Non ci sono assediati senza assedianti. L’uno e l’altro vanno assieme e non è sempre agevole definire i confini tra le due complementari realtà. Se qualcuno ha letto la storia umana come lotta di classe si potrebbe anche interpretarla come antagonismo tra oppressi e oppressori o allora tra assediati e, appunto, assedianti. Il recente ed ennesimo dramma che proprio in questi giorni ha contribuito ad allungare la lista dei morti nel mare Mediterraneo di Lampedusa ne rende difficile se non impossibile la determinazione. Chi in questo caso erano gli assediati o gli assedianti rimane una questione aperta secondo da quale punto di vista si legga la vicenda e si usino le parole per descriverla. A nord del Sahel c’è il deserto del Sahara, il Maghreb, il Mediterraneo come ‘Mare Nostro’ e poi le prime avvisaglie dell’Europa meridionale. Chi assedia e chi è assediato è da precisare o scongiurare ogni volta.L’assedio è inteso come un’operazione di accerchiamento di un luogo per impedirne l’uscita o l’accesso. E’ il caso di numerosi villaggi e città nel Sahel centrale come in altre regioni del continente. Sono letteralmente accerchiati da gruppi armati di matrice jihadista, spesso gemellati col banditismo che punta ad accaparrarsi beni, risorse, armi e droga. In questi casi tutto si complica soprattutto per la penuria dei beni di prima necessità e, in specie per una parte dei giovani, l’adesione ai gruppi armati diventa uno dei modi possibili per sopravvivere. L’assedio si impone come una forma particolare di violenza dove lo stato brilla per la sua assenza. Applicato talvolta per anni, è in grado di mutare la vita economica, sociale e politica di intere porzioni del Continente.A volte assediati e assedianti sembrano declinarsi con contorni ben definiti. Attorno allo stesso Mediterraneo si trova l’altro e innominabile dramma della terra di Gaza, in Palestina–Israele. Assediati e assedianti, ancora loro, sembrano definirsi agevolmente, se vogliamo essere onesti con la realtà, per chi incarna l’uno o l’altro. La citazione di Marek Edelman, uno dei capi resistenti, assediati nel ghetto ebreo di Varsavia dai nazisti durante la seconda guerra mondiale è illuminante. David Rosemberg, in un discorso del 2017 conclude con le parole di Edelman, dichiarato persona non grata in Israele. Egli testualmente affermava…’ Noi combattiamo per la dignità e la libertà. Non per un territorio o un’identità nazionale…essere ebreo significa stare sempre dalla parte degli oppressi e mai con gli oppressori’. L’assediato può trasformarsi nel tempo e secondo le circostanze in assediante e chi era perseguitato in persecutore.Queste ben conosciute mutazioni attraversano la nostra storia personale e collettiva. L’Europa da continente ‘migrante’ si è gradualmente tradotto in terra di destinazione per immigrati. In Italia, tra il 1876 e il 1915, la ‘grande emigrazione’, sono partiti circa 30 milioni di connazionali, in parte poi rientrati in patria. L’Europa dichiarata in stato di ‘assedio’ da parte di forze politiche che trescano e fomentano la paura trai cittadini era la stessa che ‘assediava’ altri continenti, per lavoro e soprattutto col colonialismo.La frontiera tra assediato ed assediante è labile e attraversa ogni persona, società e civiltà. Esattamente come quella tra oppresso e oppressore, colonizzato e colonizzatore perchè, ricordava il martinicano naturalizzato algerino Frantz Fanon, nel colonizzato si nasconde il colonizzatore. Per questo c’è chi sceglie di stare sempre e in ogni caso dalla parte degli oppressi.L'articolo Ennesimo naufragio di migranti a Lampedusa: chi sono gli assediati e chi gli assedianti? proviene da Il Fatto Quotidiano.