La Stazione Anton Dohrn celebra i 10 anni di monitoraggio nel Tirreno centrale

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AGI - La Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN) celebra un decennale di attività delle sue infrastrutture di ricerca fisse in ambiente marino, autentici osservatori permanenti che si confermano un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per lo studio e la salvaguardia dell’ecosistema marino.Le boe oceanografiche MEDA A e MEDA B, collocate in prossimità del pontile di Bagnoli e nel tratto di mare antistante la Villa Comunale, unitamente alle stazioni di Li Galli e Punta Licosa (installate in un secondo momento), gestite dal Dipartimento RIMAR, operano da un decennio in aree strategiche del Tirreno centrale, acquisendo dati fisici, chimici e biologici relativi all'ambiente marino.Monitoraggio avanzato e impatto climatico   Grazie a una strumentazione multiparametrica all'avanguardia, queste piattaforme forniscono informazioni di primaria importanza sullo stato di salute e sull'evoluzione degli ecosistemi marini, monitorando parametri quali temperatura, salinità, correnti e moto ondoso. I dati raccolti consentono di monitorare fenomeni cruciali come le ondate di calore marine, le tempeste e le variazioni a lungo termine connesse ai cambiamenti climatici.Dati affidabili per la gestione sostenibile"Disporre di osservatori permanenti in mare significa poter contare su dati affidabili e continui, essenziali per comprendere i processi che regolano la vita negli oceani. Questo ci permette di migliorare i modelli previsionali e supportare decisioni di gestione sostenibile delle risorse marine e di comprendere gli effetti del riscaldamento globale e, nello specifico, i cambiamenti che si verificano nel Golfo di Napoli e nel Tirreno centrale" – spiega Augusto Passarelli, responsabile delle infrastrutture a mare della SZN. Nel corso di questi dieci anni di attività, sono state registrate circa 87.600 ore di acquisizione dati, un patrimonio scientifico di inestimabile valore che ha reso possibile il monitoraggio delle variazioni nell’area del Golfo di Napoli e l'analisi degli eventi estremi che interessano il nostro mare.   Cambiamenti osservati e analisi degli eventi estremiLe acquisizioni dei parametri fisici, come temperatura e salinità sull’intera colonna d’acqua, hanno permesso di osservare cambiamenti non solo a livello superficiale, ma anche in profondità: "Un trend di aumento delle temperature è stato riscontrato anche nelle acquisizioni sul fondo, a 17,5 metri di profondità" – aggiunge Passarelli. Attraverso i dati acquisiti dalle MEDA, i ricercatori hanno potuto analizzare le mareggiate e gli eventi estremi, identificando le condizioni che possono favorire eventi ad alto rischio di danni alle infrastrutture costiere, come verificatosi durante la mareggiata del 2022. I risultati di questi studi sono stati pubblicati su numerose riviste scientifiche indicizzate, contribuendo in modo significativo alla comprensione dei processi oceanografici del Golfo di Napoli.Collaborazione scientifica e accesso ai datiLa serie decennale di dati relativi alle correnti e ai parametri meteorologici è stata inoltre messa a disposizione dei team dell’America’s Cup 2027, che la utilizzeranno per la caratterizzazione della dinamica superficiale nell’area di gara. I dati raccolti vengono condivisi con le principali reti scientifiche europee, tra cui SeaDataNet ed EMODnet, favorendo la crescita della scienza aperta e collaborativa. A breve, questi stessi dati saranno accessibili a tutti, anche ai singoli cittadini: il team di ricerca è infatti impegnato nella creazione di una piattaforma aperta e liberamente consultabile, dalla quale sarà possibile visualizzare in tempo reale e scaricare i dati storici, citandone la fonte. Le infrastrutture fisse della Stazione Zoologica Anton Dohrn — sostenute da progetti nazionali ed europei — rappresentano oggi un patrimonio di conoscenze unico, al servizio della ricerca e della società, per un futuro più sostenibile dei nostri mari.