Era stato lo stesso Giovanni Trame di 9 anni a far capire che restare da solo con sua madre non sarebbe stata la soluzione migliore per se stesso. Emerge dalla relazione chiesta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio sul perché il 20 maggio scorso il tribunale civile abbia dato il via libera agli «incontri non protetti». Ci sono i casi di violenza, le minacce di uccidere il figlio e le denunce su Olena Stasiuk. Le paure del bambino agli assistenti sociali e alla psicologa. Eppure sua madre è stata ritenuta idonea per vedere suo figlio da sola. Così, alla prima occasione utile, Stasiuk ha preso il coltello da cucina e ha sgozzato suo figlio mercoledì scorso a Muggia.Le parole del bambino ignorate: «Ho paura»Molto del permesso ruota attorno a una minuziosa relazione di 37 pagine stesa dalla psicologa Erika Jakovcic e richiesta dallo stesso tribunale. Nelle carte parlano il padre Paolo, la madre Olena e il piccolo Giovanni. Quando al bambino viene chiesto cosa ne pensasse del fatto che gli incontri con la mamma potessero avvenire senza la presenza dell’educatrice, lui è testuale: «Non so se sia una buona idea». Poi esprime il suo sogno: «Mamma e papà che tornano assieme». Sia il papà sia il bambino avevano raccontato le violenze della donna. «Sono triste, quando vado dalla mamma…». «Ma perché?». «Perché ho paura». «Cosa ti stava facendo la mamma?». «Mi stava strozzando», e mima il gesto dello strangolamento. Frasi che compaiono in diversi verbali risalenti al giugno 2023, riporta il Corriere della Sera.Le minacce del 2018 e i due episodi di violenzaNel 2018 la donna aveva minacciato: «O Giovanni rimane con me, oppure sono disposta ad uccidere il bimbo, a uccidere me, buttandomi in mare, e a uccidere anche Paolo». Almeno due i casi di violenza ai danni del piccolo, uno dei quali la stretta al collo che gli causò qualche livido giudicato guaribile in tre giorni dai medici. Fatti di due anni fa. «Ricordati bene che se io muoio anche Giovanni muore con me! Non pensare che stia scherzando», avrebbe anche minacciato. Episodi inseriti in una guerra di 8 anni con accuse e carte bollate reciproche che il tribunale deve aver valutato con prudenza, anche se l’avvocato Bridda parla di «segnali forse sottovalutati». Nel 2023, dopo i due episodi, la giudice dispose solo visite in forma protetta.Il via libera di maggio: «Forse si è voluto dare fiducia»Nell’aprile 2025 la psicologa Jakovcic suggerì che il piccolo stesse col padre. Certo però i momenti con la madre potevano essere più frequenti, anche da sola o davanti agli assistenti sociali o gli educatori. Così il 13 maggio scorso il tribunale, con l’ordinanza della giudice Filomena Piccirillo, accordò alla mamma una visita settimanale da sola, il mercoledì pomeriggio. «Forse nell’ottica della genitorialità si è voluto dare fiducia a una madre», puntualizza Bridda. Che però conclude: «Avevamo chiesto una perizia psichiatrica ma non c’è mai stata». Eppure, dopo un percorso psichiatrico, la donna era stata considerata idonea e in grado di vedere il figlio in autonomia.L’inchiesta del ministero: cosa non ha funzionatoIl dramma di Muggia non è passato inosservato a Roma. Al ministero di Giustizia sta per scattare l’indagine per capire cosa non ha funzionato nella macchina legale, riporta Il Piccolo. L’obiettivo è rispondere alla domanda che il padre del bimbo, Paolo Trame, ripete da mercoledì sera: «Perché le è stato consentito di vederlo da sola senza un assistente sociale?». Il direttore del Centro di salute mentale Asugi, Massimo Semenzin, ricorda che Olena aveva cominciato «un percorso nel 2017, manifestava disturbi da ansia soprattutto. È stata seguita fino al 2023 poi fu concordata un’interruzione». Non assumeva farmaci. Al Centro, però, non sono giunte notizie sul rapporto madre-figlio. La sua avvocata, Chiara Valente, ha annunciato: «Chiederò una perizia psichiatrica».L'articolo «Solo con la mamma? Non so se è una buona idea», le frasi ignorate di Giovanni sgozzato a 9 anni dalla madre: le violenze e le denunce proviene da Open.