Destiny 2: I Confini del Destino, la recensione del nuovo DLC del videgame di Bungie

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Bungie ritorna dopo “La Forma Ultima”, il DLC uscito l’anno scorso a conclusione di un lunghissimo arco narrativo saturo di storie avvincenti, nemici fenomenali e plot twist incredibili. “I Confini del Destino”, il nuovo DLC, punta ad aprire un nuovo e potenzialmente corposo arco, agganciandosi a nuovi personaggi e vecchie conoscenze, resettando tutto quanto e ripartendo dalle basi.Lodi, i Nove, Orin e tutto il restoDopo gli eventi decisamente conclusivi de “La Forma Ultima”, mai come oggi le diverse season uscite nell’arco dell’ultimo anno si rivelano fondamentali per la costruzione delle basi conoscitive volte all’uscita de “I Confini del Destino”. Insomma, se siete rimasti indietro con la lore di Destiny 2 approcciare direttamente questo nuovo DLC può risultare confusionario. L’introduzione stessa a questa nuova campagna è un mix impetuoso di spiegazioni infinite sulla materia oscura e su come i Nove ne tirino i fili, più mille altre nozioni che necessiterebbero di un quaderno per gli appunti per riuscire a tenere a mente il tutto.Fortunatamente col passare delle missioni il tutto si allinea andando a formare quella che, narrativamente parlando, è forse una delle espansioni più belle di Destiny 2. Una storia che viene sorretta egregiamente da Lodi, un nuovo personaggio genuino, originale e carismatico (nonché l’epicentro di tutto ciò che succede e potenzialmente succederà in futuro), un “semplice” essere umano catapultato attraverso lo spazio-tempo direttamente su Kepler, il planetoide che ospita tutta l’intricata nuova storia proposta da Bungie.Su Kepler Lodi ormai coesiste pacificamente con gli Aioniani, la popolazione locale con la quale entreremo in contatto e che dovremo necessariamente imparare a conoscere, ma soprattutto a capire e, nell’alternarci tra futuro e passato, scopriremo qualcosa del vero passato di Ikora che riesce nel rappresentare proprio didascalicamente il termine “colpo di scena”.Di per sé la trama è un’idea brillante per aprire un nuovo arco narrativo potenzialmente molto lungo che va ad includere e scoprire più a fondo i Nove, veri e propri déi, al contempo ha però mostrato alcune debolezze di forma come l’antagonista più dimenticabile di sempre e dei personaggi di supporto come Orin che avrebbe potuto essere più incisiva, ma che finisce fondamentalmente nel dimenticatoio una volta finita la campagna, e il Ramingo che anche stavolta manca di quel “je ne sais quoi” per diventare davvero iconico.Ambientazione e concept artistico al di sotto della mediaDiciamolo, Destiny 2 si erge da sempre a re del genere grazie anche a quello che è il suo concept artistico sci-fi incredibile. Gli altri mondi di gioco sono infatti ricchi, innovativi, diversificati e davvero immersivi (sì, anche Neomuna con tutti i suoi difetti).Kepler, il planetoide che ospita la nuova campagna di “I Confini del Destino” e che quindi dovrebbe iniziarci al futuro di Destiny 2 si presenta però come un mondo di gioco piuttosto scarno e al contempo troppo familiare per essere qualcosa a noi di fatto sconosciuto, un cumulo di rocce e caverne senza un carattere particolarmente definito.Gli Aioniani stessi non risultano particolarmente impattanti sia in termine di design che in termini di storia della popolazione stessa, dalla lingua sconosciuta che ricorda in qualche modo i Sabbipodi di Star Wars.Le cutscenes cinematiche sono invece come sempre dirette in maniera magistrale, coinvolgenti, ricche di pathos e dettagli che vengono a mancare lato gameplay, così come il comparto audio si rivela anche questa volta all’altezza della nomea di Bungie, spettacolare e perfetto per il contesto.Gameplay e novità per il futuro di Destiny 2Bungie ha sicuramente cercato di innovare il gameplay della campagna de “I Confini del Destino”, inserendo nuove dinamiche e puzzle necessari sia nella fase di spostamento che nelle fasi di combattimento.Insomma, per avanzare nella campagna dovremo trasformarci in sfere di energia per passare in stretti cunicoli o per debilitare nemici e boss, oppure ad utilizzare un cannone ad energia per attivare dei teletrasporti o utilizzando il materiomorfo che ci fornisce una granata da telascura in grado di spostare pezzi di ambiente per creare nuovi percorsi (a tempo).Sebbene l’idea di queste nuove dinamiche migliori in fase finale della campagna, durante le fasi iniziali risulta piuttosto ripetitiva e ridondante, soprattutto quando siamo costretti ad utilizzarla nelle fasi di combattimento, dove va a rompere il “momentum” obbligandoci a trasformarci in sfera, raccogliere energia e scaricarla sui generatori di scudi dei diversi boss per poi riprendere la fase di danno. Anche le fasi di spostamento tra una missione e l’altra risultano alle volte “diluite” attraverso queste nuove dinamiche e puzzle fin troppo semplici da risolvere.Ottimo invece il rework sia delle statistiche del guardiano che delle armi ed armature stesse. Il reset totale aiuta sicuramente anche i giocatori meno esperti a trovare un punto di partenza e una strada da seguire, con le nuove statistiche spiegate decisamente meglio rispetto al passato e il grado di rarità di armi e armature finalmente più chiare ed efficaci (no, per i god roll dovrete comunque riferirvi a light.gg e ai diversi Content Creator se non siete esperti nei diversi perk).Attività post end-game rinnovate e diversificateBungie dice praticamente addio alla ricerca delle attività sui diversi pianeti come l’abbiamo sempre conosciuta. Ora la gran parte delle attività disponibili sono racchiuse in un unico hub ben diversificato tra attività in solitaria, in squadra, di punta e multiplayer rendendo più semplice la scelta per i giocatori.Per le attività PVE troveremo ovviamente i cari vecchi “Cala la Notte” e assalti vari, oltre a nuove attività altamente personalizzabile in termini di difficoltà, con diversi “malus” selezionabili atti ad elevarne sia il punteggio finale che, ovviamente, il livello del drop.In questo nuovo hub contenente praticamente tutto quello che un guardiano deve fare per migliorare Luce e statistiche troveremo sfide giornaliere e settimanali al posto dei Percorsi di Scoperta dello scorso DLC.Sebbene la struttura sia finalmente più chiara e diretta, sono i contenuti ad essere carenti, poiché sia in solo che in squadra ci troveremo ad affrontare i soliti, vecchi Assalti senza particolari novità di sorta.Parlando di endgame, la contest mode del nuovo raid si è da poco conclusa e tutti hanno finalmente accesso al Deserto Perpetuo, appunto il nuovo raid introdotto da Bungie. Qui ritroviamo la genuina creatività di Bungie in termini artistici e di design, sebbene il gameplay ricalchi meccaniche già viste in altri raid passati e il nemico finale non sia esattamente l’iconico Oryx, bensì Koregos, un’hydra vex gigante.In conclusione“I Confini del Destino” è un DLC che avrebbe potuto dare molto di più durante la campagna, caratterizzata da una trama a tratti iconica, profonda, intrecciata con lo spazio-tempo e tutto quello che può conseguirne. Una storia meravigliosa che sboccia davvero solo sul finale, dilungandosi un po’ troppo soprattutto verso la metà. Questo è comunque un DLC sicuramente introduttivo dal quale si diramerà un nuovo arco potenzialmente intricato che, speriamo, ne metta in risalto tutte le figure principali e ne approfondisca la diretta correlazione con la materia oscura, magari con qualche nuova sotto-classe.Destiny 2 non è però solo il DLC al day-one, ma una storia che dura un anno intero composta da tanti episodi durante le diverse stagioni che la compongono. Non ci resta che attendere e vedere cos’altro ha in serbo Bungie per noi, considerate le premesse decisamente stuzzicanti.L'articolo Destiny 2: I Confini del Destino, la recensione del nuovo DLC del videgame di Bungie proviene da Il Fatto Quotidiano.