AGI - A trent'anni dalla prima edizione della Festa dell'Albero, Legambiente diffonde un quadro aggiornato sullo stato del verde urbano in Italia, evidenziando come nelle città la dotazione arborea sia ancora insufficiente per contrastare gli effetti della crisi climatica. Dai dati 2024 elaborati nell'ambito di Ecosistema Urbano 2025 emerge che nei capoluoghi italiani si contano in media 24 alberi ogni 100 abitanti, con forti divari territoriali e ampie zone urbane ancora caratterizzate da scarsa copertura vegetale. Solo otto capoluoghi sui 93 di cui sono disponibili dati aggiornati superano la soglia dei 50 alberi ogni 100 abitanti, mentre 27 non arrivano a 20.In oltre metà di questi, la densità arborea non raggiunge i 10 alberi ogni 100 residenti, segnalando una fragilità strutturale della capacità delle città di mitigare caldo estremo, inquinamento e perdita di biodiversità. Le analisi di Legambiente mostrano una distribuzione del verde molto disomogenea: accanto a pochi casi virtuosi, persistono estesi deficit nelle aree urbane ad alta densità, dove l'impatto del cambiamento climatico è più severo.Pianificazione del verde: criticità e carenzeLa fotografia sulla pianificazione del verde conferma questa criticità. Solo il 32% dei capoluoghi dichiara di aver adottato un Piano del Verde, strumenti essenziali per programmare manutenzione, nuove piantumazioni e reti ecologiche. È attivo un Regolamento del Verde Urbano soltanto nel 28% delle città, nonostante la legge 10/2013 preveda la necessità di disporre di regole chiare per la tutela del patrimonio arboreo. Più diffuso, ma ancora incompleto, il censimento del verde urbano, realizzato in 75 città su 93. Pesano infine le carenze in termini di trasparenza: il Bilancio Arboreo comunale è stato pubblicato da meno della metà dei capoluoghi (47%), rendendo difficile valutare gli interventi previsti e realizzati a fine mandato.Il potenziale del verde urbano e la legge 10/2013Secondo Legambiente, l'insufficiente applicazione della legge 10/2013 rallenta il potenziale del verde urbano come infrastruttura di adattamento climatico. Gli alberi, ricorda l'associazione, sono in grado di ridurre fino al 50% il fabbisogno energetico per il raffrescamento degli edifici, abbattere le polveri sottili e i rumori urbani fino al 70%, aumentare la permeabilità del suolo, attenuare gli effetti delle piogge intense e mitigare le ondate di calore. Tuttavia, senza una pianificazione omogenea su scala urbana e metropolitana, questi benefici rimangono limitati e concentrati in poche aree.Buone pratiche e necessità di un salto di scalaIl trentennale della campagna offre l'occasione per un bilancio delle buone pratiche che, secondo Legambiente, mostrano come le città possano recuperare rapidamente terreno quando la gestione del verde diventa una priorità politica. Alcuni progetti sviluppati negli ultimi anni, dalla rinaturalizzazione di aree urbane degradate alla creazione di boschi cittadini, hanno già prodotto miglioramenti nella qualità dell'aria, nella fruibilità degli spazi pubblici e nella resilienza climatica.Verde urbano: infrastruttura strategica per il benessereTuttavia, l'associazione sottolinea che tali esperienze restano troppo isolate e richiedono un salto di scala nazionale. "Il verde urbano non può essere considerato un elemento accessorio, ma un'infrastruttura strategica per la salute e il benessere dei cittadini", osserva Legambiente richiamando la necessità di estendere l'applicazione della legge 10/2013.Appello ai Comuni per una gestione più efficaceL'associazione sollecita i Comuni a rendere obbligatoria la pubblicazione periodica del bilancio arboreo, a dotarsi di regolamenti uniformi e a integrare obiettivi di forestazione nei piani urbanistici. Solo così, conclude, sarà possibile colmare gli attuali divari e orientare le città verso standard minimi comuni di qualità ambientale.