Si accende nuovamente la tensione tra la redazione di Report e il Garante per la protezione dei dati personali. Alla vigilia della nuova puntata del programma di Rai 3, in onda domenica 9 novembre, è il servizio dedicato agli smart glasses di Meta ad alimentare lo scontro. L’Autorità per la Privacy ha definito l’inchiesta «destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della materia o, peggio, di mala fede», auspicando che la Rai «si astenga dal trasmettere, nei termini annunciati, il servizio».Parole dure, che hanno immediatamente provocato la replica del conduttore Sigfrido Ranucci: «Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di bloccare la messa in onda di una trasmissione da parte del Garante». Da Viale Mazzini, però, fonti Rai precisano che non è arrivata alcuna richiesta formale di sospensione del servizio. Non è la prima volta che il programma entra in rotta di collisione con l’Autorità per la Privacy. Solo una settimana fa, il componente Ghiglia aveva inviato una diffida preventiva a Report per un altro servizio riguardante il suo ruolo nella procedura relativa alla multa sul caso dell’audio del ministro Sangiuliano. Anche allora, nonostante le pressioni, la trasmissione era andata regolarmente in onda.Il nodo dello scontoL’inchiesta di Report ricostruisce un episodio risalente a ottobre 2024, quando – secondo la trasmissione – il componente del Collegio del Garante, Agostino Ghiglia, avrebbe incontrato Angelo Mazzetti, responsabile istituzionale di Meta in Italia, alla vigilia della decisione su una multa milionaria. «Il primo modello di occhiali intelligenti dell’azienda statunitense – spiegano i giornalisti del programma – era finito sotto la lente dell’Autorità per presunte violazioni della privacy, sia nei confronti degli utilizzatori sia delle persone riprese. I dipartimenti propongono una multa di 44 milioni di euro, ma il collegio non è d’accordo. Il giorno dopo l’incontro tra Agostino Ghiglia e Angelo Mazzetti, la multa viene abbassata. Alla fine Meta pagherà la sanzione?», riporta il programma su Facebook.Ad agosto 2024 il collegio – sostiene ancora Report -, «non sapendo come gestire questa nuova tecnologia, ipotizza l’archiviazione del procedimento o il rinvio all’autorità irlandese, ma tra i garanti c’è chi ipotizza un danno erariale», viene ricostruito nella clip, che riporta una presa di posizione di Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante: «Qui c’è una sanzione da 44mila euro che noi non irroghiamo. Di 44 milioni! Qui ci possono essere anche altri profili di responsabilità, d’accordo? Perché comunque sono soldi che non entrano nelle casse dello Stato. Questa è una vicenda delicatissima e molto, molto seria. E io non mi assumo la responsabilità». Il giorno dopo l’incontro tra Ghiglia e Mazzetti – è la ricostruzione del programma – «il Collegio, avendo ammorbidito la posizione di Meta, riduce la multa da 44 milioni di euro a 12 milioni e mezzo. La sanzione passa dall’1% del fatturato annuo allo 0,28%».La posizione del Garante e la replica di Ranucci L’Autorità, in una nota ufficiale, smentisce ogni ipotesi di irregolarità o di danno per le casse pubbliche: «Nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale è mai stato configurabile. Il Collegio ha semplicemente ritenuto, al termine di una discussione complessa e su una fattispecie inedita in Europa, di non aderire alla proposta sanzionatoria degli uffici, non condividendone i presupposti di fatto e di diritto». Il Garante invita quindi Report a «svolgere i necessari approfondimenti in diritto» e si riserva di valutare eventuali iniziative «nelle sedi competenti». Ranucci respinge con forza le accuse di mala fede: «Non siamo noi a parlare di danno erariale, ma una componente del Garante, la professoressa Cerrina Feroni. Noi abbiamo semplicemente raccontato un fatto, riportando ciò che è emerso dalle carte e dalle riunioni. Se oggi la Corte dei Conti potrà valutare la vicenda, è grazie a Report. È questo il senso del servizio pubblico», conclude. L'articolo Garante della Privacy-Report, il nuovo scontro è sugli occhiali Meta: «Non mandi in onda il servizio». Ranucci replica: «Andiamo avanti» proviene da Open.