Valditara attacca le opposizioni: "falsità sui femminicidi"

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AGI - Bagarre alla Camera sull’educazione affettiva nelle scuole. Giuseppe Valditara attacca le opposizioni durante l’esame in Aula degli emendamenti al ddl sul consenso informato. “Sono indignato che voi abbiate detto che questa legge impedisce la lotta contro i femminicidi e che scoraggia la lotta alla violenza di genere. Voi lo avete affermato, vergognatevi, tutto questo non c'è in questa legge”, le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito.Le opposizioni ribattono: frattura tra governo e Parlamento Seduta sospesa tra le proteste di Pd, Avs e M5s (“Valditara chieda scusa") che chiedono la convocazione della conferenza dei capigruppo accusando il ministro di aver creato "una frattura tra Parlamento e governo". "Quello che è successo è molto grave", ha detto la dem Simona Bonafè. "Il ministro che si è presentato qui dopo due giorni che stiamo discutendo questo ddl, ci ha invitato a stare sul merito della questione, ha fatto un comizio, ha offeso l'opposizione ed è andato via. Pensiamo che il ministro non abbia offeso solo noi", ha aggiunto, "Si è creata una frattura profonda tra Parlamento e governo che non ci permette di andare avanti a votare questo provvedimento".Sulla stessa linea si sono espressi Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi Sinistra, che ha chiesto anche la sospensione dell'esame del provvedimento "fino a quando Valditara non si sarà scusato", e Andrea Quartini del Movimento 5 stelle: "Non ci sono le condizioni per proseguire l'esame in Aula" del testo, ha affermato. La precisazione di Valditara non attenua le tensioni Prima dello stop dei lavori in Aula era arrivata la precisazione di Valditara che poi ha lasciato Montecitorio per un appuntamento istituzionale in Puglia.  "Le mie sono affermazioni politiche", dice il ministro. Parole che tuttavia non attenuano le tensioni tra la maggioranza e le forze che non sostengono l'esecutivo. "Sono il primo a ritenere che il dibattito debba essere svelenito da polemiche e da toni forti", afferma Giuseppe Valditara. "Le mie affermazioni spiega - non avevano un carattere personale erano però affermazioni politiche legate a un'accusa precisa. Si riferivano a quelle affermazioni che accusavano il ddl di non consentire la lotta contro i femminicidi e la violenza di genere. Affermazioni di questo tipo sono vergognose. Il tema è di straordinaria drammaticità. Al di là delle mie parole, credo che tutte le contestazioni sono possibili al ddl, ma teniamo da parte la violenza di genere che ci vede alleati, siamo dalla stessa parte per sradicare un fenomeno inaccettabile. Contestualizziamo dunque le mie affermazioni che non erano rivolte a nessuno di voi ma di natura politica. Mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso - ha concluso - ma assicuro che questo ddl non indebolisce in alcun modo la lotta contro i femminicidi. Anzi, nei nostri programmi ribadiamo la centralità dell'educazione alla lotta contro la violenza di genere e ai femminicidi". Dai banchi delle opposizioni sono però continuate le critiche nei confronti del ministro, che dopo l'intervento ha lasciato Montecitorio per "un appuntamento istituzionale in Puglia".Tra gli altri è intervenuto anche Bruno Tabacci (Pd): "Mi sono sentito particolarmente offeso, conoscendo il ministro da molti anni. Sono nostalgico del linguaggio parlamentare che ho studiato da Moro, Berlinguer e Almirante. C'è una retrocessione"