Achille Costacurta ha parlato della sua storia al podcast One More Time. Una storia difficile, perché fatta di un duro percorso alle prese con varie dipendenze. Una storia che, oggi, è in un momento in cui il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta sta bene. E proprio Colombari, durante l’ultima puntata di Ballando con le Stelle, ha parlato della vita con suo figlio. Non lo aveva mai fatto prima perché ha appunto atteso che a decidere di parlarne pubblicamente fosse Achille. “La cosa strana per me è stata che sono tutte cose che ho vissuto in prima persona, mi ha fatto strano sentire la sua voce, come lo raccontava in maniera così lucida (riferendosi al podcast One More Time). Egoisticamente a me ha tolto un peso. Fino ad adesso non ho mai raccontato e ho cercato sempre di proteggere queste difficoltà di Achille, ora lui ha deciso di raccontarle (…). C’è stata una strumentalizzazione delle vicende di Achille che ho trovato schifosa, soprattutto perchè c’era già un giudizio, ‘figlio della famiglia broghese, benestanti, ricchi, chissà che vita gli avranno fare’ . Io questa merda me la sono tirata addosso, l’ho sentita. Io sapevo che mamma ero stata e che sono. Sono quello che ogni mamma avrebbe fatto. Tanti mi additavano come la mamma sbagliata, la mamma che non ce l’ha fatta, la mamma che avrebbe dovuto accorgersene, che avrebbe potuto fare di più. Io sono circa 5 o 6 anni che ho cerco di proteggerlo, non ho mai detto niente”.Colombari ha parlato anche della diagnosi di ADHD fatta al figlio che ha spiegato alcune cose, non tutte. E il racconto, difficile, doloroso, importante (a maggior ragione perché fatto su RaiUno in prima serata), della ex Miss Italia e moglie di Billy Costacurta, è andato anche a quando Achille è stato in un centro penale minorile a Parma: “Era come non avere un figlio in quel periodo, perchè era un corpo senza vita, completamente anaffettivo. Non riuscivi a smuoverlo con niente. Il ‘dove ho sbagliato’ era all’ordine del giorno, tutte le mattine insieme al caffè. Quando abbiamo fatto un passo indietro e capito che noi genitori non eravamo un aiuto per Achille e soprattutto quando ci sono stati dei momenti di grande difficoltà o dove rischiava per la sua vita, così come per quella degli altri, e c’era bisogno di metterlo in sicurezza. Se serve, anche di chiamare le forze dell’ordine, chiamare l’ambulanza… comunque devi proteggerlo“. Poi, il racconto di come si renda necessario chiamare i medici per un TSO: “Quando prendi il telefono e fai quel numero è perchè non hai altra soluzione, quindi lo fai per salvarlo. Tu mamma non lo puoi più salvare”.L'articolo “Le vicende di mio figlio strumentalizzate in maniera schifosa. Il giudizio era ‘è figlio di ricchi, benestanti, chissà che vita gli hanno fatto fare’, e io questa mer** l’ho sentita”: lo sfogo di Martina Colombari proviene da Il Fatto Quotidiano.