Gli ex Mercati Generali di Roma in mano a un fondo americano: interesse pubblico o affare privato?

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Quando si parla di appalto a privati di pezzi di città non è questione solo milanese. A Roma recentemente è stata approvata una delibera che si riferisce al progetto di riqualificazione dell’area degli ex Mercati Generali, denominato “La Città dei Giovani”. L’area degli ex Mercati Generali nel quartiere di Ostiense occupa un’estensione di nove ettari di terreno, all’interno della città sedimentata. Il Comune di Roma ha definito il progetto “di interesse pubblico”. Andiamo a vedere quanto questo interesse è “pubblico” e quanto è interesse “privato”.Il progetto di riqualificazione prevede che dei 9 ettari circa 4 ettari sarebbero destinati ad aree verdi e piazze. Sui restanti cinque ettari saranno realizzate residenze universitarie, uffici, una biblioteca, una mediateca, negozi per attività commerciali, sale conferenze, parcheggi interrati. La ristorazione occuperà il 25% della superficie utile lorda. Questo progetto sarà realizzato dal fondo statunitense Hines. Hines è un gruppo che agisce nel real estate fondato nel 1957. È presente in 214 città e 24 paesi con 120,6 miliardi di dollari di assets.In Italia Hines è presente dal 1999, ed ha sviluppato importanti programmi di investimenti, in particolare a Milano. Hines, infatti è stato protagonista dai primi anni 2000 dell’edificazione del complesso di Porta Nuova nel centro direzionale di Milano uno dei più importanti interventi di rigenerazione urbana a Milano. Significativi gli investimenti anche nel centro storico di Firenze.Hines a Roma nel progetto della “Città dei Giovani” si avvarrà della collaborazione del Gruppo Toti/Lamaro. Il progetto rappresenta un investimento intorno ai 380 milioni di euro. Il Comune definisce il progetto di interesse pubblico e, per ora, manterrà la proprietà della superficie interessata, sulla base di una convenzione tra Roma Capitale e Hines della durata di sessanta anni. Difficile dire tra sessanta anni o anche cinquanta cosa sarà quell’area e nel frattempo se il Comune manterrà la proprietà. Sicuramente io non potrò scriverne sullo sviluppo di questo progetto e sulla ricaduta sulla città e soprattutto sugli studenti fuorisede.Certo, Roma con 70.000 studenti fuorisede ha necessità di residenze universitarie, ma queste non dovrebbero essere finalizzate al business di un Fondo internazionale.Proviamo a fare due conti. Il fondo Hines e soci prevede un investimento di 380 milioni di dollari per un progetto che dovrebbe vedere l’inizio dei lavori nel 2027. La vera ciccia sia chiaro è la realizzazione di una residenza universitaria con una dotazione di 2.056 posti letto, di questi 544 sono destinati alla locazione “calmierata” con un affitto di 600 euro mensili, i restanti 1.512 avranno un costo mensile minimo di 1200 euro che potrà variare in aumento se lo studente userà camere singole o doppie, se andrà a mensa o in palestra.Ora vediamo quanto Hines può ipotizzare di guadagnare dal solo studentato.I 544 posti letto da 600 euro al mese portano un introito di 326.400 euro mensili, ovvero 3.916.800 euro all’anno che per 60 anni farebbero 235.008.000 euro. Dai 1512 posti letto che si prevede di affittare minimo a 1.200 euro al mese, il Fondo potrà contare su un introito mensile di 217.728 euro, pari a 21.772.800 euro l’anno, che in 60 anni potrebbe fornire un introito di 1.306.368. 000 (oltre un miliardo e trecentomila euro).Quindi Hines spende 380 milioni di dollari, che oggi valgono meno dell’euro, per una aspettativa di redditività, di ritorno, dal solo studentato, di oltre 1,5 miliardi di euro. Circa 4 volte l’investimento complessivo.Non si può dire che non sia un affare. Su quanto sia un affare per Roma Capitale e su quanto possa risolvere la precarietà abitativa di studenti fuorisede mi limito a dire che ci credo poco.Che a Milano, Roma, Firenze si sostengano, da parte di giunte progressiste, questi interventi e che si spaccino per interventi di interesse pubblico la penso come Walter Tocci che un suo recente Manifesto afferma che: “L’eccesso di valorizzazione immobiliare, inoltre, produce devastanti effetti sociali e culturali, che sono sotto gli occhi di tutti”. Non a caso la sua proposta è quella di lanciare l’iniziativa di una mobilitazione generale: “Per non morire di rendita”. Chi pensa di proporsi come alternativa alle destre dovrebbe ragionarci su, questo mentre nei comuni progressisti si continua ad attuare politiche urbanistiche e abitative che di rigenerazione hanno solo quella dei portafogli di finanzieri e lobby immobiliariste.L'articolo Gli ex Mercati Generali di Roma in mano a un fondo americano: interesse pubblico o affare privato? proviene da Il Fatto Quotidiano.