Torna il sereno a Taranto per i Giochi del Mediterraneo: dopo settimane di incomprensioni, minacce, pugni sbattuti sul tavolo, si va ricomponendo lo scontro tra organizzatori locali e internazionali che aveva addirittura messo in discussione lo svolgimento dell’evento. Il comitato italiano pagherà di più (almeno una decina di milioni) quello internazionale, e poi ci penserà Atene a stipulare i contratti mancanti, come e con chi preferiranno. Era diventata un’autentica telenovela il conflitto tra i due Comitati, con in prima linea da una parte Massimo Ferrarese, commissario straordinario alle opere e presidente del comitato organizzatore locale, e Davide Tizzano, n.1 del CIGM (International Committee of Mediterranean Games), titolare dell’evento. Oggetto del contendere, come già raccontato dal Fatto, i contratti fondamentali per lo svolgimento della manifestazione, dal timing e scoring (cronometri e punteggi delle gare) alla cybersecurity, dall’antidoping alla produzione televisiva, che a pochi mesi dall’inaugurazione ancora non sono stati firmati. Atene pretendeva che questi servizi fossero svolti da fornitori ufficiali, che garantiscono alti standard (e spesso sono anche loro sponsor). Il Comitato italiano si rifiutava di deliberare affidamenti diretti da importi milionari, quindi in deroga alla normativa nazionale, e avrebbe preferito bandire una gara. Di qui l’impasse che si era trasformato in un vero e proprio caso, finito sul tavolo del governo (in particolare dei ministri competenti, Abodi e Foti) e arrivato all’orecchio persino della premier Giorgia Meloni.Serviva un compromesso per scongiurare la revoca della manifestazione, una figuraccia per l’Italia (e un danno anche per il Comitato internazionale). Nei giorni di massima tensione si era parlato di un intervento normativo, un decreto per mutare la natura giuridica del Comitato (da ente pubblico a privato, per dargli più libertà di manovra) ma era una strada troppo lunga e complessa da percorrere. Così si è trovata un’altra soluzione, l’unica possibile per salvare capra e cavoli, le richieste dell’Italia e le pretese di Atene. In questi giorni le parti stanno procedendo a riscrivere la convenzione che regola i rapporti tra i due Comitati. Cambieranno completamente le cifre: da poco più di due milioni (la somma già corrisposta ad Atene, come “fee” per ospitare l’evento), a circa 13 milioni. Nel nuovo corrispettivo è compreso il costo delle attività in questione, che passeranno al CIGM. Tradotto: i servizi erano e restano a carico del Paese ospitante, ma ci penserà il Comitato internazionale ad affidarli, con le risorse messe a disposizione dall’Italia.Il senso di questa partita di giro è molto chiaro. Da una parte il presidente e commissario Ferrarese (ma un po’ tutto il Comitato italiano, che condivideva la sua linea) ha tenuto il punto: non firmerà atti che potevano essere considerati una violazione al codice degli appalti, e che magari qualcuno un giorno avrebbe anche potuto contestare. Dall’altra il n.1 del CIGM, Davide Tizzano, ha ottenuto ciò che voleva: senza rischiare che una gara pubblica potesse generare ulteriori ritardi o esiti sgraditi, affidare questi servizi cruciali ai loro fornitori di fiducia. Tra questi, ci sarà sicuramente la famosa MicroPlus, uno dei principali sponsor del CIGM, a cui andrà la commessa più grossa per i servizi di informatica e cybersecurity che da sola supera i 5 milioni. Per l’antidoping si parla di ITA, per il broadcasting di EBU (magari con il coinvolgimento di EMG, che aveva già lavorato alle Universiadi con Tizzano). Certo, questo compromesso non sarà il massimo per le casse dello Stato e il rispetto delle norme. Almeno per alcuni servizi, come ad esempio la produzione televisiva, c’erano i margini per procedere con una regolare gara, dato anche l’interesse di diverse aziende sul mercato, che magari avrebbe portato ad un risparmio. Ma tant’è. Visti i ritardi e le tensioni, non era il caso di andare troppo per il sottile, col rischio di ritrovarsi di nuovo a discutere fra qualche mese. Mentre per quel che riguarda le navi del villaggio olimpico, dopo che la gara è andata deserta, probabilmente toccherà alla società pubblica Sport e Salute chiudere la trattativa privata. In arrivo un altro salasso, maggiore anche della cifra già alta messa in conto di 26 milioni. Salvo ulteriori intoppi, i Giochi del Mediterraneo si faranno a Taranto. Tutto è bene quel che finisce bene. Più o meno.X: @lVendemialeL'articolo Giochi del Mediterraneo di Taranto, la paura della figuraccia ha partorito il solito compromesso che accontenta tutti (tranne le casse dello Stato italiano) proviene da Il Fatto Quotidiano.