Decidere tra vendetta e misericordia: in sala il nuovo capolavoro di Panahi

Wait 5 sec.

Dopo le varie anteprime di ottobre e il premio alla carriera ricevuto alla Festa del cinema di Roma, il regista Jafar Panahi torna nelle sale col suo ultimo capolavoro, Palma d’oro a Cannes. Distribuito da Lucky Red col patrocinio di Amnesty International Italia, Un semplice incidente è un’opera nient’affatto semplice, drammatica soprattutto in un lungo monologo sullo stupro in carcere ma non priva di momenti comici.Il motore di un’automobile non parte più, a causa di un “semplice incidente” stradale. Ma a mettersi in moto è la storia, che ruota intorno alla ricerca di conferme che il guidatore dell’auto in panne sia un ex carceriere. Per togliersi il dubbio, l’aiuto-meccanico che l’ha sequestrato chiede collaborazione a chi ne ha subito la brutalità e il sadismo in prigione.Ne deriva un lungo e doloroso confronto tra chi vuole dimenticare, chi intravede finalmente un’opportunità per vendicarsi, chi teme ritorsioni e chi non riesce a decidere. Ma c’è un problema di fondo: come riconoscere una persona avendo avuto, in carcere, sempre le bende sugli occhi? Ci vorrà un altro senso al posto della vista, quello dell’udito e non si tratterà di attivarlo ascoltando una voce.Il pentimento e l’ammissione delle responsabilità dovrebbero essere le premesse di ogni perdono. Ma c’è un sentimento ancora più importante che entra in gioco e che rende persino secondario interrogarsi se essersi pentito delle torture ordinate e inflitte sia un gesto sincero o meno: la misericordia.Al netto dei significati religiosi dei vari termini (incluso quello della vendetta!), il perdono richiede una valutazione sulla persona e sulle azioni da queste commesse. La misericordia, invece, è un atto con cui si decide di salvare una vita umana come tale. Quale sarà la scelta finale, lo scopriranno le persone in sala dopo 105 minuti di visione. O forse non saranno sufficienti…Quello che in ogni caso Panahi vuole ricordarci è che, al di là delle decisioni individuali, c’è la necessità di contrastare l’impunità. Evidentemente, non è possibile lasciare che ciò accada attraverso incontri casuali tra vittime e carnefici. Ci vuole una giustizia, imparziale indipendente ed equa.Non è un caso che, in Un semplice incidente, non si veda neanche un giudice: in Iran la magistratura è uno strumento repressivo del potere. Occorrono allora, questo lo aggiungiamo noi, strumenti di giustizia internazionali.L'articolo Decidere tra vendetta e misericordia: in sala il nuovo capolavoro di Panahi proviene da Il Fatto Quotidiano.