L’Italia sta vivendo un’importante evoluzione demografica: da un lato si registra un calo delle nascite, dall’altro un aumento della longevità. Secondo il rapporto annuale Istat oggi, gli individui over 65 anni rappresentano il 24,7% della popolazione, mentre gli over 80 hanno superato i 4,5 milioni. Entro il 2050, si stima che la percentuale degli ultrasessantacinquenni raddoppierà e già ad oggi un anziano su quattro presenta una condizione di fragilità e oltre 14 milioni di persone convivono con almeno una patologia cronica. In questo contesto, la nutrizione medica riveste particolare rilievo per la gestione dei pazienti che hanno difficoltà ad alimentarsi in modo corretto e adeguato. Circa il 50% dei pazienti ospedalizzati in Italia è a rischio di malnutrizione, una condizione che nei soggetti più fragili può triplicare il tasso di complicanze, aumentare di 2,6 volte il tasso di mortalità e allungare del 30% la durata della degenza rispetto ai pazienti con uno stato nutrizionale adeguato. Ignorare questa condizione peggiora l’efficacia delle cure e aumenta i costi per il Servizio sanitario nazionale a causa di aumento di complicanze, ritardi nei tempi di dimissioni e frequenti ulteriori ricoveri: il costo della malnutrizione in Italia è infatti stimato in circa tra i dieci e i dodici miliardi di euro. Per combattere la “malnutrizione per difetto”, considerata una “malattia nella malattia”, sono stati sviluppati gli alimenti a fini medici speciali (Afms). Questi prodotti, da assumere sotto controllo medico, sono pensati per pazienti con capacità limitata di assumere o metabolizzare nutrienti specifici.I DATIUn supporto nutrizionale adeguato può migliorare la qualità di vita dei pazienti malnutriti, ridurre gli eventi avversi e le riospedalizzazioni, alleviando la pressione sugli ospedali e riducendo i costi a carico del Ssn. Se poi si considera il paziente oncologico – in Italia ci sono 390mila nuove diagnosi di tumore ogni anno – studi recenti mostrano che oltre il 30% dei pazienti oncologici presenta già alla diagnosi segni di malnutrizione, con percentuali ancora più alte in specifici tipi di tumore, come quelli del tratto gastrointestinale o del pancreas. Dato che diventa ancor più rilevante alla luce di un recente studio Ipsos, per cui solo il 37% dei pazienti italiani ha ricevuto consigli da un professionista sanitario (oncologo, chemioterapista, radioterapista) e solo il 34% dei pazienti ha avuto una consulenza con un nutrizionista o dietista durante il percorso, anche per mancanza di risorse economiche e umane.NUTRIZIONE E CURA: UNA SINERGIA NECESSARIAÈ stato dimostrato però che il calo di peso corporeo riduce notevolmente l’efficienza fisica della persona e l’efficacia della terapia e anche una perdita di peso lieve superiore al 2% può influire negativamente sulla sopravvivenza complessiva. Una situazione nutrizionale compromessa, inoltre, peggiora la tolleranza ai trattamenti chemio e radioterapici, aumenta la tossicità e ritarda la guarigione delle ferite e il recupero funzionale del malato, aumentando la durata della degenza. Pertanto, l’obiettivo principale è mantenere o aumentare il peso corporeo attraverso un intervento nutrizionale precoce e specifico. Un adeguato stato nutrizionale, infatti, consente di stimolare il sistema immunitario, migliorare le condizioni fisiche e seguire le terapie pianificate minimizzando le complicanze.QUALE RUOLO PER GLI ONSI supplementi nutrizionali orali (in inglese oral nutritional supplements, Ons) sono alimenti a fini medici speciali destinati alla gestione dietetica di pazienti con esigenze nutrizionali particolari che non possono essere soddisfatte esclusivamente con la modifica della normale dieta, con importanti outcomes clinici: l’assunzione di Ons, da effettuarsi esclusivamente sotto controllo medico, supporta un aumento del peso e della massa muscolare, riduce i ricoveri fino al 77%, favorisce un recupero più rapido (dimissione anticipata di circa dieci giorni dall’ospedale), riduce il rischio di mortalità (25% più basso a 6 mesi). Con un impatto positivo non solo sulla qualità della vita del paziente ma sull’intero sistema sanitario nazionale. Il beneficio economico degli Ons è avallato da numerosi studi. In una recente revisione completa di costi e costo-efficacia dell’uso di Ons in ospedale sono stati identificati dodici studi in cui il risparmio è nettamente favorevole nel gruppo Ons pari ad una media (calcolata sui costi al giorno per posto letto) del 12,2%.LA STRADA DA PERCORRERENonostante i vantaggi evidenti, gli Ons non sono ad oggi inclusi nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e non vengono rimborsati quando il paziente lascia l’ospedale. Questo significa che in Italia manca un supporto nutrizionale uniforme sul territorio, dallo screening nutrizionale alla somministrazione degli alimenti necessari. In questo contesto Regione Lombardia rappresenta un’eccezione virtuosa: con un decreto del 2021, i supplementi nutrizionali orali vengono forniti gratuitamente ai pazienti oncologici in fase attiva di terapia, previa prescrizione dei centri di nutrizione clinica regionali. Questa iniziativa fa parte di un decreto che mira a garantire la gratuità dei supplementi nutrizionali orali per i pazienti oncologici e riflette un più ampio impegno della regione verso la nutrizione clinica. Ciò include anche lo sviluppo di una rete di centri di nutrizione clinica e uno screening nutrizionale obbligatorio nelle strutture sanitarie con sanzioni per chi non rispetta queste misure. Alla luce di queste considerazioni è urgente e necessario creare consapevolezza attorno al valore aggiunto degli alimenti a fini medici speciali, poiché possono fare la differenza nella prevenzione e nel supporto alle persone fragili, come i pazienti oncologici e gli anziani, giocando un importante ruolo di sostegno per favorire un invecchiamento sano o migliorare le sintomatologie, con un risvolto positivo anche sulla spesa sanitaria pubblica.