Intervista a Maurizio de Giovanni

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Abbiamo incontrato lo scrittore Maurizio de Giovanni in occasione della presentazione del suo nuovo, straordinario romanzo, “L’orologiaio di Brest”, incentrato sulla storia di tre personaggi molto diversi, ma che hanno in comune il fatto che il tempo, per loro, si è fermato, proprio come un orologio rotto le cui lancette segnano sempre la stessa ora.Il padre letterario del Commissario Ricciardi, i Bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre e la ex agente dei servizi segreti Sara ci ha fatto l’onore di parlarci del suo libro.1) Vuole presentarci il suo nuovo romanzo?“L’orologiaio di Brest” è un romanzo che si muove tra tempi e luoghi diversi, alla ricerca di una verità che non si lascia afferrare facilmente. È la storia di persone sospese, che portano dentro di sé un dolore antico, ma continuano, ostinatamente, a cercare un senso.Non è solo un noir: è un viaggio nella memoria individuale e collettiva, un’indagine su ciò che resta, in ciascuno di noi, quando il tempo sembra essersi fermato.2) Qual è stata la scintilla che glielo ha ispirato?Tutto nasce da una domanda: che cosa succede quando non abbiamo più il coraggio di guardare il passato negli occhi?La scintilla è una fotografia, un ricordo sfocato degli anni in cui molte vite sono state travolte dalla Storia con la “S” maiuscola e non tutti ne sono usciti vivi. Da lì è nato il desiderio di raccontare quelle esistenze spezzate e la loro ostinazione a trovare un ordine nel caos.3) La struttura narrativa appare più complessa del solito. Perché questa scelta?Perché la realtà è raramente lineare. I ricordi non si presentano in fila indiana; arrivano a strappi, per frammenti. Mi sembrava che questa storia chiedesse proprio questo: una narrazione che rispecchiasse la fatica di ricomporre i pezzi.4) Perché gli anni ’80? Cosa apprezza di più e di meno di quel periodo?Gli anni Ottanta sono stati un decennio di contraddizioni: di speranze e di paure, di musiche indimenticabili e di ombre pesantissime. In Italia sono stati gli anni del riflusso, ma anche della memoria rimossa.Mi interessava quel momento in cui tutto sembrava possibile, eppure tante verità venivano sepolte perché troppo scomode.5) Nei suoi libri recenti si avvertono più temi politici. Perché?La politica è il modo in cui le decisioni collettive impattano sulle vite individuali.Oggi viviamo un momento di grande smarrimento. Ci vorrebbe più ascolto, più partecipazione, più rispetto. Se nei miei romanzi questo emerge, è perché avverto il bisogno, quasi la responsabilità, di non voltarmi dall’altra parte.6) Chi è l’Orologiaio di Brest?È un uomo che ha attraversato la Storia e ne porta addosso il peso. Un artigiano, qualcuno che conosce la precisione, l’attenzione. Ma anche un uomo pieno di segreti, che ha imparato a difendere ciò che ama pagando un prezzo altissimo.7) Il tempo come meccanismo inceppato: può essere riparato?Il tempo, per certi dolori, non scorre: resta lì, fermo, immobile, a ricordarci ciò che abbiamo perso. Si può riparare? Non lo so.Credo che, a volte, più che far tornare le lancette a muoversi, si debba imparare a convivere con il loro silenzio.8) L’amore come tema centraleL’amore è la forza più potente della vita: crea, distrugge, salva, condanna.Non c’è un modo “giusto” di amare. C’è solo il modo che abbiamo, con le nostre fragilità e i nostri errori. E ogni amore, se è vero, lascia una traccia che non scompare.9) C’è un personaggio più positivo degli altri?Non credo ai personaggi “buoni” o “cattivi”. Credo alle persone. Ognuno di loro porta dentro ferite e desideri, e ciascuno cerca di sopravvivere come può.10) L’assenza del padre ha un valore simbolico?Certamente. L’assenza è una presenza potentissima: determina scelte, crea vuoti impossibili da colmare. Il padre è il passato, la radice, la spiegazione. Senza, si cresce alla ricerca di un senso o di un colpevole.Per Andrea, Vera e Maddalena questo vuoto è un motore: li spinge in direzioni diverse, ma sempre verso un’idea di verità che possa restituire loro un’identità.11) Ci sarà un seguito? Prossimi progetti?Un secondo libro sicuramente. Ma prima torneranno I Bastardi di Pizzofalcone.Federica Focà