Idroelettrico in Europa: quale il suo stato attuale e quali le prospettive future?

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di Giovanni Migotto –L’idroelettrico rappresenta quasi un terzo della produzione rinnovabile dell’Unione Europea. Garantisce flessibilità alla rete e supporta la transizione energetica. Tuttavia, l’impatto ambientale e i limiti territoriali ne frenano l’espansione. Un equilibrio tra sviluppo tecnologico e tutela della natura è oggi indispensabile.Negli ultimi anni le autorità europee hanno a più riprese sottolineato la necessità di operare ai fini di una transizione energetica, con lo scopo di far fronte ai crescenti effetti del cambiamento climatico sul pianeta. La Commissione europea della presidente Ursula von der Leyen si è resa promotrice del cosiddetto REPowerEU, piano d’azione per accelerare la transizione verso un’energia pulita e, al contempo, per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi, diversificando gli approvvigionamenti.Nell’ambito del Clean Energy Technology Observatory (CETO), proprio con lo scopo di fornire al meglio gli strumenti atti a veicolare l’intero processo, particolare attenzione è stata devoluta alla produzione di energia proveniente da impianti idroelettrici. Secondo dati recenti dell’Unione Europea, facenti riferimento al 2024, l’acqua costituisce la seconda fonte rinnovabile maggiormente utilizzata, con una percentuale del 29,9% sul totale delle fonti di energia pulita impiegate. Nei primi cinque mesi del 2023, da gennaio a maggio, la produzione da idroelettrico ha raggiunto i 388 TWh, registrando un aumento all’incirca del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.L’acqua costituisce pertanto un importante fonte per veicolare la transizione in corso, paesi come la Lettonia, il Portogallo e la Croazia soddisfano parte significativa del proprio fabbisogno energetico proprio grazie ad essa. Austria e Svezia negli ultimi anni si sono confermate come leader nella produzione da idroelettrico e anche stati europei come Italia, Francia e Spagna hanno registrato importanti risultati nel settore, rivelatisi poi fondamentali nella contribuzione al mix energetico nazionale. Ma quali sono le implicazioni di questo processo per l’Europa? Quali i risvolti positivi, i vantaggi? E quali le sfide ambientali e i limiti allo sviluppo?Gli impianti dai quali viene prodotta energia a partire dall’acqua possono essere di diversa tipologia, da una breve ricognizione, i più comuni in Europa sono quelli a bacino, cioè con diga. Permettono di gestire grandi quantità d’acqua, rilasciate poi per generare elettricità e sostenere una produzione programmabile, stabile, costante nel tempo. L’energia viene infatti prodotta a seguito del passaggio di acqua attraverso condotte forzate che azionano le turbine idrauliche. Strutture tali sono principalmente presenti lungo l’arco alpino, sui Pirenei e sui Carpazi, oltre che in Scandinavia. Sono poi diffusi, seppur in forma minore, impianti ad acqua fluente (Run-of-River), sfruttanti la corrente naturale dei fiumi che fluisce attraverso le turbine e per questo più dipendenti dalla stagionalità dei flussi, e impianti a pompaggio (Pumped Storage Hydropower – PSH) dove l’acqua viene pompata in un serbatoio superiore quando l’elettricità costa poco per poi essere rilasciata per generare energia durante i picchi di domanda da parte di popolazione e attività commerciali e industriali. Impianti a derivazione e mareomotrici completano poi il panorama attualmente esistente delle infrastrutture dedite alla produzione idroelettrica.I risvolti positivi, i vantaggi derivanti dall’utilizzo di tali opere per soddisfare il fabbisogno energetico delle popolazioni sono molteplici: secondo recenti dati, l’idroelettrico registra picchi di efficienza di produzione del 90%, soprattutto nel caso degli impianti a bacino, superando di gran lunga le prestazioni di settori come il solare, l’eolico e la biomassa, che si fermano tra il 20% e il 50%. Flusso d’acqua, altezza di caduta, manutenzione e condizioni meteo sono elementi che spesso influenzano i risultati conseguiti da un impianto idroelettrico rispetto a quelli di un altro. La loro alta capacità di regolazione è sicuramente un altro aspetto positivo a loro attribuibile in quanto permette stabilità alla rete elettrica, quando vi è necessità di supporto a eolico e solare. I bacini d’acqua fungono inoltre da sistemi di accumulo che, se abbinati a impianti di pompaggio, permettono di immagazzinare energia elettrica sotto forma di energia potenziale. Possono inoltre rivelarsi fondamentali per l’irrigazione agricola, la fornitura di acqua potabile, il contenimento delle piene e nella promozione di attività quali il turismo, come nel caso della creazione di nuovi laghi artificiali. Ciò facendo favoriscono lo sviluppo socioeconomico locale, creando occupazione diretta e indiretta e attraendo nuovi investimenti sul territorio, generando un aumento potenziale dell’indotto per aree montane e rurali periferiche.Tuttavia, la presenza di queste infrastrutture può dar vita anche a delle sfide ambientali. Spesso alterano gli ecosistemi fluviali e il naturale trasporto dei sedimenti, interrompendo la continuità dei fiumi, ostacolando la migrazione dei pesci e modificando la biodiversità acquatica. Si parla di una vera e propria frammentazione del paesaggio, tramite la quale trasformano gli habitat naturali. Potenziali rischi idrogeologici e sismici possono inoltre verificarsi, anche se spesso in condizioni estreme: si parla a tal proposito di cedimenti strutturali, frane o sismicità indotta. Il settore idroelettrico ha poi margine limitato di espansione in Europa. In molti Paesi si discute di una saturazione del potenziale residuo in quanto gran parte dei siti adatti sono già sfruttati a regime. Potenziali occasioni di conflitto con le comunità locali, movimenti ambientalisti e vincoli vari di protezione sia europea sia nazionale molto spesso pongono limiti allo sviluppo del settore.Si può affermare quindi l’energia idroelettrica si confermi oggi come una colonna portante del mix energetico europeo, offrendo una fonte rinnovabile affidabile, flessibile e altamente efficiente. Il suo contributo si rivela fondamentale per accompagnare lo sviluppo di altre fonti non fossili come solare ed eolico. In un contesto di crescente incertezza climatica e geopolitica, la sua funzione di stabilizzazione rappresenta un asset strategico su cui operare. Tuttavia, non si può ignorare che lo sviluppo idroelettrico abbia un impatto ambientale non trascurabile. L’alterazione degli ecosistemi fluviali, il consumo di suolo e la crescente scarsità di siti disponibili per nuovi impianti impongono una riflessione attenta sul futuro del settore. L’ulteriore espansione in Europa non potrà prescindere pertanto da un’integrazione intelligente con la tutela ambientale e da un coinvolgimento attivo delle comunità locali. Efficienza e ammodernamento degli impianti esistenti, integrazione con tecnologie digitali e previsionali per ottimizzare la gestione dell’acqua, sviluppo selettivo del pompaggio idroelettrico in aree già antropizzate e una governance trasparente che garantisca equilibrio tra produzione, ambiente e società sono essenziali. In definitiva l’idroelettrico rappresenta una leva fondamentale per garantire la resilienza e la sostenibilità del sistema energetico europeo, a patto che si sappia investire in modo selettivo, rispettoso e innovativo.