L’ultimo atto di Martina Oppelli: prima di morire in Svizzera ha denunciato l’Asl di Trieste per tortura

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Martina Oppelli, l’architetta triestina affetta da sclerosi multipla progressiva morta ieri, giovedì 31 luglio, in Svizzera, aveva depositato una denuncia-querela contro l’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (Asu Gi) per tortura e rifiuto di atti d’ufficio. La denuncia, presentata tramite la sua procuratrice speciale Filomena Gallo – avvocata e segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni – è arrivata dopo che l’Asl le aveva negato per ben tre volte l’accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia. A dare la notizia della scelta di Oppelli di denunciare l’Asl è stato Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni, che è intervenuto oggi, venerdì 1 agosto, durante la conferenza stampa a Trieste in memoria dell’architetta.La morte in SvizzeraMartina, 50 anni, era malata da oltre vent’anni e completamente dipendente dai suoi caregiver per ogni gesto quotidiano. La donna, infatti, conviveva con una forma progressiva di sclerosi multipla che le aveva progressivamente tolto ogni autonomia. Pur avendo ottenuto una sentenza favorevole da un tribunale italiano e dopo numerosi ricorsi, l’Asl aveva continuato a negarle il trattamento sul territorio nazionale, ritenendo che le sue condizioni non rientrassero nei criteri stabiliti dalla Corte costituzionale, in particolare per la mancanza di «trattamenti di sostegno vitale». Di fronte a questa situazione giudicata da Martina e dai suoi sostenitori come una forma di accanimento e negazione dei diritti fondamentali, la donna ha deciso di spostarsi in Svizzera, dove nella giornata del 31 luglio ha scelto di porre fine alle sue sofferenze attraverso il suicidio assistito, come annunciato dall’associazione Luca Coscioni, anche attraverso un video diffuso sui social. Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Associazione Luca Coscioni (@associazione_luca_coscioni)La denuncia all’AslLa denuncia all’Asl, quindi, è un ulteriore atto di protesta nei confronti di quella che Martina ha definito una tortura, un percorso che testimonia la sua lotta per il diritto all’autodeterminazione e alla dignità nella fase finale della vita. Oggi, a Trieste, durante una conferenza stampa, Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni, ha reso noto il deposito della denuncia e ha ribadito la necessità urgente di una legge sul fine vita che riconosca pienamente il diritto di scegliere. Martina Oppelli lascia un’eredità di coraggio e di battaglie per una maggiore umanità nelle decisioni che riguardano il fine vita, ricordata da amici, attivisti e familiari che hanno accompagnato il suo ultimo viaggio.L'articolo L’ultimo atto di Martina Oppelli: prima di morire in Svizzera ha denunciato l’Asl di Trieste per tortura proviene da Open.