La polemica sul Garante della Privacy prosegue da giorni senza attenuarsi. Al centro del dibattito c’è l’ipotesi di scioglimento dell’authority: le opposizioni ne chiedono le dimissioni, mentre la premier Giorgia Meloni ha sottolineato che «la decisione spetta a loro» e che l’azzeramento dell’ente non rientra nelle competenze del governo. Anche Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione dei meloniani, aveva sostenuto la possibilità di scioglimento: «Non sarà certo Fratelli d’Italia a difenderlo», aveva dichiarato. In serata, Pasquale Stanzione, presidente del Garante, ha escluso però l’eventualità: «Il collegio non si dimette», ha dichiarato in un’intervista al Tg1. La contesa era nata dai dubbi sull’indipendenza dell’authority sollevati da alcune puntate della trasmissione Report di Sigfrido Ranucci.Il caso Report-Agostino GhigliaIl caso era scoppiato dopo che il Garante aveva multato la Rai per una puntata di Report nel corso della quale era stato trasmesso un audio relativo al caso Boccia-Sangiuliano, il dialogo tra l’ex ministro della Cultura e la moglie, Federica Corsini. Secondo l’Authority questo contenuto, in quanto privato, non sarebbe dovuto andare in onda. Nella puntata successiva alla notizia della multa, Report aveva quindi mandato in onda un video che mostrava uno dei componenti del Garante, Agostino Ghiglia, entrare nella sede di Fratelli d’Italia il giorno prima di votare la sanzione. Qui – ricostruisce Report – Ghiglia avrebbe incontrato Arianna Meloni, sorella della premier, che gli avrebbe fatto pressioni per votare a favore della multa.La multa a MetaProseguendo il lavoro di inchiesta, nella puntata del 9 novembre, Report ha analizzato le spese del collegio e sollevato dubbi su conflitti d’interesse del Garante, in particolare per quanto riguarda una sanzione a Meta, l’azienda proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, a proposito degli smart glasses, attenzionati per aver violato le norme sulla privacy. Secondo il programma di Ranucci la multa sarebbe stata ridotta di diversi milioni di euro dopo un incontro, il giorno prima del voto, tra Ghiglia e il responsabile delle relazioni istituzionali di Meta in Italia, Angelo Mazzetti. Il Garante ha definito questa ricostruzione «destituita di ogni fondamento».Le critiche dell’opposizioneDavanti a questi episodi, la segretaria del Pd Elly Schlein aveva chiesto al Garante un forte segnale di discontinuità: «Le inchieste giornalistiche di Report hanno rivelato un sistema gestionale opaco, caratterizzato da numerosi conflitti di interesse e da una forte permeabilità alla politica», ha spiegato la leader dem. «Io penso che non ci sia alternativa alle dimissioni dell’intero consiglio». Il presidente del M5S Giuseppe Conte aveva quindi rincarato la dose, chiedendo polemicamente se Agostino Ghiglia «rappresenta il Garante della Privacy o rappresenta soltanto il Garante delle sorelle Meloni». Da Avs Angelo Bonelli ha chiesto a sua volta le dimissioni del consiglio, ricordando le caratteristiche necessarie perché l’authority lavori bene: «Il Garante della Privacy deve essere indipendente, credibile, inattaccabile».La posizione della premier MeloniLa premier Giorgia Meloni è quindi intervenuta chiarendo che l’authority è eletta dal Parlamento, dunque le eventuali dimissioni non vanno chieste all’esecutivo. Meloni ha poi risposto agli attacchi dell’opposizione specificando: «Questo Garante è stato eletto durante il governo giallorosso», perciò in «quota Pd e M5s. Ha un presidente in quota Pd, e quindi dire che sia pressato dal governo di centrodestra mi sembra ridicolo. Cioè, se il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico non si fidano di chi hanno messo all’Authority della Privacy, non se la possono prendere con me. Forse dovevano scegliere meglio». Su quest’ultimo punto è però intervenuto il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci, che ha osservato come il Garante comprenda anche membri di Lega e Fratelli d’Italia. Come Ghiglia appunto, che proviene dal partito di Meloni. Che cos’è e cosa fa il Garante della PrivacyIl Garante per la protezione dei dati personali, comunemente chiamato Garante della privacy, è un’autorità amministrativa indipendente, che controlla che vengano rispettate le normative nazionali ed europee sul trattamento dei dati personali. Nonostante il nome sia usato al singolare il Garante è un organo collegiale di quattro persone, indicate dal Parlamento, e rimane in carica per sette anni. Pur chiamato a un compito dove sono necessarie terzietà e indipendenza, è prassi che i dirigenti dell’authority siano spesso esponenti dei partiti che li scelgono, nominati come esperti, ma anche in quanto persone di fiducia. Chi sono i componenti attuali del Garante della PrivacyGli attuali componenti sono stati scelti nel 2020, durante il secondo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da una maggioranza di cui facevano parte Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva. La spartizione dei quattro posti però non ha riguardato solo questi partiti. Il presidente Pasquale Stanzione è espressione del PD; la vicepresidente, Ginevra Cerrina Feroni, è una costituzionalista fiorentina vicina alla Lega; Agostino Ghiglia, il protagonista delle polemiche con Report, è un ex esponente di Alleanza Nazionale oggi con Fratelli d’Italia; mentre Guido Scorza è un giurista espresso dal M5S.Crediti foto: ANSA/FABIO FRUSTACIL'articolo Cosa fa il Garante della Privacy e perché chiedono il suo scioglimento: i dubbi sull’indipendenza e lo scontro con Report proviene da Open.