

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Cassa integrazione per 5.700 lavoratori dell’ex Ilva di Taranto, da subito, e il numero salirà ulteriormente da gennaio per arrivare a 6.000. È quanto ha esposto ai sindacati, secondo quanto si apprende, il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel corso del vertice alla presidenza del Consiglio fra governo e organizzazioni sindacali. Al momento sono 4.450 i lavoratori in cig. Numero che, pertanto, passerà dal 15 novembre a fine dicembre a 5.700 unità a causa – si apprende – del fermo delle cokerie che sarebbe finalizzato alla de-carbonizzazione dell’impianto. Poi, da gennaio, il numero crescerà a 6mila. Attualmente, secondo quanto riferiscono i sindacati, l’organico effettivo dello stabilimento Taranto è di 7.938 unità: di cui 5.371 operai,1.704 quadri e 863 equiparati.Sul tavolo del confronto sindacati-governo sull’ex Ilva ci sarebbe pertanto la cig prolungata e allargata. A Palazzo Chigi la riunione è presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per l’esecutivo sono presenti – oltre a Urso – il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, il ministro dell’Ambiente, oltre a Stefano Caldoro, consigliere della premier Giorgia Meloni per i rapporti con le parti sociali. Oltre ai rappresentati di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager, partecipano anche i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.“L’unica soluzione è quella di una azienda partecipata pubblica”, ha dichiarato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, entrando all’incontro. “In questi giorni – ha aggiunto – ho letto le dichiarazioni del ministro Urso che dice che non si può, per la nostra Costituzione, nazionalizzare: noi abbiamo sempre detto che va costituita una società a partecipazione a maggioranza pubblica che gestisca la fase di transizione dell’azienda. Il punto è che, ad oggi, non abbiamo nessuna notizia sul bando per l’eventuale acquisizione. La cosa che ci preoccupa di più è la situazione dal punto di vista finanziario e occupazionale”, ha concluso De Palma. “Ci aspettiamo finalmente una risposta concreta, pensiamo che il Governo non abbia nulla in mano e speriamo ci smentisca”, è stato il commento prima del vertice del segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano: “La situazione per noi è molto critica, non vediamo di fatto un progetto, un piano industriale e ci aspettiamo che ci venga spiegato”, ha aggiunto.L'articolo Ex Ilva, dal 15 novembre scatta la cassa integrazione per 5.700 lavoratori. A gennaio si arriverà a 6mila unità proviene da Il Fatto Quotidiano.