«Vi racconto lo sputo e il disprezzo verso noi ebrei della guardia svizzera in Vaticano»

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Un momento scioccante. Ma non di grande importanza. A meno che non sia sintomatico di qualcosa di più grande. Vivian Liska è una delle due donne che hanno ricevuto insulti antisemiti e uno sputo da una guardia svizzera in Vaticano. I fatti sono accaduti in occasione di un’udienza papale durante le celebrazioni della Nostra Aetate. A parlare per primo della vicenda è stato il settimanale austriaco Die Furche. Oggi Repubblica parla con Liska, professoressa di letteratura tedesca e direttrice dell’Institute of Jewish Studies all’università di Anversa, in Belgio oltre che visiting professor all’università ebraica di Gerusalemme.Qualcosa di più grande«Il fatto che questo incidente sia diventato virale non era affatto mia intenzione. Per me si è trattato di un individuo che si è comportato male, e questo è tutto. È stato davvero un momento piuttosto scioccante, ma non di grande importanza se non è sintomatico di qualcosa di più grande», esordisce lei. Che poi racconta: «Sono entrata in piazza San Pietro con la delegazione ebraica, e un po’ per caso mi sono trovata di fronte alla guardia svizzera. Lui ha detto ad alta voce, “niente fotografie”: era il suo lavoro. E poi ha aggiunto a bassa voce, ed era come se parlasse a se stesso, “juifs”, ebrei, e ha fatto un piccolo gesto, come per sputare: non ha sputato su di noi, ha fatto il gesto. È stato molto breve, un secondo. A quel punto gli ho chiesto: “Cos’hai appena detto?”. E lui non ha risposto. Ho chiesto: “Hai detto ebrei?”. Lui ha scosso la testa come per dire “no”. E io ho detto: “Sei un bugiardo”. Sono andato da una guardia che era lì presente e gli ho raccontato l’accaduto».La parola “ebrei”Liska dice di aver sentito pronunciare la parola “ebrei” con disprezzo: «Altrimenti non avrei reagito così. Non sono una persona ossessionata dall’antisemitismo». Poi racconta: «Quindici minuti dopo è venuto un responsabile della sicurezza e si è scusato profondamente. Poi giovedì ho ricevuto una telefonata da un’autorità delle Guardie svizzere e mi hanno detto che hanno analizzato le immagini di una telecamera che c’è lì. Dalle registrazioni però non si sente quello che la Guardia svizzera dice. La persona al telefono si è scusata e ha detto che ci sarebbero state delle conseguenze. Ad ogni modo, a Roma in quei giorni sono avvenute cose belle e altre cose deludenti, irritanti e anche preoccupanti».La stima per il PapaLiska ribadisce innanzitutto «tutta la mia stima per alcune delle persone presenti. Ho molto apprezzato quello che hanno detto Leone XIV, il cardinale Kurt Koch, ma anche diversi teologi come Christian Rutishauser e Gregor-Maria Hoff». Ma qualcosa non le è piaciuto: «Alla Pontificia università Gregoriana un gesuita, Mario Imperatori, ha fatto un paragone tra quello che Israele ha fatto a Gaza e quello che fecero i nazisti. Ed ha parlato di Satana in riferimento agli ebrei di Israele. Alla commemorazione serale di Nostra Aetate, poi, l’unica persona chiamata a parlare da una prospettiva ebraica è stata una persona — direttore di una organizzazione pacifista a Gerusalemme — che ha espresso il dolore per il 7 ottobre, il suo dolore per le vittime di Gaza, bene, e poi ha espresso “profonda vergogna” per “la cecità morale nella mia comunità”, ha detto con enfasi, “questo è sbagliato”».L’applausoE conclude: «A quel punto nell’aula c’è stato un applauso! Quegli applausi da parte dei rappresentanti delle religioni mondiali, e la scelta di dare la parola solo a questa rappresentante del mondo ebraico, mi hanno messo molto a disagio, e ho pensato che fosse una pessima idea, per usare un eufemismo».L'articolo «Vi racconto lo sputo e il disprezzo verso noi ebrei della guardia svizzera in Vaticano» proviene da Open.