Vannacci va condannato dalla Lega, ma alla sinistra dico: tacete

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Negli ultimi due anni abbiamo assistito a un preoccupante processo di sdoganamento della demonizzazione degli ebrei, identificati e stigmatizzati in quanto sionisti. Questo fenomeno è stato alimentato da una scellerata scelta politica del cosiddetto “campo largo” – con la sola eccezione di Italia Viva – che ha promosso e avallato manifestazioni la cui piattaforma, nella migliore delle ipotesi, chiedeva la fine del conflitto a Gaza (ma sarebbe più corretto dire in Israele, dove tutto ebbe inizio il 7 ottobre). Questi eventi si sono poi trasformati in palcoscenici di odio, nei quali si è invocata la “salvezza” dei terroristi di Hamas, trasformando la legittima solidarietà verso i civili in una campagna di demonizzazione del popolo ebraico, messo all’indice, disumanizzato e, in molti casi, annientato da un’ondata d’odio che resterà impressa nella nostra memoria collettiva per sempre. Abbiamo assistito alla banalizzazione del termine “genocidio”, utilizzato con leggerezza in dibattiti pubblici a senso unico, privi di contraddittorio e condotti da giornalisti schierati e irresponsabili. Questo clima ha contribuito a legittimare, persino nelle scuole della Repubblica, una sorta di “caccia all’ebreo”, favorita da docenti compiacenti che hanno tradito la loro missione educativa e civica. Avevamo messo in guardia da tempo contro la banalizzazione della Shoàh, contro il rovesciamento dei ruoli e l’infamia di accusare il popolo ebraico di fare ai palestinesi ciò che i nazisti fecero a noi. Avevamo previsto che questa deriva avrebbe aperto la strada a un relativismo morale devastante, in cui ogni pensiero, anche il più indegno, sarebbe stato sdoganato in nome della libertà di opinione. Lo ribadiamo oggi, con ancora maggiore forza, a quelle forze politiche che hanno tradito il patto d’onore con i sopravvissuti alla Shoàh, lo slogan “Mai più”, “Never again”. Quel monito non era un semplice slogan da cartolina o un’insegna commemorativa: era, ed è, il nostro diritto e dovere di impedire che, ancora una volta, qualcuno possa attentare alla nostra esistenza nel silenzio e nell’indifferenza del mondo libero. Lo gridavamo per noi, ma anche per ogni altra categoria di cittadini minacciati o discriminati. E oggi, mentre Roberto Vannacci, alla ricerca di un ruolo politico nel centrodestra, si spinge a rievocare Mussolini e le “cose buone” fatte dal fascismo – con tanto di avallo del Parlamento e del Re, Leggi Razziste comprese, omettendo, non certo dettaglio di poco conto, che in quegli anni le opposizioni furono cancellate e perseguitate – assistiamo al solito copione: la sinistra e l’intero “campo largo” insorgono, chiedendo alla Premier, che ha già chiarito da tempo la sua posizione sul fascismo, di prendere provvedimenti “in difesa degli ebrei”.   Mi dispiace, ma questo è il momento della coerenza e del silenzio. Tacete. Questa battaglia noi ebrei la combatteremo da soli e con loro che non ci hanno mai isolati, sapendo di poter contare sulle istituzioni e sul governo che, in questi due anni difficili, non ci hanno mai lasciati soli. Governo che ha saputo esprimere critiche anche severe verso attuale governo israeliano, ma sempre nel rispetto del suo diritto a difendersi e a pretendere la liberazione dei rapiti ancora nelle mani di Hamas, l’unico vero responsabile della morte di civili innocenti. Detto questo, con profondo rispetto per le Istituzioni, rivolgo un appello al governo e al parlamento affinché prendano formalmente le distanze dalle dichiarazioni del generale Vannacci, che voglio augurarmi siano state solo il frutto di un momento di amnesia. Sono state parole gravi ma che sono fiducioso che in primis la Lega saprà correggere. Lo chiedo in nome della Costituzione e della Legge Mancino, che vietano e puniscono ogni forma di apologia del fascismo e di discriminazione razziale o religiosa. Il nostro “Mai più” non ha perso forza. Continueremo a difendere questi principi non solo per noi ebrei, ma per l’Italia intera – per il suo onore e per la sua democrazia. Per la nostra Italia. E, con la stessa determinazione, saremo al fianco di Israele nella sua battaglia di sopravvivenza contro Hamas e contro il fondamentalismo islamico, il cui testo di riferimento resta il Mein Kampf. Ecco perché oggi, a chi ha alimentato questa ipocrisia e questo odio, diciamo soltanto una cosa: tacete. Per pudore e per dignità. Riccardo Pacifici vice presidente dell'European Jewish association