Le prescrizioni di psicofarmaci a bambini in Italia sono raddoppiate dal 2016 a oggi

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navirusDal 2016 al 2024 è raddoppiato il consumo di psicofarmaci da parte di bambini e adolescenti in Italia. Nove anni fa, la percentuale di chi li assumeva dietro prescrizione medica si fermava allo 0,26% del totale. Lo scorso anno, il dato è più che raddoppiato, passando allo 0,57%. A certificarlo è l’ultimo rapporto annuale dell’agenzia Aifa sull’uso dei medicinali, che ha riacceso i riflettori su una tendenza che secondo gli esperti ha cominciato a delinearsi negli anni del Covid e da allora è in progressivo aumento.L’impatto del covid sulla salute mentale dei più giovaniI lunghi periodi di lockdown e chiusura delle scuole hanno avuto come effetto collaterale il confinamento tra le mura domestiche di milioni di bambini e adolescenti, costretti a rinunciare alle uscite con gli amici o alle attività sportive di gruppo per evitare il contagio. Durante quel periodo, secondo gli esperti, sono cominciati emergere disagi mentali rimasti sotto traccia per ani. E il risultato, come evidenzia il rapporto Aifa, è che le prescrizioni di antidepressivi (utili per trattare depressione e disturbi ossessivo-compulsivi) e stimolanti (indicati per chi soffre di deficit dell’attenzione) sono cresciute proprio tra i più i giovani.Il cambio culturale e la fine dello stigmaFra le righe del report di Aifa resta però spazio per un po’ di ottimismo. «Sono sempre di più i giovani che chiedono aiuto spontaneamente, parlandone con genitori e amici. I social da questo punto di vista sono stati un conforto, un canale attraverso il quale raccontare il disagio tra simili», spiega al Corriere Antonella Costantino, direttrice del reparto di Neuropsichiatria al Policlinico di Milano. Insomma, se fino a qualche anno fa il tema della salute mentale era un tabù anche tra i più giovani, ora non lo è più. E anche in famiglia, sottolinea l’esperta, questo genere di situazioni è sempre più tollerata e compresa.Il confronto con gli Usa«I sintomi del malessere psichico – aggiunge Costantino – sono diventati accettabili agli occhi degli altri. L’autolesionismo o la rabbia, di cui si è parlato tanto nel post pandemia, sono usciti fuori dal cono dello stigma». Ma al cambio di paradigma culturale si è affiancato anche un altro fenomeno: l’atteggiamento di sempre maggiore apertura da parte dei professionisti sanitari nei confronti degli psicofarmaci. Il rischio, specialmente nei più giovani, è di eccedere con il ricorso alle medicine. Ma su questo l’Italia resta molto lontana da altre esperienze occidentali. Negli Stati Uniti, per esempio, il 25 per cento di bambini e adolescente è trattato con psicofarmaci.Foto copertina: Pixabay/Michal JarmolukL'articolo Le prescrizioni di psicofarmaci a bambini in Italia sono raddoppiate dal 2016 a oggi proviene da Open.