“Alla luce degli elementi disponibili e delle norme vigenti, l’amministrazione non rileva alcun elemento di conflitto di interesse o di incompatibilità”. Con queste parole la giunta del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, cerca di chiudere la vicenda che riguarda l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, architetto il cui studio, a Milano, lavora per la Go Fit, società spagnola con interessi immobiliari anche sotto la Mole.A sollevare il caso era stato il capogruppo M5s Andrea Russi con un’interpellanza in cui chiedeva riscontri circa alcuni aspetti, a partire dalla vicenda della piscina Lido a Milano, che la Go Fit sta ristrutturando affidandosi al lavoro di un collega di studio di Mazzoleni. La vicesindaca Michela Favaro ha letto una pagina e mezza di risposte per affermare che “nessun incarico presente né passato (di Mazzoleni, ndr) interessa le attività di GoFit a Torino o nel territorio piemontese” e per questo non c’è nessuna incompatibilità con il suo incarico di assessore a Torino.Per la giunta non c’è alcun problema neanche per quanto riguarda l’apertura della palestra Go Fit all’ex Mercato dei Fiori a Torino perché – ha ricordato Favaro – il progetto era partito nel 2020 (sotto la giunta di Chiara Appendino), con un cambio di destinazione approvato dal consiglio comunale nel 2021 e poi firmato dall’allora assessore Antonino Iaria.“La deliberazione sopracitata conteneva la proposta di progetto delle opere di urbanizzazione, previste interamente a cura e spese del proponente”. A quel punto, la delibera del 29 ottobre 2024 presentata da Mazzoleni “si inserisce in un iter procedurale stabilito dal legislatore, limitandosi ad approvare la progettazione esecutiva delle opere di urbanizzazione il cui progetto preliminare era già allegato alla deliberazione” del 2021, e quindi l’assessore non avrebbe – secondo la giunta – alcun potere decisionale sulle opere complementari, gli oneri di urbanizzazione e altro. Per quanto riguarda invece l’interesse della società Go Fit per il recupero di una parte dell’area chiamata ex Moi, manifestato con alcune mail dirette all’ufficio di Mazzoleni, “non ha alcun valore di tipo provvedimentale”.In generale, ha risposto la vicesindaca su un punto dell’interpellanza, “sui futuri atti verranno applicati i dettami di cui all’articolo 78, comma I del Tuel (Testo unico degli enti locali, ndr)”, che obbliga gli amministratori nell’esercizio delle proprie funzioni all’imparzialità e al principio di buona amministrazione. “Ancora una volta quando si presentano situazioni delicate e imbarazzanti per questa giunta si presenta lei e non il sindaco. L’ho già definita, con simpatia istituzionale, assessore agli imbarazzi”, ha replicato Russi, secondo cui “la sua risposta non ha chiarito i dubbi, ma li ha rafforzati di più”.Ad esempio la delibera per la palestra nell’ex Mercato dei fiori “definisce precise condizioni urbanistiche ed economiche, stabilisce vincoli precisi, comporta la determinazione di entrate e oneri economici, è tutt’altro che formale”. “Non vogliamo dire che questo rapporto ha influenzato le decisioni della giunta, ma ci chiediamo se sia opportuno che l’assessore Mazzoleni, socio di uno studio che porta il suo nome, a Milano lavora per i soggetti che hanno proposto la deliberazione e a Torino proponga la delibera e la voti. È una questione di opportunità”.La quantificazione degli oneri e delle entrate “è fatta sicuramente con criteri oggettivi e imparziali, però è inevitabile domandarsi se questa valutazione possa apparire neutrale se a partecipare è un assessore legato indirettamente tramite il proprio studio professionale associato al soggetto proponente”. Una questione di opportunità, quindi, come quella sorta anche dalle interlocuzioni tra Mazzoleni e Go Fit sull’area ex Moi. “Davvero tutto questo vi sembra normale? – conclude il capogruppo rivolgendosi alla vicesindaca – Noi riteniamo che queste situazioni richiedano chiarimenti molto più approfonditi, anche in sedi più opportune”.L'articolo Torino, per la giunta “nessun conflitto di interesse” per l’assessore-architetto proviene da Il Fatto Quotidiano.