Destra e sinistra iniziano a interrogarsi sul da farsi in caso di sconfitta nel referendum sulla giustizia

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Il referendum è lontano, certo, ma la campagna elettorale è già cominciata, e destra e sinistra, da tempo, hanno iniziato a fare qualche calcolo per capire come provare a vincere, naturalmente, ma per capire anche come provare a non perdere, nel caso di sconfitta. Per vincere la partita referendaria, la destra, quella più di buon senso, ha capito che politicizzare troppo il referendum rischia di allontanare dal voto chi non si considera di destra, e considera una riforma garantista come un patrimonio anche progressista, e in questo senso trasformare la riforma in bandiera del berlusconismo o una lotta contro i magistrati sarebbe un errore di cui la maggioranza potrebbe pentirsi. Come vincere non è facile. Ma anche cosa fare in caso di sconfitta non è semplice. La destra, in caso di vittoria del No, non farà rivoluzioni, e proverà a blindare il suo consenso cambiando la legge elettorale. La sinistra, in caso di vittoria del Sì, è possibile che sia tentata dal trasformare un referendum che potrebbe essere su Meloni in un referendum su Schlein, e i giochi di potere per il futuro candidato premier, nel campo largo, potrebbero partire. Per chi suona la campana? Chissà.        Quello che avete letto è un estratto dalla newsletter del direttore Claudio Cerasa, La Situa. Potete iscrivervi qui, è semplice, è gratis