La situazione della viabilità ligure è insopportabile: servono provvedimenti drastici e decisivi

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La libertà comincia su un’autostrada aperta. Non ricordo chi lo scrisse, ma ogni automobilista ligure dovrebbe conservare questa frase ben in evidenza sul cruscotto. Magari incisa a fianco della foto dei propri cari sulla calamita che, una volta, si poneva sulla plancia. Per contro, un’autostrada chiusa è schiavitù.Sia i liguri, sia i forestieri che hanno il coraggio di attraversare la regione o perfino visitarla, sono schiavi. Alla viglia di ferragosto l’unica autostrada a più corsie che collega Genova al nord Italia è stata chiusa a lungo. Sulla A26, uno schianto tra camion che prendono fuoco ha insaccato chilometri di veicoli in una giornata giù bollata di rosso. Una giornata particolare: il settimo anniversario del crollo di Ponte Morandi.La situazione della viabilità ligure, dopo sette anni, è insopportabile. Opere autostradali attese da trent’anni, dalla Gronda di Genova alla bretella tra Predosa e Albenga, sono mutate da aspettativa in sogno, da sogno a incubo. E le manutenzioni cosiddette straordinarie continuano a martirizzare tutti i tracciati.Per troppo tempo la gente ha messo la testa sotto la sabbia imitando lo struzzo che, in realtà, si difende meglio di quanto si creda. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ora basta, bisogna reclamare provvedimenti drastici, articolati, decisivi. Le cose non sono semplici, ma si può cominciare con semplicità, prerequisito dell’affidabilità. Tre vie “semplici” sono le restrizioni al traffico pesante, il controllo di polizia, la integrazione logistica.Le restrizioni. La Liguria vive sui porti, alimentati dai mezzi pesanti, ma è anche terra di transito, come Svizzera e Austria. Che cosa fanno austriaci, membri Ue, e svizzeri, che non lo sono? Applicano drastiche riduzioni al traffico di transito. Per esempio, solo 300 camion all’ora possono attraversare l’Austria nei dì feriali; e, di notte, viaggiano solo Tir Euro 6 con merci deperibili. Senza paragoni imbarazzanti tra Autobahnen o Schnellstraßen e le autostrade liguri — strette e tortuose, affatto sottodimensionate — perché non seguire la stessa politica, salvaguardando i traffici destinati ai porti e alle industrie liguri?La tecnologia per il controllo è disponibile a buon mercato. Le motivazioni ecosistemiche che danno ragione all’Austria, mai sanzionata dalla Unione Europea nonostante i mugugni italiani e tedeschi, valgono a maggior ragione per la Liguria, assai fragile. La salvaguardia degli ecosistemi è difesa dalla Costituzione.Il controllo. L’A7, la A10 e la A12 sono piste a dimensione di go-kart dove si cimentano piloti improvvisati, soprattutto con targa straniera, nel pieno disprezzo di limiti di velocità e distanze di sicurezza. Purtroppo non guidano kart, ma bisonti da due tonnellate e più. Il sorpasso tra Tir dove vietato è un vizio costante. Il disprezzo del codice è la norma, santificata dai record di incidenti e vittime.Tutor e telecamere registrano tutto, senza distinzioni di targa. Per agire, le risorse non mancano. L’Italia vanta il record di tutori dell’ordine in Europa. L’impunità è il carburante che alimenta l’indisciplina. Gli incidenti sono la prima causa del collasso sempre più frequente di un sistema in coma. Gli imprudenti devono pagare, pagare salato, pagare subito. Alle aleatorie bollette mai riscosse, va introdotto il sequestro temporaneo del mezzo per uno o più giorni.La integrazione logistica. Va stimolato l’uso dei traghetti e dei treni merci per il trasporto di mezzi pesanti, come accade in Svizzera con la RoLa tedesca, la Rollende Landstrasse o autostrada ferroviaria. Autostrade del mare e ferrovie garantiscono maggiore velocità complessiva e riducono l’inquinamento. Una rivoluzione logistica può diventare fonte di occupazione locale, motore di innovazione e sollievo ambientale. In Liguria, l’inquinamento dell’aria viene snobbato per via del regime dei venti, spesso favorevole alla dispersione degli inquinanti. Le autostrade, però, sfiorano ovunque gli abitati quando non li segmentano. A medio e lungo termine, la disattenzione costa cara alla salute dei cittadini e al servizio sanitario.In otto anni, la classe dirigente uscita dalla seconda guerra costruì l’Autostrada del Sole, quasi 600 chilometri attraversando l’Appennino; e in sei la A10 tra Savona e la Francia, tutta viadotti arditi e lunghi tunnel. Il collegamento continuo Genova–Viareggio, iniziato nel 1965, fu completato e percorribile entro il 1972. E la A26 a tre corsie per senso di marcia tra Genova Voltri e Ovada fu costruita in circa 4 anni (1968-1972) con ponti e gallerie che testimoniano tuttora una vera e propria sfida ingegneristica. Vinta all’epoca, poi perduta dalla cupidigia dell’Italia contemporanea.La mia generazione non solo ha fallito, ma ridotto in rovina la regione, trascurando per 40 anni la questione della mobilità. Abbiamo vissuto di rendita sulla eredità dei Favolosi Trent’anni (1945-1975) costruiti dai nostri genitori. Dobbiamo delle scuse ai giovani. E chi ancora può può tentare di mettere qualche pezza.L'articolo La situazione della viabilità ligure è insopportabile: servono provvedimenti drastici e decisivi proviene da Il Fatto Quotidiano.