“Il torrente Pesa in questo periodo è secco”, ha detto il sindaco Simone Londi, “Vogliamo capire come poter attenuare questo fenomeno e riuscire un domani a riavere acqua nel corso del fiume per restituire alla cittadinanza e alla natura questa importante “arteria” naturale”. Sono anni che il corso d’acqua si trasforma in una sorta di strada campestre, nel corso della stagione estiva, per un numero di mesi compreso tra tre e sei, anche se eccezionalmente. Per segmenti. Certamente per circa 3 km a nord di Montelupo Fiorentino. Dove nel 2021 la perdita totale di acqua si è protratta per cinque mesi, ininterrottamente. Con tutte le conseguenze del caso. Già perché il torrente non è un semplice corso d’acqua che lambisce l’abitato. Ma un segno distintivo. E una risorsa.Nasce tra Radda in Chianti e Gaiole in Chianti e quindi con un corso di 55 km, attraversa le province di Siena e Firenze. Con una portata media annua di 5 metri cubi al secondo. Dove si conserva, la fascia ripariale, più o meno ampia, si caratterizza per la presenza di Pioppi, insieme ad una serie di arbusti, come Rovi e Prugnoli. Mentre verso l’interno si trovano varie specie di Salici. Nella fascia ripariale molte specie di uccelli e mammiferi. Nelle acque vivono numerose specie autoctone pregiate di pesci. Nel complesso un ecosistema da preservare. Per questo l’amministrazione comunale ha deciso di tenere il consiglio comunale del 28 luglio nel letto del Pesa. Alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione, Eugenio Giani, di rappresentanti del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale. E di molti abitanti. Che hanno scritto su uno dei muraglioni che costeggiano il corso d’acqua “Mi sono seccata”. Mentre hanno esposto sul ponte che attraversa il torrente un cartello con, “Ridateci la Pesa”. La cui salute sta a cuore a tutti, evidentemente.Anche se le sorti sono nelle mani degli enti decisori che nel 2019 hanno sottoscritto il Contratto di Fiume, “un patto volontario con l’obiettivo della riqualificazione del territorio fluviale dove operano e abitano, attraverso azioni che integrano i diversi settori”. Non solo Montelupo Fiorentino. Ma anche Lastra a Signa, Montespertoli, Scandicci, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Greve, Radda e Castellina in Chianti. La Regione, la Città metropolitana di Firenze e la Provincia di Siena. Il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e l’Autorità di Distretto dell’Appennino settentrionale del fiume Arno. L’Autorità Idrica Toscana. Oltre alle Associazioni di categoria e le associazioni e comitati locali.“Un momento simbolico. Il Comune di Montelupo ha preso piena consapevolezza da anni di quel che sta accadendo al proprio torrente, sapendo che da soli non si può fronteggiare un problema del genere. Ma siamo sicuri che il Contratto di Fiume possa essere lo strumento da cui partire”, ha detto l’Assessore all’Agricoltura e alle Politiche ambientali e di mitigazione e adattamento climatico, Lorenzo Nesi, “è la quarta mozione approvata dal consiglio sull’argomento dal 2020″. Insomma, sulle cause di quel che verifica da tempo, nessun dubbio. “Il problema non è correlato alle scarse precipitazioni, quanto alle eccessive captazioni dalle falde acquifere e alla perdita della morfologia fluviale storica”, si legge in un comunicato stampa datato 23 luglio del Comune.“La questione è complessa. Le cause della situazione attuale, differenti. E con gradi di rilevanza, diseguali”, spiega a ilfattoquotidiano.it l’Assessore Nesi, “In ogni caso le maggiori criticità possono ricondursi a due. Innanzi tutto le pressioni antropiche, cioè i prelievi e soprattutto le captazioni di acqua, addirittura da territori extra-vallivi. Anche in considerazione della qualità delle acque che possono essere convogliate in acquedotto dopo pochi trattamenti. Alle captazioni vanno aggiunti gli usi produttivi e agricoli, oltre che quelli illegittimi. La seconda macro-criticità”, prosegue l’assessore, “è quella connessa alla morfologia. Sono stati tolti spazi alle aree spondali del corso d’acque per realizzare soprattutto aree industriali. Mentre diverse altre aree spondali sono state rettificate per rendere il flusso delle acque più rapido. Nella convinzione che in questo modo, in coincidenza con le piene, il centro abitato non avesse a subire straripamenti”.Il torrente ha bisogno di nuovi interventi. Che finalmente coniughino l’utilizzo al rispetto delle caratteristiche morfologiche. Ma contemporaneamente è necessaria una revisione della normativa regionale e nazionale in materia ambientale. Intanto il 23 giugno la Regione ha approvato lo schema di accordo per la redazione dello Studio di fattibilità del Progetto le “Valli di Pesa e Virgilio”, promosso dal Comune di Montelupo Fiorentino e sostenuto dai nove Comuni bagnati dal torrente. Finanziamento regionale di 50mila euro. L’obiettivo è quello di restituire naturalità e visione unitaria al bacino idrografico della Pesa, ora suddiviso in quattro ambiti paesaggistici regionali diversi. “La mappatura da inondazioni improvvise vede il bacino della Pesa fra “aree a potenziale rischio di alluvione”, ha detto il segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino Settentrionale, Gaia Checcucci, “Per questo abbiamo destinato circa 115.000 euro per la progettazione e realizzazione di interventi di consolidamento dell’erosione spondale e riqualificazione sulle sponde del torrente Turbone, affluente della Pesa”. In attesa dell’acqua, il Pesa confida nei progetti.*foto del Comune di Montelupo FiorentinoL'articolo Siccità e prelievi artificiali seccano il Pesa, il consiglio comunale si riunisce nel letto del torrente in segno di protesta proviene da Il Fatto Quotidiano.