A Roma, durante un vertice a Villa Pamphilj si rinnova il rapporto tra Italia e Albania costruito dalla premier Giorgia Meloni con l’omologo Edi Rama. Attorno a un tavolo una ventina tra ministri e sottosegretari dei due Paesi per la firma di sedici accordi che riguardano i temi più svariati, dal comparto difesa a quello dell’energia e della sanità. Ma c’è un convitato di pietra, ed è, simbolicamente, la questione dei centri per i migranti avviati in Albania, senza successo, almeno fino a ora.“La responsabilità non è la mia – mette le mani avanti la presidente del consiglio – sono passati due anni e noi arriveremo due anni dopo a fare esattamente quello che avremmo potuto fare due anni prima e penso che ciascuno si assumerà le proprie responsabilità”. La premier, insomma, non arretra: “Il protocollo funzionerà quando entrerà in campo il nuovo patto su migrazione e asilo”. E prosegue: “So bene che l’opposizione considera questa iniziativa come inefficace, perché conosciamo le posizioni dell’opposizione sulla gestione dei flussi migratori. Quello che dico è che, benché in Italia faccia molto discutere, in Europa esiste un gruppo che ormai annovera la maggioranza degli Stati membri dell’Unione Europea, che si riunisce per parlare di migrazione prima di ogni Consiglio europeo e che partiva proprio dalla volontà di costruire soluzioni innovative sul fenomeno dei flussi migratori. Un gruppo che è nato per replicare modelli come quello del protocollo Italia-Albania”. E poi conclude: “Il primo ministro Rama mi è testimone del fatto che ci sono alcune nazioni europee che da tempo cercano di inserirsi nella stessa iniziativa, nello stesso protocollo. Perché? Perché tutti comprendono che un’iniziativa di questo tipo è potenzialmente rivoluzionaria nella gestione dei flussi migratori”.Le opposizioni attaccano la premier. Il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Per la prima volta Meloni ammette che abbiamo perso due anni in Albania mentre diceva che avrebbero funzionato. No, questi centri non stanno funzionando, si è sprecato un miliardo di euro e più, dovrebbe guardarsi allo specchio perché la colpa è la sua. Occorre riprendere quei soldi e metterli nelle nostre strade per renderle sicure. Strade dove mancano 25mila tra carabinieri e poliziotti e, soprattutto, bisogna dedicarsi alla redistribuzione europea perché, nel frattempo, con questi fallimenti abbiamo avuto 300mila migranti sbarcati in Italia e che rimangono qui”. Nella stessa direzione muovono le critiche di Elly Schlein, segretaria del Pd: “Albania non è colpa mia, dice Meloni. Dice che ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Ma ognuno se le assumerà tranne lei. Perché la colpa del fatto che hanno fallito e hanno costruito dei centri inumani, illegali e peraltro rimasti vuoti è colpa della presidente del Consiglio che ogni tanto, dopo tre anni che governa, potrebbe prendersi mezza responsabilità. Aveva detto ‘funzionerannò e la realtà è che ancora adesso non funzionano. Anzi, hanno buttato 800 milioni degli italiani per fare delle prigioni vuote, hanno impegnato lì esponenti delle forze dell’ordine quando in tutta Italia le forze dell’ordine hanno problemi di organico, a proposito di sicurezza. Per cosa? Per fare propaganda inutile e inefficace sulla pelle delle persone più fragili”.L'articolo Meloni vede Rama: “I centri in Albania? Se non funzionano non è colpa mia”. Conte e Schlein: “Ha sprecato un miliardo” proviene da Il Fatto Quotidiano.