“Consegnati 100 milioni di pasti”: la foto “pornografica” che celebra i finti successi della Gaza Humanitarian Foundation

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Un soldato, di spalle. Sul fondo, una folla di palestinesi che osserva affamata dietro alle volute di un filo spinato. Al centro, due striscioni che recitano “100 milioni di pasti consegnati”. E’ una delle fotografie con cui l’ambasciatore americano in Israele Mike Huckabee ha celebrato su X la visita condotta questa mattina con l’inviato speciale Steve Witkoff al centro di distribuzione gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation a Rafah, nel sud della Striscia.L’effetto è straniante. L’amministrazione Trump ha voluto magnificare l’operazione con cui ha delegato la gestione degli aiuti umanitari nelle mani di una fondazione privata protetta da mercenari con un’immagine che racconta esattamente il contrario di ciò che intende comunicare. “GHF consegna più di un milione di pasti al giorno, un’impresa incredibile!”, ha esultato Huckabee su X nello stile trionfalistico al quale ci ha abituato la retorica del presidente degli Stati Uniti, nonostante le principali organizzazioni internazionali a partire dalle Nazioni Unite abbiano più volte avvertito che il sistema di distribuzione non funzioni – secondo i dati del Cogat, l’agenzia israeliana che ancora controlla le spedizioni di aiuti nell’enclave, fra marzo e giugno nella Striscia sono entrate sole 56mila tonnellate di cibo, meno di un quarto del fabbisogno minimo per quel periodo – e che anche i pasti distribuiti dalla Ghf non siano che una goccia nel mare. E nonostante il fatto che dal 27 maggio, giorno in cui è entrata in funzione, dinanzi ai suoi cancelli 1.373 palestinesi siano stati ammazzati mentre chiedevano cibo.Ciò che fa più impressione è la folla: vedere uomini, donne e bambini già alle prese con la guerra e la carestia che flagellano la loro terra sfidare le mitragliatrici dell’Idf e attendere cibo dietro a una barriera di filo spinato sorvegliata da un miliziano armato, come quando in ben altri campi persone affamate e scheletriche sgranavano gli occhi ormai vuoti dinanzi agli obiettivi che le fotografavano da questa parte della recinzione. Oggi da questo lato, dietro all’obiettivo che scatta l’immagine, ci sono l’ambasciatore e i notabili americani che li osservano come se partecipassero a un safari.Torna in mente lo scatto in cui la segretaria alla Sicurezza americana Kristi Noem a marzo posava nel carcere di El Salvador davanti a un gruppo di uomini seminudi ammassati dietro le sbarre di una gabbia, detenuti venezuelani espulsi dagli Stati Uniti. Un’altra celebrazione di un “successo” dell’amministrazione Trump. Come allora, anche quella di oggi a Rafah non è stata soltanto una passerella più o meno attesa ma una rappresentazione pornografica: la rappresentazione compiaciuta e strumentale di qualcosa che offende il pudore e l’intelligenza.L'articolo “Consegnati 100 milioni di pasti”: la foto “pornografica” che celebra i finti successi della Gaza Humanitarian Foundation proviene da Il Fatto Quotidiano.