A Roma, dove il traffico è un inferno, FdI protesta a favore dell’auto privata

Wait 5 sec.

Domenica 16 novembre, su iniziativa della segreteria romana di Fratelli d’Italia, ci sarà un corteo di auto per protestare contro le limitazioni al traffico e rivendicare il diritto dei romani a utilizzare l’auto privata come, dove e quando vogliono. Eppure la situazione della capitale è sotto gli occhi di tutti: passata la pausa estiva a Roma è tornato l’inferno del traffico, aggravato, peraltro dall’arrivo di milioni di turisti e pellegrini; cui si aggiunge l’odissea del parcheggio introvabile.E allora è del tutto evidente che, come si sta facendo in tutte le grandi città europee e come dal 1990 aveva proposto la Ue con “città senza auto”, per avere una città vivibile, è indispensabile fare esattamente il contrario di quanto vuole chi oggi protesta; occorre, invece eliminare dalle nostre strade quanto più si può del traffico privato per dirottarlo sul servizio pubblico, tenendo presente che nel 2024, secondo l’ultimo Rapporto sulla Mobilità del Comune di Roma, il 65% della popolazione utilizza il trasporto privato mentre il trasporto pubblico si ferma al 12,4% degli spostamenti, e la mobilità sostenibile (bici, monopattini e sharing) non supera il 4%. Tanto è vero che, a Roma, secondo le ultime rilevazioni disponibili, ogni 1000 abitanti ci sono 640 auto (a Londra sono 360 e a Parigi 250). Con la conseguenza che la nostra capitale oggi è la città più congestionata d’Europa e la seconda città al mondo per ore sprecate nel traffico (che ogni anno ci fa perdere più di 21 giornate di lavoro); cui si aggiunge il poco invidiabile primato di città più rumorosa di Italia e di terza capitale europea per inquinamento da smog: secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, il maggior numero di morti premature – in valore assoluto – per l’esposizione al biossido di azoto (tipico da traffico) si riscontrano nelle province di Milano (1600), Roma (1236), Napoli (901) e Torino (767).Insomma, meno auto e più trasporto pubblico tanto più che, secondo le ultime rilevazioni, il 72% degli italiani che vivono in grandi città ritiene che nel proprio territorio esistano alternative all’auto privata soprattutto se si riesce ad ottenere un servizio pubblico adeguato. Esattamente quello che Roma non ha, come certificato sin dal 2018 dal referendum consultivo proprio sulla efficienza del trasporto pubblico, in cui, nonostante la bassa affluenza, il 74% dei romani votò a favore della liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico della città da affidare tramite gare aperte ai privati.Ma poi non si è privatizzato niente e l’Atac, nonostante alcuni recenti miglioramenti, continua ad essere deficitaria, come uomini, mezzi ed organizzazione, rispetto al compito di offrire un servizio pubblico efficiente e capillare, tale da consentire di lasciare l’auto a casa per una città più vivibile e meno inquinata. Anche se, a questo punto, va anche detto con chiarezza che non potremo mai avere un trasporto pubblico adeguato se prima non togliamo le auto dai suoi percorsi, tanto più se sono veicoli molto inquinanti.Esattamente il contrario, cioè, di quanto hanno appena fatto Regione Lazio e Comune di Roma consentendo la permanenza in circolazione di 460.000 auto Euro5 che, secondo la Ue dovevano essere bandite dal 1 novembre; facendone pagare, peraltro, il prezzo a tutto il popolo inquinato, in quanto, per compensare questa deroga vergognosa, il Comune ha deciso la riduzione di tre settimane del periodo di accensione dei riscaldamenti e un’ora in meno al giorno. Con l’aggravante delle conseguenze economiche a carico di tutti i cittadini visto che in questi giorni la Cassazione ha ribadito che il Comune di Roma deve risarcire i danni a chi risulti danneggiato per inquinamento da traffico nella nostra città. Con buona pace del diritto alla salute ed all’ambiente garantiti dalla nostra Costituzione.L'articolo A Roma, dove il traffico è un inferno, FdI protesta a favore dell’auto privata proviene da Il Fatto Quotidiano.