«A scuola ero sfigato e ciccione, ora ho tremila dipendenti». Joe Bastianich e la motivazione nata dalla rabbia: «Dicevano: “Siete un gradino sotto”»

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Per Joe Bastianich è iniziato tutto con 9 dollari a settimana, quelli che si metteva in tasca a 10 anni per consegnare i giornali al lancio prima di scuola. Poi con 18 dollari, per infornare bagel. Fino a arrivare a un impero di venti ristoranti, aziende vinicole, un’impresa di digital marketing e tanto altro. Il motore di un successo di queste dimensioni si annida, come lo stesso ristoratore ha confessato a Corriere, nel malessere e nella rabbia che ha provato da immigrato povero in America: «Ogni giorno c’era gente che guardava i miei dall’alto in basso: “Valete meno di noi”».La difficoltà degli inizi: «Eravamo un gradino sotto agli altri»Un desiderio di rivalsa, di dimostrare di essere pari livello a tutti gli altri: «Certi compagni di scuola indicavano quello un po’ sfigato, un po’ ciccione, che a merenda portava gli avanzi della cena. A fine anni 60 la mia famiglia ha aperto il primo ristorante, Buonavia, nel Queens, piena periferia newyorkese. Noi, gli italiani che cucinavano: in quel contesto la ristorazione era un settore più che umile. Nonna Erminia ripeteva: “Dobbiamo lavorare di più per dimostrare qualcosa. Rispetto agli altri siamo un gradino sotto”». La fame era di casa: «Scongelavamo tonnellate di alette di pollo, non ci potevamo permettere di meglio». Almeno finché il ristorante non ha iniziato a farsi largo nella ristorazione newyorchese. Il primo ristorante e gli studi paralleliIl primo ristorante Joe Bastianich se lo apre con l’aiuto di nonna Erminia: «I primi 80mila dollari me li ha prestati lei». La passione per i locali e il buon mangiare è andata di pari passo agli studi, Filosofia e Teologia al Boston College. Ed è proprio di queste origini, nascoste dietro alla patina del businessman di enorme successo, che Joe Bastianich parlerà nello spettacolo autobiografico Money – Il bilancio di una vita, in arrivo al Teatro Carcano di Milano il 12 novembre.  L’esperienza a Masterchef e il lato oscuro della ristorazioneNel 2011 l’arrivo a Mastechef Italia, accanto a tre cuochi stellati: «Non mi è pesato essere l’unico non-chef. In quel momento avevo già 4.500 dipendenti. Con Cracco, Barbieri e Cannavacciulo ci sentiamo sempre». Ora Bastianich di dipendenti ne conta 3mila, raggiunti tramite un’attività imprenditoriale che ha avuto i suoi alti ma anche i suoi bassi: «Alcuni ristoranti li ho dovuti chiudere, è stato doloroso. Ma ho collaboratori che sono con me da più generazioni. Credo nella squadra ed è un grande orgoglio». Una squadra che è il vero motore del business e che permette all’imprenditore di «dedicarmi al mio lato creativo e farlo crescere», facendolo sentire «completo». Bastianich e le sostanze stupefacenti: «Possono aiutare, ma senza abusarne»Ma essere businessman significa anche essere a contatto con la realtà di tutti i giorni, come quella del caro vita: «Anche New York è cara, ma gli stipendi sono più commisurati. A Milano se guadagni 2 mila euro, e l’affitto ora ne prende una bella fetta, fai fatica». Sulle sostanze stupefacenti, Joe Bastianich non nasconde la sua apertura, da cui è nata anche una sua opportunità di business: «Le erbe psichedeliche non sono per tutti, ma se usate nel modo giusto possono aiutare a metterti in contatto con te stesso. La medicina delle piante è antichissima e può aiutare le potenzialità enormi del cervello umano. Ripeto, se usata bene senza abuso». L'articolo «A scuola ero sfigato e ciccione, ora ho tremila dipendenti». Joe Bastianich e la motivazione nata dalla rabbia: «Dicevano: “Siete un gradino sotto”» proviene da Open.