Asia Cogliandro, quindici anni di carriera tra A1 e A2, ha giocato nel Perugia. Ma ora la pallavolista denuncia a La Stampa il suo “licenziamento” per gravidanza. «Una grande storia d’amore finita con una inconcepibile violenza psicologica di cui non capisco proprio il motivo», racconta al quotidiano torinese. Racconta che aveva firmato il rinnovo dopo la promozione in A1. «Non sarei stata titolare, era chiaro: eravamo in quattro nel mio ruolo, ma quando c’è da mettere in campo quelle due o tre urla di esperienza, sono ideale. Lo so io e lo sapevano loro. Se non fossi rimasta incinta i miei spazi li avrei trovati». Dopo la firma resta incinta. «Lo vengo a sapere il 20 gennaio. Panico, estasi, brividi. Tutto. Ero a Formia dal mio compagno. L’anno prima ho avuto un aborto, ero in cura, una situazione complessa. Mi dicevano che sarebbe stato difficile avere un altro figlio. E sapere di aspettarlo è stata…una mano dal cielo e anche una condizione fragile».L’annuncio e il cambiamento«Mancavano sette settimane alla fine del campionato e io pensavo di restare. Lo dico alle compagne storiche, per un confronto, ma il 21 gennaio mi alleno e ho paura, loro sono agitate. Non si può fare. Esco dallo spogliatoio con una decisione: il giorno dopo lo comunico al direttore sportivo». E lui, racconta Cogliandro, era contentissimo. «Mi abbraccia, mi fa le congratulazioni. Chiedo riservatezza perché la gravidanza è a rischio ed è molto presto. La privacy non viene rispettata, in un attimo lo scenario si trasforma e le pressioni arrivano immediatamente. Piena di ansia do la notizia ufficiale. Subito, la società mi dice di lasciare la casa e di restituire anche le mensilità di affitto già pagate».«Mi hanno detto che conveniva accettare l’accordo o non avrei più trovato una squadra»Volevano che chiedesse la maternità ma quella scatta a due mesi dal parto. «Cercano un accordo – racconta Cogliandro – e io mi rifiuto perché mi rendo conto che la situazione è assurda. Il mio procuratore triangola con il direttore sportivo e il presidente. Tra la loro offerta e il dovuto fino a scadenza contratto ballano 12 mila stupidissimi euro, una cifra ridicola solo che io ho subito una violenza psicologica che non posso accettare e quindi siamo qui in un vicolo cieco». «Ho proposto di aiutarli a gestire i social o di darmi un lavoro d’ufficio per i mesi che mancavano, purtroppo il loro unico intento era sbarazzarsi di me. Ho persino ipotizzato di congelare il contratto, fino al rientro, alle stesse condizioni. Io in carriera ho avuto degli infortuni: mentre sei ferma ti pagano, se sei incinta sei da allontanare. Mi hanno dato dell’ingrata, mi hanno minacciata», racconta. «Mi conveniva accettare l’accordo o non avrei più trovato una squadra. Piuttosto che tornare a giocare faccio il muratore, con tutto il rispetto, non sarei ovviamente in grado, però lo sport che amavo ora mi disgusta. Non ne voglio più sapere di quel mondo», ha dichiarato l’atleta a La Stampa. L'articolo La denuncia di Asia Cogliandro, pallavolista del Perugia: «Sono rimasta incinta e mi hanno buttata fuori» proviene da Open.