“La stampa estera entri a Gaza”: Fnsi e Ordine dei giornalisti chiedono al governo di fare pressione su Israele

Wait 5 sec.

“Chiediamo al governo italiano e alla Commissione europea di esercitare una pressione reale e immediata sul governo di Israele affinché vengano revocati, senza ulteriori indugi, il blocco imposto all’ingresso dei giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza e le restrizioni alla stampa nei territori palestinesi occupati di Cisgiordania e Gerusalemme Est”. È l’appello promosso da Movimento giustizia e pace in Medio Oriente, Federazione nazionale stampa italiana e Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, e presentato stamani nella sede dell’Associazione stampa estera, a Roma. La richiesta è che “l’Italia e l’Europa escano dalla loro ambiguità e si facciano promotori di atti concreti“, ossia “l’apertura immediata dei valichi di Gaza ai giornalisti internazionali, la protezione effettiva di tutti i reporter, palestinesi e stranieri, sul campo, l’istituzione di una missione internazionale indipendente di monitoraggio della libertà di stampa nei territori occupati”.Si tratta di un appello “non per implorare un privilegio”, come ha specificato Gianni Giovannetti per il Movimento per la Giustizia e la Pace in Medio Oriente, “ma per reclamare il diritto di informare ed essere informati. Gaza da oltre due anni è chiusa al mondo, ci sono solo colleghi palestinesi, quelli rimasti vivi, perché quasi 300 sono stati uccisi”. Nel corso della conferenza ha parlato proprio uno di loro, Alhassan Selmi. “Dopo il cessate il fuoco sono stati uccisi ancora giornalisti – ha detto in un video -. Ora il mondo celebra la tregua, tanti pensano la situazione nella Striscia sia tornata normale. Ma non è cambiata. Nell’accordo c’è scritto che Israele deve aprire le frontiere ad aiuti umanitari e giornalisti. Perché la stampa non è stata ancora ammessa? Le autorità israeliane sanno che se la lasciano entrare devono fornire protezione. Quando sarete qui, spero la situazione cambi. E portate con voi attrezzatura, la nostra è sotto le macerie”. In tal senso è stata richiamata l’attenzione pure sulla raccolta fondi per Gaza “Alziamo la voce per Gaza”.“Non vogliamo colonizzare il giornalismo di Gaza – ha ricordato Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi -. Ma i giornalisti internazionali possono dare quella visione considerata più ‘indipendente’. Vediamo se le stesse immagini realizzate dalla stampa estera faranno dire al pubblico, ai lettori, che i giornalisti del resto del mondo sono al soldo di Hamas, come si dice di quelli palestinesi”. “Ci sono leggi in approvazione al Parlamento israeliano che vogliono limitare ancora di più gli spazi di democrazia e libera informazione – ha aggiunto Carlo Bartoli, presidente del Cnog -. Tutto si iscrive in un clima complessivo di limitazione della libertà dei giornalisti, anche in democrazie mature come l’Italia. Questo contesto delicato e difficile potrebbe rappresentare una svolta nell’idea che abbiamo di libertà e democrazia”. Paola Spadari, segretaria Cnog, ha sostenuto “sia nostro dovere fare un passo ulteriore, coinvolgendo anche gli enti internazionali che rappresentano la stampa, magari organizzando una delegazione internazionale”. “La vicenda di Gaza credo richiami a una questione più ampia – ha riflettuto Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi – È una partita che riguarda la credibilità del diritto e delle istituzioni internazionali. Anche quando si è aperta la discussione sui termini da usare abbiamo dovuto fare i conti con il fatto che l’Onu l’ha definito un genocidio. L’attacco alla libertà di stampa è un passaggio verso uno più ampio”.L'articolo “La stampa estera entri a Gaza”: Fnsi e Ordine dei giornalisti chiedono al governo di fare pressione su Israele proviene da Il Fatto Quotidiano.