La Russia inserisce Mattarella nella lista dei “russofobi”. Tajani convoca l'ambasciatore

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Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato sul proprio sito web una lista quelli che vengono definiti "esempi di dichiarazioni di funzionari e rappresentanti delle élite dei paesi occidentali nei confronti della Russia, che utilizzano 'incitamento all'odio', 2025". Per l'Italia è riportata una frase del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciata il 5 febbraio scorso, in occasione del discorso all'Università di Marsiglia per i conferimento della laurea honoris causa. Circostanza in cui il capo dello stato aveva detto che nel secolo scorso “fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci” nella tutela degli interessi nazionali: "Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura". Poco dopo, queste parole furono giudicate "invenzioni oltraggiose e blasfeme" dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. E oggi sono riportate nell'elenco delle frasi da segnalare. “Il ministro Tajani considera l'inserimento della persona del capo dello stato in questo elenco una provocazione alla Repubblica e al popolo italiano e offre la sua solidarietà istituzionale e personale al presidente Mattarella", si legge in una nota la Farnesina, che ha convocato l'ambasciatore della Federazione russa in Italia Aleksej Paramonov.  Oltre a Mattarella, tra le personalità "russofobe" figurano anche lo stesso ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto. Istituzioni e partiti hanno reagito mostrando solidarietà al capo dello stato. A partire dal presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, che ha giudicato le accuse mosse nei confronti di Mattarella “gravi e inaccettabili. Grazie al presidente per il suo forte impegno per la pace e il dialogo".  Una simile iniziativa, “oltre a essere priva di fondamento, rappresenta un oltraggio all'alto ruolo istituzionale che il capo dello stato esercita con equilibrio e profondo senso delle responsabilità democratiche", ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.  Nell'elenco russo ci sono anche diverse affermazioni del segretario generale della Nato Mark Rutte e di Kaja Kallas, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza; della presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, e della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Per la Francia sono indicate due dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron e per la Germania alcune frasi della ministra degli Esteri, insieme a una del cancelliere Friedrich Merz. Per gli Stati Uniti, invece, è riportata una sola dichiarazione da parte del senatore Lindsey Graham del 15 luglio scorso.