Basta poco per diventare ‘non idonei’ alla comunità ed essere cancellati dal web

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Abbiamo appreso in questi giorni che sono stati cancellati da You Tube oltre 700 video e chiusi tre account di organizzazioni per i diritti umani palestinesi. In effetti, il rischio più grande che viviamo oggi è di vedere cancellate intere porzioni di storia e scomode verità in un battito di ciglia, sfruttando anche l’inebetimento generale dilagante.Sarà sufficiente eliminare con cura account e pagine che contengono contenuti ritenuti viscidamente “non idonei” alla comunità, quindi, nutrire sapientemente con dati compiacenti le intelligenze artificiali generative di cui già ci serviamo – e ci serviremo sempre di più in futuro – per effettuare le nostre ricerche.Sta succedendo tutto questo in merito a ciò che purtroppo continua ad accadere Gaza (di cui si parla sempre più svogliatamente) ma sta avvenendo, più in piccolo, anche a un magazine indipendente di contro-informazione di nome Matrice Digitale e al suo fondatore Livio Varriale che si sono visti cancellare da un giorno all’altro tutti i loro profili e pagine (evidentemente scomodi) su YouTube, Instagram e Facebook. E questo accade attraverso automatismi decisionali dettati da una censura (più o meno spontanea) a tantissime utenze sui social, nel silenzio generale, perché nulla si può davanti all’ineccepibilità del “giudice algoritmico”.La censura dei nostri giorni è pelosa, strisciante, ipocrita e incredibilmente potente. Due anni fa osservavo che se non si è su Google non si esiste più digitalmente. E le nostre esistenze analogiche sono da tempo ben ancorate su binari digitali. Oggi quei binari sono indirizzati da algoritmi sempre più “intelligenti”, in grado di profilare dettagliatamente e – almeno in astratto – idonei a manipolare coscienze, indirizzando acquisti, scelte etiche e voti.Proviamo solo a immaginare quanto sia teoricamente semplice oggi, per il nostro Paese, sbarazzarsi di episodi storici imbarazzanti come il fascismo. Sarebbe sufficiente, per gli Stati nazionali, coltivare accordi strategici con determinate Big Tech che detengono il potere dei dati e il gioco è fatto in un paio di click. Oggi pochissime piattaforme detengono un potere immenso su di noi. Identità, domicili, pensieri, riflessioni, abitudini, comportamenti sono datificati e gestiti alle nostre spalle attraverso soluzioni informatiche.Non posso non riflettere sul fatto che in un prossimo, possibile futuro, potrebbero essere proprio gli esseri umani a non riuscire a superare il test di Turing (che – come noto – è uno strumento per valutare l’intelligenza artificiale, quindi utile per misurare la capacità di una macchina di esibire un comportamento indistinguibile da quello umano), perché potrebbero essere stati totalmente profilati e manipolati da algoritmi che apprenderebbero e indicherebbero comportamenti compiacenti al posto loro, rendendoli così mentalmente poco utili.Ovviamente sto descrivendo uno scenario, senz’altro distopico, ma purtroppo possibile. Dipende da noi. Perché la normativa europea non può bastare a generare consapevolezza diffusa su argomenti così importanti e che incidono pesantemente sulle nostre democrazie.Parleremo di questi argomenti anche a Lecce, durante il Digeat Festival, una tre giorni di appuntamenti in cui si discuterà tra i palazzi storici della città salentina di tematiche afferenti alla digitalità pervasiva che ci riguarda tutti. Un’opportunità unica di confronto voluta dalla Regione Puglia, in collaborazione con il Progetto editoriale Digeat, di cui sono direttore responsabile. C’è disperato bisogno di spazi di pensiero libero e di “slow food” culturale per arginare il semplicismo informativo che purtroppo caratterizza i nostri spensierati passi social dove già un video di 1 minuto è troppo lungo per farsi ascoltare.Vi aspetto a Lecce!Qui le info: https://digeatfestival.it/L'articolo Basta poco per diventare ‘non idonei’ alla comunità ed essere cancellati dal web proviene da Il Fatto Quotidiano.