“Il ministero del Lavoro troverà un’altra strada”, si è limitato a dire il ministro dei Rapporti con il Parlamento, il meloniano Luca Ciriani. E così, dopo che l’emendamento sui contratti a termine, presentato ufficialmente dai relatori di maggioranza, è stato ritirato al Senato, la stessa maggioranza ha tentato di riproporlo, con un testo parzialmente modificato. Si tratta del cosiddetto emendamento Pogliese, che introduce modifiche sui termini di prescrizione e decadenza sui crediti di lavoro e la determinazione del giudice sulla retribuzione dei lavoratori. Nella nuova versione, si restringevano le maglie sul recupero di stipendi e arretrati, rispetto alla legge attuale. La modifica è stata proposta formalmente e non depositando il testo. L’idea della maggioranza, pare, è di ripresentare l’emendamento all’esame dell’Aula, visto che la calendarizzazione del dl Economia, nel quale rientrerebbe, è fissata per oggi. Ma, stando a quanto emerso nella serata, nel governo prevale la possibilità di spostarlo in un altro provvedimento più mirato. Senza fretta e comunque oltre la pausa estiva. Resta, invece, l’emendamento che ripropone la proroga per la società che gestirà le infrastrutture legate alle Olimpiadi 2026 di Milano-Cortina.L’emendamento contestato – L’emendamento dei relatori al decreto Economia, presentato in commissione Bilancio al Senato, provava a riscrivere la norma sul limite per i contratti a termine per gli interinali contenuta in uno dei decreti attuativi del Jobs Act (il decreto legislativo numero 81 del 2015). La modifica chiedeva di estendere fino a 48, dagli attuali 24, i mesi per i quali un lavoratore di una agenzia interinali può essere ‘prestato’ a un’azienda senza far scattare in automatico l’assunzione. In particolare, il testo prevede che un lavoratore, ‘arruolato’ dall’agenzia interinale, possa essere prestato a un’azienda fino a un massimo di 4 anni. Con una distinzione: la durata è di 3 anni se il lavoratore viene inviato “in missione a termine” in una ditta per svolgere mansioni dello stesso livello, ma possono diventare 4 se il ‘prestito’ tra agenzia e azienda avviene per la prima volta. Oltre quel tempo, scatta l’assunzione definitiva. “E una piccola riforma del lavoro in somministrazione, peraltro retrodatata”, denuncia Daniele Manca del Pd che attacca: “Così non si fa altro che aumentare la precarietà del lavoro, creando più lavoro povero e meno sicuro”. Annamaria Furlan, ex sindacalista Cisl e oggi senatrice di Italia viva la spiega così: “Con questo emendamento c’è il concreto rischio di favorire pratiche di licenziamento mascherato, rendendo possibile trasferire alcuni lavoratori presso altri datori di lavoro, senza alcuna certezza di prossimità”. Rimarca che lo spostamento può essere in “una sede disagiata o lontana della stessa impresa”. E chiosa: “E’ un regalo ai grandi gruppi, che possono esercitare una pressione indebita sul dipendente”.Non va giù nemmeno l’emendamento su Milano-Cortina, anche se sorprende meno e che resta in piedi. Prevede che la Simico, la società che gestirà i cantieri delle infrastrutture collegati alle prossime Olimpiadi invernali possa restare in vita fino al 2033. “La destra ci riprova sotto il ricatto della Lega di Salvini – sintetizza la dem Cecilia D’Elia – Quindi perde il pelo ma non il vizio del ‘poltronificiò a tutti i costi”. Un’intesa tra alleati che Ciriani aveva già confermato garantendo che l’emendamento non sarebbe stato toccato: “E’ stato stralciato dal decreto sport con l’intesa di riproporlo qui perché ci era sembrato più coerente, per cui lo manteniamo”.L'articolo Ritirato l’emendamento sui contratti a termine: fallito il blitz della destra per estendere i limiti dei lavoratori interinali proviene da Il Fatto Quotidiano.