Recensione DJI Neo 2: tracking velocissimo, anti-collisione totale e guida sportiva

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Il Neo 2 riprende il formato compatto del modello precedente, ma lo rende più funzionale. Il corpo da 151 grammi integra un set di paraeliche continui, soluzione che non punta all'estetica ma alla sicurezza quando si vola in spazi stretti o vicino alle persone.La novità più visibile è il piccolo display frontale, piazzato accanto alla fotocamera: mostra modalità di ripresa e stato del drone, così non serve aprire l'app per controllare le impostazioni base. E grazie ai tre pulsanti laterali possiamo anche modificare le impostazioni di tutte le modalità di ripresa. Peccato solo che il drone ci risponda sempre in inglese: un'azienda internazionale come DJI potrebbe curare di più la localizzazione dei suoi prodotti.Il telaio ospita anche i sensori per il nuovo rilevamento omnidirezionale degli ostacoli, combinazione di visione monoculare, LiDAR frontale e infrarossi verso il basso. È un salto notevole rispetto al primo Neo, che ne era privo, e incide positivamente su come ci si muove a bassa quota, dandoci la confidenza per eseguire i vari automatismi anche in aree non esenti da ostacoli. La struttura rimane pensata per l'uso quotidiano: leggera, resistente abbastanza per gestire urti minori e con un'impostazione chiaramente orientata ai principianti. Ma non fatevi ingannare: in modalità manuale il DNA di DJI viene fuori eccome, ma di questo parleremo poi.DJI Neo 2, prima di tutto, vuole fare tutto da solo. Rimane infatti il palm takeoff, la partenza dalla mano, con relativo atterraggio: entrambi semplicissimi e davvero immediati. Basta premere un pulsante, lui parte, fa le riprese che abbiamo impostato, e torna davanti a noi pronto a scendere sulla nostra mano.È un design costruito per togliere passaggi, non per aggiungerne, e non ci ha mai dato alcun problema. Peccato solo che il drone non sia ripiegabile, cosa che lo avrebbe reso ancora più facilmente trasportabile, ma forse questo avrebbe compresso altre sue qualità che abbiamo tanto apprezzato. Ma vediamo subito, dal punto di vista tecnico, cosa è cambiato in Neo 2 rispetto al precedente modello, perché le differenze ci sono e hanno avuto un impatto sensibile sul prezzo, come vedremo poi.Peso: 151 grammiSensore: CMOS 1/2" da 12 megapixel, apertura f/2.2Video: 4K fino a 100 fps, slow motion inclusoVideo verticale: 2,7KStabilizzazione: gimbal a 2 assi + elaborazione elettronicaMemoria interna: 49 GBVelocità di tracking: fino a 12 m/sRilevamento ostacoli: omnidirezionale (visione monoculare + LiDAR frontale + infrarossi inferiori)Modalità intelligenti: ActiveTrack, SelfieShot, Dolly Zoom, QuickShot (Dronie, Cerchio, Ascesa, Spotlight, Spirale, Boomerang), MasterShotModalità di controllo: palm takeoff/landing, gesture, controllo vocale, supporto per DJI RC-N3, motion controller e visori FPVAutonomia dichiarata: fino a 19 minutiResistenza al vento: livello 5Trasferimento wireless: fino a 80 MB/s tramite Wi-FiTrasmissione video: fino a 10 km con RC-N3Display: piccolo schermo integrato a fianco della fotocameraArchiviazione dei dati: fino a105 min di video 4K/60 fps175 min di 4K/30 fps241 min di 1080p/60 fpsIl salto più evidente e impattante sull'esperienza d'uso è senz'altro il rilevamento degli ostacoli omnidirezionale, che sul primo Neo semplicemente non esisteva. Qui DJI ha inserito un sistema completo che lavora in tutte le direzioni e cambia completamente il comportamento del drone nelle riprese a bassa quota: cornici di alberi, panchine o cartelli diventano gestibili anche per chi non ha esperienza, e le modalità automatiche sono quindi sicure, laddove con altri droni non sono esclusi gli urti con eventuali ostacoli imprevisti lungo la traiettoria.L'unico limite di avere così tanti sensori è nel volo indoor, durante il quale, se ci facciamo seguire dal drone, il Neo 2 si rifiuta spesso di passare attraverso passaggi stretti per timore di una possibile collisione. La fotocamera rimane un 1/2" da 12 megapixel, ma il processore d'immagine aggiornato e il nuovo gimbal a 2 assi migliorano stabilità e pulizia dei filmati. Cambiano anche apertura e ISO, per catturare più luce. Il primo Neo si fermava a f/2.8  e 6400 ISO massimi, mentre Neo 2 ha f/2.2 per un massimo di 12800 ISO. Ciò non lo rende idoneo al volo notturno, ma aiuta senz'altro al calare della luce, per quanto ad alti ISO il rumore diventi importante.La qualità video del Neo 2 è insomma quella che ci si può aspettare: in condizioni di buona luce i risultati sono puliti, con colori equilibrati (un pelino saturi) e una nitidezza che regge senza problemi l'uso social e i vlog, ma anche qualcosa di più. Non è un drone "cinematografico", ma non vuole esserlo: è pensato per riprese rapide, da condividere subito, e in quell'ambito la resa video è ottima.La qualità resta buona finché restiamo in ambienti ben illuminati, con anche un intervallo dinamico superiore alle aspettative (per quanto non ci siano registrazioni in log o HDR), ma il sensore non ha la quantità di luce o la gamma dinamica di modelli più grandi, quindi quando il sole cala o ci spostiamo in zone molto contrastate i limiti emergono. La stabilizzazione fa il suo dovere. Non può competere con i gimbal a tre assi dei modelli superiori, ma nelle riprese a bassa quota, che sono l'ambiente naturale del Neo 2, i movimenti risultano fluidi, senza micro-scatti evidenti. Se iniziamo a salire o affrontare condizioni più mosse, l'unico asse non stabilizzato si fa notare un po' di più, ma nulla che comprometta l'uso per cui il drone nasce.Il dato più interessante è il 4K a 100 fps, che apre alla possibilità di slow motion in un formato che di solito manca su prodotti così leggeri, per quanto sia uno slow motion molto "leggero". Questa funzione è pensata solo per il controllo manuale, non per gli automatismi.L'altro upgrade pesante è l'aumento della velocità massima di inseguimento: da 8 m/s a 12 m/s. Il 50% in più è un miglioramento sensibile per chi corre o pedala, perché permette al drone di starci dietro anche con cambi di direzione rapidi. Il tracking ora è anche "consapevole" degli ostacoli, e l'unione delle due cose rende gli automatismi molto più affidabili. È inutile negarlo: Neo 2 si fa amare per i suoi automatismi, di una semplicità, e di una qualità, entrambe incredibili. È qui che DJI ha concentrato la maggior parte degli upgrade, e lo si capisce appena si attiva ActiveTrack. Il drone aggancia il soggetto con una sicurezza che sul primo Neo non c'era, segue con fluidità e corregge la traiettoria in tempo reale grazie alla combinazione tra tracking e rilevamento degli ostacoli.L'unico appunto è che DJI Neo 2 è un po' troppo "nervoso" nel suo inseguirci, con sporadici cambi di direzione repentini o inchiodate oltre misura. Per esempio, durante una prova in modalità "Segui", il drone è andato a sbattere lateralmente su una rete  (maglie larghe, non facile da percepire) proprio perché stava aggiustando troppo di scatto la sua posizione, nonostante i miei movimenti fossero solo lievi. Nulla di grave, è rimasto in quota, ma ha interrotto le riprese. Spero che un aggiornamento software possa renderlo un po' più morbido nei movimenti, perché ne avrebbe bisogno.È un po' il contraltare del balzo da 8 a 12 m/s nella modalità inseguimento: da una parte cambia davvero le carte in tavola, soprattutto quando ci spostiamo repentinamente, dall'altro la maggiore velocità implica anche qualche brusca frenata in più, perché il drone predilige comunque la sicurezza sopra tutto. La stabilità del drone, soprattutto in buone condizioni, assicura comunque filmati fluidi e non scattosi, nella maggior parte delle situazioni. Altra novità che ammicca molto al pubblico è la modalità Scatto selfie, pensata per chi vuole farsi foto di gruppo senza toccare nulla. Il drone gestisce da solo la composizione, passa da mezzo busto a figura intera o a inquadrature più larghe, e regola la distanza senza dover intervenire dall'app. Ci sono fino a 6 pose diverse tra le quali scegliere (alto angolo e ampia, ampia, completa, basso angolo e completa, angolo alto e primo piano, media) e per ciascuna possiamo fare fino a 5 set di pose, ciascuna con scatto singolo o triplo. In poche parole, è facilissimo ritrovarsi con 90 foto pronte da condividere nel giro di pochi minuti e con zero intervento manuale.Le modalità più note tornano tutte: Dronie, Cerchio, Ascesa, Spirale, Faro e Boomerang. DJI ha aggiunto anche il Dolly Zoom, o effetto vertigine. È un effetto scenico in cui il drone si allontana/avvicina dal/al soggetto zoomando in/out al contempo, in modo da produrre filmato particolare in cui il soggetto resta fermo ma il paesaggio attorno si muove. Purtroppo la qualità del sensore e dello zoom digitale mostrano qui i loro limiti, soprattutto quando spingiamo al limite questa funzione (12 metri e zoom 3x). Meglio usarla più da vicino: l'effetto sarà un po' meno scenico, ma la qualità decisamente superiore. MasterShot resta il pacchetto "tutto incluso" per chi vuole un video montato automaticamente: sceglie le inquadrature, muove la camera e prepara una clip pronta da esportare, facendo un mix tra le altre modalità. Ci vogliono circa 90 secondi per completare l'acquisizione, mentre il raggio di volo può essere impostato a 10 o 20 metri. Per il resto, Neo 2 fa tutto da solo: massima resa, minima spesa.E poi segnaliamo anche che, tramite l'app, è possibile registrare l'audio, escludendo automaticamente il rumore delle eliche del drone. Una funzione la cui qualità è legata anche a quella dei microfoni del telefono sul quale è in esecuzione l'app DJI Fly, ma che fa abbastanza bene il suo dovere, per quanto la voce risulti un po' poco naturale. C'è però anche la possibilità di usare i microfoni di DJI per avere una qualità decisamente superiore.Il Neo 2 dà insomma il meglio di sé a bassa quota, quando può sfruttare tutti i suoi sensori per far fare belle riprese anche a chi sia al suo primo drone. Nei boschi o in aree molto fitte resta prudente, ma preferiamo un drone troppo conservativo a uno che si avventura senza capire cosa ha intorno. La sensazione generale è che DJI abbia voluto eliminare l'ansia da "e se mi schianto?", che per un prodotto pensato per principianti è forse l'upgrade più centrato di tutti. Al netto di quanto di buono abbiamo detto sulle modalità automatiche, e potremmo andare avanti ancora a lungo ma c'è anche la video recensione / confronto a inizio recensione, una delle cose che mi ha più stupito è stato pilotare in modalità manuale il Neo 2.Mi aspettavo un drone morbido, sornione, tranquillo, e invece nel momento esatto in cui ho preso in mano il radiocomando DJI RC-N3, per di più nemmeno in modalità sport, ho sentito subito che sotto c'è la solita mano di DJI.La risposta ai comandi è netta, le correzioni sono immediate e, se voliamo in condizioni buone, il drone mantiene un assetto pulito, senza oscillazioni fastidiose. Non è un modello per chi cerca acrobazie o velocità estreme, e non vuole esserlo, ma dà comunque un margine di controllo che i droni "consumer" della concorrenza spesso non hanno, e che non è facile trovare in un drone così piccolo e leggero.DJI è infatti così sicura della "guidabilità" di Neo 2, da renderlo compatibile con tutti gli accessori dei suoi fratelli maggiori. Dal radiocomando RC 2, dotato di display integrato, fino al il motion controller abbinato agli occhiali FPV Goggles N3.Non sarà pensato per voli "aggressivi", ma permette un tipo di pilotaggio più immersivo e naturale, ed è qui che si capisce quanto il Neo 2 sia versatile. Passiamo in un attimo da un drone da principianti a un mini-drone FPV light che risponde con prontezza, complice il peso ridotto e la buona tenuta dell'hovering anche in spazi più stretti. E poi ci sono anche le gesture manuali, che funzionano molto meglio di quanto avrei pensato. Con una sola mano aperta possiamo controllare altitudine e spostamenti laterali, mentre con due mani orientiamo la distanza. È più pratico di quanto sembri, soprattutto quando stiamo già registrando e vogliamo aggiustare un'inquadratura al volo senza tirare fuori lo smartphone. Non è sempre precisissimo, e quando c'è troppa luce o troppo controluce può metterci un attimo a riconoscere la mano, ma è la classica ciliegina sulla torta che torna comoda di quando in quando.La cosa che invece non mi ha troppo entusiasmato è il controllo vocale. Da una parte è solo in inglese, e anche qui DJI ormai ha esaurito le scuse, visto che è un'azienda "globale", ma poi in generale resta più una funzione "di servizio" che qualcosa su cui basarsi davvero. Serve a impartire comandi base quando non abbiamo le mani libere o stiamo facendo altro; utile, ma non fondamentale nell'uso quotidiano. Neo 2 non pretende insomma di sostituire un Mini 5 Pro nelle mani di un pilota esperto, ma sa dare il controllo necessario per riprese ragionate e qualche manovra più dinamica quando serve. L'unico vero limite è la leggerezza: basta un colpo di vento più forte per ricordarci in quale categoria stiamo volando, ma finché restiamo entro condizioni ragionevoli, il Neo 2 risponde bene e lascia spazio a una guida sorprendentemente precisa per il suo pubblico di riferimento. L'autonomia dichiarata è di 19 minuti, giusto un minuto in più sulla carta rispetto al precedente, che poi nella pratica non cambia nulla, anche perché ci assestiamo sul quarto d'ora circa, variabili in base alla quantità di automatismi usati e alle condizioni meteo.Molto più interessante è la parte dedicata alla memoria interna. DJI ha inserito 49 GB, che equivalgono a 105 minuti in 4K/60 fps, 175 minuti di 4K/30 fps o 241 minuti di 1080p/60 fps: c'è tempo per esaurire le tre batterie presenti nelle versioni fly more, e ancora avanza un sacco di spazio.Il trasferimento tramite Wi-Fi fino a 80 MB/s è altrettanto comodo, quando funziona nelle condizioni ideali. In ambienti con molte interferenze la velocità cala in modo sensibile, e l'app ce lo segnala subito, ma quando la connessione è pulita il passaggio dei file allo smartphone è rapido e senza intoppi. È il tipo di soluzione che ti invoglia a condividere tutto al volo, perché non devi estrarre nulla né collegare cavi.Il rovescio della medaglia è che l'autonomia rimane quella che è, e durante una sessione un po' più lunga bisogna mettere in conto almeno una seconda batteria. Il Fly More Combo serve esattamente a questo, perché il Neo 2 spinge molto sull'uso immediato e sulle riprese spontanee: se iniziamo a divertirci con ActiveTrack o con le modalità di ripresa intelligenti, quei minuti volano via più veloci del previsto. DJI ha creato vari bundle, in modo da permettere un ingresso graduale nel suo mondo.La versione base, semplicemente chiamata DJI Neo 2 (drone singolo), costa 239 euro ed è pensata per chi vuole un'esperienza il più possibile immediata: decolli dal palmo, automatismi e controllo da telefono. È la porta d'ingresso più economica, ma non è certo la più completa.La Fly More Combo (solo drone) sale a 329 euro e aggiunge 2 batterie extra, con stazione di ricarica dedicata, ma anche in questo caso manca ancora il modulo di trasmissione. Parliamo di quelle due antennine sul retro del drone, che permettono di usare il Neo 2 con i vari radiocomandi DJI. Senza questo modulo, il drone si controlla esclusivamente da smartphone o tramite le modalità automatiche e vocali, quindi la differenza pratica è sostanziale.La versione quindi che apre davvero tutto il ventaglio delle possibilità di Neo 2 è la Combo Fly More da 399 euro. Qui dentro ci sono il modulo digitale che serve per il collegamento ai controller e ai visori, il radiocomando RC-N3 e le batterie già viste in precedenza. È il bundle da prendere se vogliamo sfruttare il Neo 2 anche in manuale, con un controllo più preciso e un feedback video stabile su lunghe distanze. Ma non è finita qui, perché c'è anche la Combo Motion Fly More, da 579 euro, il pacchetto più ricco: include il controller DJI RC e i Goggles N3, ma toglie il radiocomando RC-N3. È chiaramente la variante più "giocosa", e quella che permette di passare dal drone automatico al mini-FPV leggero semplicemente cambiando accessorio.In tutti i bundle il Neo 2 rimane lo stesso: quello che cambia è l'ecosistema attorno, e la presenza o meno del modulo di trasmissione fa davvero la differenza. Se l'idea è usarlo quasi solo in automatico, le prime due versioni hanno senso. Se invece vogliamo sfruttare la parte manuale, il tracking a lunga distanza o l'esperienza FPV, gli ultimi due kit sono praticamente obbligatori.Nulla vieta di partire dal base e aggiungere via via i vari accessori, anche se alla fine il prezzo finale sarà superiore all'acquisto del corrispondente bundle. Dovessimo scegliere, punteremmo alla combo fly more da 399 euro, al momento disponibile solo sullo store DJI: è vero che dai 239 euro di partenza siamo saliti tanto, ma dopo un po' che avrete solo il Neo 2 con un'unica batteria, inizierete a odiare quelle sessioni di volo troppo brevi e il fatto di non poterlo pilotare in prima persona, e finirete comunque per prendere tutti gli accessori presenti nel bundle. Il sample per questa recensione è stato fornito da DJI, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Qui trovate maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld.L'articolo Recensione DJI Neo 2: tracking velocissimo, anti-collisione totale e guida sportiva sembra essere il primo su Smartworld.