Elegant Mango, trapper con l’anima da poeta

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“Ricky, ti seguo da anni, sono un cantante trap, mi piacerebbe molto che mi facessi uno dei tuoi video ritratti, ci possiamo vedere il prima possibile?”. Detto fatto. Mi sono incontrato con Nicolas Andrè Smedile, in arte Elegant Mango, al parco Solari, di notte, ero appena stato a vedere Dracula al cinema Orfeo, l’ultimo film di Besson (non male, tutto sommato).Nicolas è arrivato con una bicicletta a noleggio, io ero seduto su una panchina davanti a dei bellissimi fiori. Nicolas esordisce con tre bestemmie canine, ma devo dire che dette da lui non hanno nulla di blasfemo, era molto più blasfemo il Dracula di Besson. Capisco subito che è un ragazzo sensibile e dolce, nonostante la musica trap sia una cosa da duri (droga, alcol, disagio, criminalità), sento che ha voglia di raccontarsi, raccontarsi come piace a me: con appassionata sincerità, con verità, senza paure, affidandosi al mio ascolto. Mi dice una cosa che me lo fa diventare ancora più simpatico: “Ho conosciuto prima tuo fratello che doveva scrivere un libro sul mio bisnonno che era Raffaello Giolli e ti devo dire che io mi sento un Giolli in tutto e per tutto”. Raffaello Giolli è stato un grande critico d’arte che morì nel 1945 nel campo di concentramento di Mauthausen.Nicolas mi racconta la sua vita, il senso di solitudine e di abbandono, i problemi con la droga, l’ospedale psichiatrico, la passione per la musica trap, per il teatro e la danza; le sue parole sono dirette, semplici e precise, mi rendo conto che ha un vocabolario ricco, il vocabolario di un ragazzo che legge, mi dice che ora ha le spalle più larghe e più strumenti per difendersi dall’angoscia, fondamentalmente perché ora sa chiedere aiuto, ha imparato a farlo, ed è seguito da ben tre psicologi! Ha perso di recente un amico (morto di pancreatite) con cui faceva musica trap, mi fa vedere un video di una loro canzone girato in metropolitana, con gli effetti digitali il suo amico sembra già un fantasma ma un fantasma che urla tutta la sua disperata vitalità e scopro con mio grande stupore che la musica trap mi piace, chi l’avrebbe detto? Ci sento dolore, emarginazione, disperazione, sento il canto lacerato di una gioventù che ha voglia di riscatto, di splendere e risplendere, di avere un palco sul quale esibirsi, di incanalare un’energia vitale che altrimenti rischierebbe di finire tra le maglie di una delinquenza muta e coatta.Il rischio è quello di “sognare” le solite belle donne e belle macchine, soldi e successo, ma in Nicolas sento altro, sento poesia, delicatezza, verità e sensibilità, è il marchio dei Giolli. Il marchio dell’arte. In Nicolas vedo un giovane poeta che in due ore di confessione davanti alla mia videocamera non mi ha mai annoiato, nemmeno un secondo. Mi ha detto che i miei film e i miei monologhi gli tengono compagnia, e mi sono sentito onorato di avere diminuito il suo senso di solitudine, anche se Nicolas ha una mamma che gli è sempre stata vicina, verso la quale prova amore e gratitudine. Pasolini diceva che il successo a conti fatti è un’altra forma della persecuzione, un’aggressione alla propria verità e intimità, ma Nicolas vuole brillare, e allora io gli auguro tutto il successo di questo mondo, sono certo che ha dentro di sé la forza necessaria per restare intatto, puro, vero. Non esistono solo i campi di concentramento nazisti, ci sono anche campi di sterminio della propria unicità, in un mondo che ci vuole sottomessi e conformisti, esistono i campi di sterminio dell’indifferenza, dove si lasciano languire i giovani in una sorta di limbo sociale.Elegant Mango vuole brillare, la sua arte già brilla di suo, ora ha bisogno di un palcoscenico. In un suo pezzo (scritto insieme a un amico) che si chiama Male tutto Nicolas dice: “Mi fa male tutto, ho perso il gusto di essere me, però devo farlo, nessuno lo farà al mio posto…anche a una lama le stringo la mano…” e mi vengono in mente le parole di un altro poeta che si chiama Piero Ciampi: “Se incontro un disperato non chiedo spiegazioni”. Le mani sanguinano, anche con i diamanti ci si può ferire, ma c’è il canto, c’è la parola che ci sostiene e ci cura. In principio di tutto c’è il Verbo, e alla fine ci sarà solo un silenzio spettrale.L'articolo Elegant Mango, trapper con l’anima da poeta proviene da Il Fatto Quotidiano.