Quel Picasso apparteneva a un uomo condannato, collezionista d'arte fa causa a Christie’s

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AGI - Il mercato dell'arte è in subbuglio dopo che un investitore ha fatto causa alla celebre casa d'asta Christie's per avergli venduto un Picasso senza rivelare che era appartenuto a un uomo condannato per reati di droga. Il caso, rivelato dal Financial Times, fa discutere in particolare negli ambienti artistici: un ricco collezionista, Sasan Ghandehari, un venture capitalist con sede a Londra, aveva acquistato il dipinto per 14,5 milioni di sterline ma ha fatto sapere che non avrebbe fatto questa mega acquisizione (che risale al 2023) se la casa d'aste avesse rivelato la condanna del suo precedente proprietario.La società cui fa capo il collezionista si chiama Brewer Management Corporation mentre il quadro del pittore spagnolo è il "Femme dans un rocking-chair". Era appartenuto a José Mestre Sr, che gestiva un'attività portuale a Barcellona ed è stato condannato per un reato legato alla droga nel 2014 dopo che la polizia ha trovato un carico di 202 kg di cocaina nascosto su una nave da carico. Suo figlio, José Mestre Jr, era il proprietario al momento della vendita.La richiesta di annullamento del contrattoA questo punto, la BMC chiede a Christie's di annullare il contratto e di restituire i 4,8 milioni di sterline già versati come acconto per la garanzia. Nel mercato dell'arte, la precedente proprietà può influire sul valore futuro delle opere d'arte. Una provenienza che include un criminale coinvolto nel traffico di droga potrebbe rendere più difficile la vendita di un'opera. Ma Christie's ha puntualizzato che "si tratta di una semplice richiesta di pagamento" e che si difenderà "con forza e continuerà a perseguire le somme che le sono dovute".La difesa di Christie's e le accuse del collezionistaInoltre, Christie's ha un obbligo di riservatezza nei confronti dei propri clienti, offerenti e acquirenti, ma è certa di aver rispettato tutti gli obblighi legali e normativi in materia di due diligence dell'opera e del nostro venditore". Secondo quanto sostenuto da Ghandehari, collezionista esperto e molto conosciuto nel mondo dell'arte, un alto dirigente della casa d'arte gli aveva assicurato che Mestre Sr era deceduto e che "tutto era in regola" per quanto riguarda la storia della proprietà del dipinto.Ma poi dopo l'asta, attraverso una ricerca su Internet, aveva scoperto che Mestre Sr "sembrava essere vivo ed era stato condannato per traffico di droga". Il collezionista non vuole che il suo denaro venga versato a José Sr o a qualsiasi persona a lui collegata, e accusa Christie's di aver fornito informazioni sulla proprietà e la provenienza del Picasso "palesemente fuorvianti". Avrebbe insomma nascosto "la possibilità che potesse trattarsi del ricavato di un reato".Le garanzie e le controversie nel mondo dell'arteLe garanzie di terzi, in cui il garante riceve una percentuale sul ricavato della vendita dell'opera o si impegna ad acquistarla a un prezzo prestabilito se non si trova un acquirente, sono una pratica comune nel mondo delle aste. Ghandehari ha già garantito in passato dei Picasso da Christie's. Elizabeth Weeks, partner dello studio legale Rosenblatt con esperienza in controversie artistiche, ha affermato a FT che "tende ad essere piuttosto sfavorevole per l'acquirente" una causa contro una casa d'aste, che ha dalla sua parte "il peso dei suoi termini e condizioni", comprese le clausole di esclusione di responsabilità e le limitazioni.