Petrachi: “Le proprietà straniere vogliono insegnarci il calcio. Stavo portando Gasp alla Roma cinque anni fa, ma poi…”

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L’ex ds della Roma, Gianluca Petrachi, ha parlato questa mattina a Rete Sport. Le sue dichiarazioni sul lavoro del direttore sportivo, sulla scelte dei calciatori e sulla sua esperienza in giallorosso.Quanta voglia ha di tornare?“Voglia smisurata, il calcio è quasi una religione per me. Il richiamo c’è sempre, aspetto l’occasione giusta per ripartire”.Quanto il mercato è cambiato in Italia, sia nel valore economico che nello scouting?“Tantissimo, le proprietà straniere hanno portato la loro cultura. Ci si affida molto agli algoritmi. Oggi vengono a insegnare a noi come si fa calcio, e questa è la cosa più brutta. Giusto avvalersi della tecnologia e dei numeri, ma la scelta di un calciatore è anche figlia del sentimento che suscita nel ds…”Lei su Gasperini c’era arrivato 5 anni prima. Lei era convinto di aver in mano un accordo con Gasp, poi cosa è accaduto?“Col mister abbiamo avuto chiacchierate, c’era una visione molto simile sul fare calcio. Su tutti i punti eravamo molto d’accordo, era un momento in cui poteva andare via dall’Atalanta, ma doveva aspettare l’ok del presidente Percassi. Non poteva darmi la certezza, ma mi disse che avrebbe avuto molto piacere a venire alla Roma e a lavorare con me. Tanto che iniziammo a buttare giù una lista di possibili acquisti. Poi mi disse che il presidente non lo avrebbe liberato, ma lui sarebbe già potuto arrivare cinque anni fa”.Rimpianti alla Roma? E di cosa va fiero?“Mi baso sui numeri: dopo l’annata 19/20, quella è la Roma con cui ha fatto più punti negli ultimi anni. Nonostante i soldi spesi per Abraham, Vina, Shomurodov, quella è stata la Roma che aveva fatto più punti, e se si fosse continuati con quel progetto chissà dove si sarebbe potuti arrivare. Rimpianto? Non aver chiarito le incomprensioni con Pallotta, il mio interlocutore non era lui, ma Fienga. Se fossi andato da Pallotta a Boston chissà, magari il mio percorso sarebbe stato diverso. Ma purtroppo il mio inglese è scolastico, e Pallotta l’italiano non lo parlava. Resta il fatto che la Roma la seguo sempre, Mancini e Pellegrini sono calciatori con cui mi sento ancora e sono ragazzi eccezionali”.LEGGI ANCHE – Roma, rimpianto Shomurodov: è capocannoniere in TurchiaSulla Roma di oggi.“Se avesse un grande attaccante, avrebbe buone chance di restare in quella posizione. Gasp è uno che non guarda in faccia a nessuno, e questo è fondamentale nell’ambiente di Roma. Lui non fa favoritismi, ha portato a Trigoria la cultura del lavoro. Ecco perchè avevo scelto lui, mi serviva una persona tosta accanto. Sui calciatori presi, noi Bailey lo avevamo trattato già, ma ci chiesero 25 milioni. Però meglio Mikhitaryan a zero….”Colpo mancato che pensava di prendere alla Roma?“Sono dei momenti che poi bypassi. Io ho fatto zero a zero tra cessioni e acquisti vendendo i vari Gonalons, Nzonzi, Olsen, Schick, portando 80 milioni, e ho rifondato la Roma abbassando il monte ingaggi”.Secondo lei Pellegrini resterà alla Roma?“Me lo auguro. Essere profeti in patria è difficilissimo, ma lui ha personalità. Ha dimostrato quanto è legato alla maglia, e con Gasperini, mettendo benzina, può essere un valore aggiunto. E’ un centrocampista che sa fare tutto, sa inserirsi, sa fare sia la fase difensiva che offensiva. Pellegrini ha sempre aiutato tutti i nuovi arrivati a far capire cosa fosse la Roma”.LEGGI ANCHE – Roma, il Napoli torna su Pellegrini. E a gennaio si prospetta un duello per MainooFonte: Rete SportL'articolo Petrachi: “Le proprietà straniere vogliono insegnarci il calcio. Stavo portando Gasp alla Roma cinque anni fa, ma poi…” proviene da Giallorossi.net | Notizie AS Roma, Calciomercato ed Esclusive.