Dietro le fotografie sorridenti e le maglie rossonere, Bmw in Tour è un test concreto per capire quanto la responsabilità sociale possa diventare pratica quotidiana e non semplice slogan. La terza stagione del progetto promosso da Fondazione EcoEridania Insuperabili e A.C.I.B., con il supporto di BMW Italia e AC Milan, alza infatti l’asticella: 15 tappe, tutte le sedi Insuperabili coinvolte, l’intera rete dei concessionari BMW in campo, altri 16 dealer supporter, partner come Alphabet, BMW Bank, BMW Driving Experience, GenArt, Italia Bilanci, Visual Software e Car Garantie. Non un’operazione d’immagine, ma un percorso che chiede alle aziende di uscire dagli uffici e condividere lo stesso campo da calcio con chi è meno fortunato.A introdurre la conferenza è stato Roberto Olivi, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di BMW Italia, che ha ricordato come “restituire valore” sia il punto d’origine del progetto: “Bmw in tour rappresenta una visione condivisa: creare legami tra persone, territori e imprese. È questo il modo più autentico di intendere l’inclusione”.Nel messaggio inviato da Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di BMW Italia, il progetto viene definito “speciale perché unisce ragazzi, concessionari e partner in una rete di valori condivisi che non conosce limiti”. Un’idea che si inserisce nel programma SpecialMente, la piattaforma di corporate citizenship di BMW Italia dedicata a cultura, educazione e inclusione sociale.Enzo Zarattini, presidente A.C.I.B., ha sottolineato come “il vero valore di un’auto non sia solo la tecnologia, ma l’impatto positivo sulla vita delle persone”, spostando l’attenzione dall’oggetto alla comunità. Davide Leonardi, presidente della Fondazione EcoEridania Insuperabili, ha raccontato con emozione quanto la collaborazione con BMW e Milan abbia amplificato la portata del loro lavoro: “Da soli valiamo dieci, con loro cento”. Non è solo una metafora: dentro ci sono 800 atleti, 19 sedi e un movimento che ha appena vinto la Champions paralimpica.BMW in Tour funziona quando smette di essere un evento e diventa metodo. Quando il “talento residuo” caro ad Alex Zanardi smonta l’idea di limite come etichetta definitiva. Quando i dealer locali raccontano queste partite nei propri territori e il logo “+ Diversity is More” diventa un impegno reale.La prossima stagione sarà la prova più interessante: capire se questa alleanza fra impresa, sport e terzo settore può diventare un modello stabile. Se le promesse saranno mantenute, BMW in Tour non sarà solo una bella storia. Sarà la dimostrazione che, ogni tanto, il pallone può restituire molto più di quanto prende.L'articolo BMW in Tour, quando l’inclusione scende in campo e diventa responsabilità concreta proviene da Il Fatto Quotidiano.