“Una borsa da 1500 euro non può costarne 3 mila. Il mondo della moda è malato, è in mano a uomini della finanza che non sanno cos’è un bottone”: Elisabetta Franchi all’attacco

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“È vero, i costi nella filiera moda sono aumentati, ma il consumatore capisce che una borsa che costava 1.500 euro non può costarne 3.000. Questo ha fatto crollare un po’ tutto”. È un’analisi lucida e senza sconti quella di Elisabetta Franchi, che dal palco del Pambianco PwC Fashion Summit di Milano ha lanciato un atto d’accusa durissimo contro l’attuale sistema del lusso. L’imprenditrice e fondatrice del marchio omonimo ha definito il mondo della moda “malato” e in “grande confusione”, puntando il dito contro le strategie speculative e la perdita di identità dei grandi gruppi. Secondo la stilista, la crisi del settore non è solo economica, ma creativa e gestionale: “Vedi saltare una poltrona ogni due secondi, come pop corn nel microonde, e anche dei direttori creativi”, ha affermato. Il problema, per lei, risiede in una leadership sempre più distante dal prodotto. “Un brand, oggi, non ha più visibilità: non sai più, quando entri in un negozio, cosa stai comprando e a chi. Oggi i brand non hanno identità, i ceo non sanno cosa è un bottone (non tutti ovviamente), cosa è una macchina da cucire. Sono uomini della finanza vestiti da AD delle aziende di moda, dove comunque devi fare +2%, +3%, sembra di essere in un gioco a tombola. È tutto un mercato un po’ malato”. A questa confusione, lei contrappone la coerenza del suo brand: “Io ho un sogno e l’ho sempre portato avanti, da lì non mi sono mai mossa. Anche in questo momento di grande confusione la donna Elisabetta Franchi quando entra in un negozio sa che troverà quella giacca, quel pantalone, quel fitting. Comprano anche il mio sogno”.Durante l’intervento, Elisabetta Franchi ha parlato per la prima volta in modo così diretto anche della recente e discussa uscita di Marco Bizzarri dalla sua azienda, dove l’ex CEO di Gucci era entrato come presidente nell’aprile 2024. “Io e Marco abbiamo sempre avuto la stessa visione, un modo di pensare simile, come gemelli separati alla nascita. C’è un grande feeling”, ha premesso. Ma la sinergia si è scontrata con la realtà operativa. “A un certo punto ho capito che la macchina stava rallentando, nel pensiero, nella reattività e nel modo di muoversi. Betty Blue è una macchina velocissima. L’operatività e il modo di operare non erano più in sinergia col mio modo di essere reattiva e quindi ho deciso di riprendere al 100% il timone della società”.A differenza dei colossi del lusso, la stilista ha dichiarato di non essere ossessionata dalla crescita a doppia cifra: “Il fatturato del 2025 sarà un po’ sopra quello del 2024, ma per me non è importante la crescita, ma un fatturato sano, ossia con un buon ebitda che non diminuisca”. E sul tema dei prezzi, che ritiene la causa del crollo del mercato, ha aggiunto: “Su questo fronte sono molto strategica: il mio brand non costa poco, ma non costa neppure molto“.Una strategia che, per ora, la premia. Con un fatturato da 170 milioni, realizzato per il 90% con l’abbigliamento (a differenza dei competitor focalizzati sugli accessori), ora punta a crescere: “È un segmento [gli accessori] che sto iniziando a esplorare, non ho licenze né per occhiali, né per profumi e sto lavorando su questo”. E guarda agli Usa: “Abbiamo aperto un negozio a Miami che ci sta dando grandissime soddisfazioni. Il secondo sarà aperto a febbraio a Houston”.L'articolo “Una borsa da 1500 euro non può costarne 3 mila. Il mondo della moda è malato, è in mano a uomini della finanza che non sanno cos’è un bottone”: Elisabetta Franchi all’attacco proviene da Il Fatto Quotidiano.