di Vincenzo Giardina / Dire * “Molte comunità sono vittime dell’irrorazione di pesticidi, della contaminazione da mercurio dei fiumi e di una penetrazione via via maggiore degli alimenti industrializzati”. A parlare è Maria De Nazaré Reis, ingegnere, agronoma e attivista, laureata all’Istituto amazzonico di agricolture familiari presso l’Università federale del Parà. La sua testimonianza è stata raccolta dall’agenzia Dire da Belém, la città ospite della Cop 30, la conferenza delle Nazioni Unite che dovrebbe permettere di coordinare il contrasto ai cambiamenti climatici e l’azione per la mitigazione delle loro conseguenze. Impegnata per l’inclusione sociale e produttiva delle donne, De Nazaré Reis è consulente della diocesi di Bragança e in particolare della sua Rede Bragantina de Economia Solidaria. Le sue specializzazioni riguardano la sovranità e la sicurezza alimentari, con un focus sulle filiere di piante medicinali e fitoterapiche.A Belém, la capitale dello Stato del Parà, i negoziati continueranno almeno fino al 21 novembre. Oltre 190 i Paesi rappresentati, che si confronteranno sui piani nazionali di riduzione delle emissioni e di adattamento per rispondere alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Un altro punto chiave è lo stanziamento di fondi sia per la transizione ecologica sia per i risarcimenti dei danni causati dal riscaldamento globale. “Le sfide sono molte, ma noi abbiamo sempre una speranza attiva, cioè speriamo agendo” sottolinea De Nazaré Reis. “Con il sostegno dell’agroecologia e dell’economia solidale, sviluppiamo pratiche di gestione del suolo e promuoviamo il recupero di specie vegetali a rischio di scomparsa che possiedono una grande capacità di resilienza di fronte alle crisi ambientali”. Secondo l’attivista, educazione e formazione hanno un ruolo centrale. La diocesi di Bragança propone infatti corsi di agroecologia per i contadini. Lezioni e laboratori sono realizzati con l’ong italiana No One Out, parte della Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana (Focsiv), e sono supportati dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. “Le strade che abbiamo come alternativa, per capire come andare avanti, passano soprattutto attraverso un’azione educativa” sottolinea De Nazaré Reis. “Crediamo che non solo gli agricoltori e le comunità debbano avere questa alfabetizzazione ecologica ma che tutti ne abbiano bisogno: imprese e istituzioni, governative e non governative, devono sviluppare una visione di ecologia integrale”. Secondo l’attivista, “mantenere una logica predatoria di sviluppo e di accumulazione” non è sostenibile. È allora necessaria un’educazione, che De Nazaré Reis definisce contestualizzata: “Che pensi al locale, al globale e al multidimensionale, e che consideri la necessità di ripensare la scienza a partire da un nuovo paradigma – non quello sviluppista attuale – che sta causando tante crisi, nel campo del clima, della salute e in molti altri ambiti”.* Fonte: agenzia Dire.