Virginia Giuffre e Donald Trump. Le email di Epstein e il sospetto: «Per questo è stato ucciso»

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Virginia Giuffre e Donald Trump. Le email di Jeffrey Epstein pubblicate dai democratici della Camera aprono uno squarcio sulle relazioni del presidente degli Stati Uniti con il miliardario pedofilo morto in cella. E sul suo «piatto di frutta», ovvero la 17enne che Ghislaine Maxwell impiegò come “massaggiatrice itinerante” del compagno dopo averla incontrata proprio a Mar-a-Lago. I dem hanno dato in pasto al pubblico i messaggi tra Epstein, Maxwell e lo scrittore Michael Wolff. In uno di questi Jeffrey dice che Donald «era a conoscenza delle ragazze». In un’altra che «era venuto a casa mia molte volte» e «non aveva ricevuto un massaggio».Donald Trump e Virginia GiuffreLe email fanno parte di una serie di documenti pubblicati da una commissione del Congresso. Trump ha negato con veemenza e coerenza di essere a conoscenza del traffico sessuale di Epstein. Ha affermato che lui ed Epstein, morto suicida in una cella di una prigione di Manhattan nel 2019 erano un tempo amici. Ma poi avevano litigato su questioni di business. Il caso Epstein ha tormentato Trump per mesi. Irritando persino i suoi sostenitori politici, che credono che il governo abbia nascosto i legami di Epstein con i ricchi e i potenti. E che sono stati insolitamente critici nei confronti del Dipartimento di Giustizia per non aver rilasciato ulteriori informazioni sul caso Epstein. Il presidente ha accusato i Dem di aver pubblicato le email per distogliere l’attenzione dallo shutdown, terminato nel frattempo ufficialmente stanotte.Le rivelazioni«I Democratici stanno cercando di tirare di nuovo in ballo la bufala di Jeffrey Epstein perché farebbero qualsiasi cosa per distogliere l’attenzione da quanto male abbiano fatto sullo Shutdown e su tanti altri argomenti», ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social. Le rivelazioni sono arrivate il giorno in cui la deputata democratica Adelita Grijalva ha prestato giuramento davanti al Presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson. Ottenendo la maggioranza necessaria per forzare un voto alla Camera per la pubblicazione di tutti i documenti non classificati relativi a Epstein, cosa che Johnson e Trump hanno finora negato. «È giunto il momento che il Congresso ripristini il suo ruolo di controllo e bilanciamento su questa amministrazione», ha dichiarato Grijalva.Le email e i messaggiLa serie di email include un messaggio del 2011 a Maxwell in cui Epstein descriveva Trump come «quel cane che non ha abbaiato». Aggiungendo che Trump aveva «passato ore a casa mia» con una delle sue vittime, il cui nome è stato omissato. Più tardi, i repubblicani hanno pubblicato una serie di 20 mila documenti relativi a Epstein in cui il nome di Trump emerge frequentemente, sebbene tipicamente nel contesto della sua carriera politica o di accuse di comportamento sessuale. In uno scambio di battute Epstein fa riferimento a una fidanzata ventenne che «diede a Donald» nel 1993. E parla di foto di «Donald e ragazze in bikini nella mia cucina», anche se non è chiaro se stia scherzando. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha accusato i Democratici di aver censurato il nome della vittima nelle email pubblicate perché la vittima era Virginia Giuffre, morta suicida ad aprile. E che aveva definito Trump amichevole senza accusarlo di alcun illecito nelle sue memorie postume.I sondaggi sul dossier Epstein«Queste email non dimostrano assolutamente nulla se non il fatto che il presidente Trump non ha fatto nulla di male», ha dichiarato Leavitt. Solo quattro repubblicani su dieci hanno dichiarato, in un sondaggio Reuters/Ipsos di ottobre, di approvare la gestione dei dossier Epstein da parte di Trump. Un risultato ben al di sotto dei nove su dieci che approvano la sua performance complessiva alla Casa Bianca. Il presidente ha nel frattempo negato di voler dare la grazia a Maxwell.Le pressioniTrump e altri funzionari dell’amministrazione hanno contattato le rappresentanti repubblicane Lauren Boebert e Nancy Mace per cercare di convincerle a rimuovere i loro nomi dalla petizione, che costringerebbe a votare per la pubblicazione di tutti i dossier, secondo quanto riportato da Axios e altri media. Boebert ha dichiarato ai giornalisti di non aver subito «alcuna pressione» quando ha incontrato i funzionari della Casa Bianca per discutere la questione mercoledì, aggiungendo di rimanere una sostenitrice della petizione. Mace, che ha parlato pubblicamente della sua esperienza di sopravvissuta ad aggressioni sessuali, non rimuoverà il suo nome dalla petizione «a causa della sua storia personale», ha dichiarato il portavoce Sydney Long.La RussiaE c’è anche un aneddoto che riguarda la Russia. Un mese prima che Trump incontrasse Vladimir Putin a Helsinki nel 2018, Epstein ha provato a trasmettere un messaggio a un alto diplomatico russo. Consigliandogli di parlare con lui se voleva capire il presidente americano. Lo riporta Politico citando un’email datata 24 giugno 2018 e indirizzata a Thorbjorn Jagland, l’ex premier norvegese che allora era a capo del Consiglio europeo. «Penso che potresti suggerire a Putin che Lavrov potrebbe ottenere informazioni parlando con me», scrisse Epstein che, in altre email, indicò di aver parlato di Trump con Vitaly Churkin, l’ambasciatore russo all’Onu morto nel 2017.Il fratelloIntanto Mark Epstein, fratello di Jeffrey, parla in un’intervista a Repubblica. E dice che le informazioni potrebbero essere utili a chiarire le circostanze «dell’omicidio di mio fratello». Jeffrey si è ufficialmente suicidato in cella a New York. Ma Mark non ha mai creduto alla versione ufficiale. Anche quando l’amministrazione Trump l’ha confermata nei mesi scorsi, dopo aver visionato i video ripresi dalle telecamere del carcere. «Non sapevo che sarebbero usciti, non sono stato coinvolto nella loro ricerca e nella loro pubblicazione. Francamente, non sono davvero interessato al caso di Jeffrey sul piano dei dettagli di cosa aveva fatto, perché ormai lui è morto. Quello che invece mi interessa molto è chiarire le circostanze relative al suo omicidio», dice parlando dei messaggi.Le ore di Trump con Virginia GiuffreJeffrey nelle mail scrive che Trump conosceva le sue attività con le ragazze. E che aveva passato alcune ore con una delle vittime, ovvero Virginia Giuffre. «Non mi sorprendono minimamente. Sono solo la conferma che Trump è un bugiardo, quando dice che non conosceva e non frequentava mio fratello. Racconta una quantità incredibile di stronzate», dice Mark. Ma i documenti provano la relazione tra i due. «Io sono a conoscenza di quello che mi diceva mio fratello, e in varie occasioni mi aveva detto di avere informazioni compromettenti su varie persone».L’omicidio«Tutte le informazioni che fanno luce sui suoi rapporti possono essere utili a capire cosa è successo e chiarire le circostanze del suo omicidio, perché di questo si è trattato», conclude. E quando Paolo Mastrolilli gli chiede se sta dicendo che suo fratello potrebbe essere stato ucciso perché aveva informazioni potenzialmente pericolose per alcune persone, incluso Trump, che all’epoca dei fatti era un privato cittadino, la replica è chiara: «Sì, esattamente».Immagine di copertina da: The Daily BeastL'articolo Virginia Giuffre e Donald Trump. Le email di Epstein e il sospetto: «Per questo è stato ucciso» proviene da Open.